Serafina e il mantello nero. Recensione

sabato 16 aprile 2016
Non entrare mai nella foresta. Là dentro ci sono forze oscure che nessuno conosce, cose contro natura che possono farti male.

Mentre vi scrivo questo articolo mio marito, per accontentare mia sorella, è in procinto di ri-guardare Divergent grazie a Netflix, ok.. lo ammetto come storia non è male, ma si arriva ad un certo punto che dopo averlo visto molte volte, ti passa la voglia. Quindi abbiate pazienza e datemene un po'. Sarà una giornata mooooolto lunga.

Oggi parliamo di un libro per ragazzi che mi ha dato la possibilità di passare ore piacevoli e di divertirmi all'idea di trovare un finale che non mi sarei comunque mai aspettata.

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Dicono che questo libro sia il primo di una trilogia e io come una bambina nell'attesa del suo compleanno (sperando solo in regali meravigliosi), aspetto il seguito. 

Leggere questo libro non è facile in quanto l'inizio sembra andare a rilento, ma appena entrati nella storia sarà difficile riuscire a lasciarla andare.

Serafina e il mantello nero è un libro psicologico che aiuta a trovare e ri-trovare se stessi, a scoprire il nostro essere e soprattutto l'ACCETTAZIONE di noi stessi.

Serafina è una ragazzina particolare (l'inizio ricorda molto gli abitanti sotto il pavimento di Miazaky) che vive nei grandi sotterranei di un immensa villa con colui che è la sua famiglia, ovvero suo padre. Serafina è coraggiosa, sa quando deve nascondersi e non farsi vedere, ha abilità che altri non hanno e nonostante le sue routine quotidiane così semplici, lei vive felice.

La dote più grande di Serafina è quella di cacciare i ratti, sia per la sua formazione fisica, sia per le sue abilità intellettuali, è la più brava dei sotterranei e tutto ciò le permette di essere libera, di sentirsi cacciatrice e non preda, di sentirsi forte e ancora più abile. 

Suo padre è un uomo molto semplice, il suo lavoro di meccanico nei sotterranei della villa gli permette di dare un posto caldo dove dormire all'amore della sua vita: sua figlia, addirittura molte volte riesce a procurare dei libri per Serafina, così da permetterle di leggere.

Pagina dopo pagina scopriremo che la routine quotidiana della figlia è quella di girar libera come meglio crede, sempre rispettando però le regole del padre, ovvero di non farsi mai vedere dagli abitanti della villa. Questa routine che oserei dire di vagabondaggio, tuttavia viene interrotta da un'evento strano, un nemico che porterà Serafina ad un'avventura che le cambierà completamente tutto ciò che fino adesso poteva chiamarsi vita.

E' un libro piacevole. La storia di Serafina, le sue qualità nascoste mi hanno affascinato tantissimo e sono rimasta piacevolmente sorpresa sulla storia del padre e della nascita della nostra protagonista.

L'autore con maestria crea un fantasy diverso, ricco di sfumature noir e gotiche che con minuziosi dettagli ci permette di entrare nel libro e di sentirci Serafina un po' anche noi.

Un'altra regola del padre oltre al nascondersi dagli occhi degli abitanti, era per Serafina quella di non avvicinarsi mai alla foresta oscura poichè lì la foresta e le ombre l'avrebbero divorata.

Ho amato ogni personaggio descritto, ho amato come Serafina nasce e si evolve con le pagine, come sentimenti che per noi siano scontati, per lei siano nuovi e diventino parte del suo essere.

Come un fantasy di tutto rispetto, Serafina incontra all'inizio del suo viaggio un amico che le darà la possibilità di intraprendere il cammino con più sicurezza, riga dopo riga, pagina dopo pagina. attraverseremo il viaggio insieme ai nostri personaggi.

La foresta oscura, il cimitero, sono solo due degli elementi così bizzarri e maestosi descritti in questo romanzo.

Il linguaggio scorrevole e incalzante ci tiene con il ritmo sospeso fino all'ultima pagina e il messaggio che ci lascia alla fine ci ricorda di quanto sia importante accettarci e cercare di conoscersi fino in fondo.

E' un libro bello davvero, che permette a grandi e piccini di trascorrere ore meravigliose, in un ambiente nuovo, oscuro e diverso.










1 commento on "Serafina e il mantello nero. Recensione "

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