La bambina adottata. Recensione.

martedì 7 febbraio 2017
In realtà scrivervi questa recensione mi è davvero difficile. Come ben sapete ho rotto letteralmente le scatole alla casa editrice per avere una copia da recensire. Ho torturato la Leone Editore, ho tempestato l'ufficio stampa di email, dovevo leggere questo libro, dovevo avere un punto, una speranza nel dire anche se sono difettosa posso avere una speranza in un altra maniera. Posso dirvi una cosa? Non lasciatevi fottere dalla copertina, da quella rosa tra i capelli e da quel colore chiaro, questo libro è scuro come la pece, è dannatamente forte che ti attorciglia le budella. Un horror a questo libro gli fa il solletico. 

La bambina adottata

Daniela Biancotto


Editore: 10,90€
Pagine: 224

Trama: La scelta di due coniugi di adottare una bambina per coronare il loro sogno d’amore, le difficoltà da affrontare nel gestire una ragazza già grande e problematica, il tormentato percorso verso la costruzione di una serenità familiare. Una storia come tante nel nostro Paese, ma raccontata con una sensibilità e una chiarezza rare, da una donna che ne è stata in prima persona protagonista

Avete presente quando volete realizzare a tutti i costi il vostro sogno e siete pronti a lottare con qualunque cosa pur di raggiungerlo? Beh la nostra autrice ha fatto esattamente la stessa cosa. Ha lottato, ha piegato mari e monti pur di avere il suo sogno realizzato. Un sogno così semplice che dovrebbero avere tutte le donne: quello di avere un figlio.

Ma se il sogno si trasforma in un incubo?

Già dalle prime pagine troviamo la spiegazione dell'autrice, troviamo il bisogno di giustificare questo libro, il bisogno di far capire al lettore come non sempre le cose vadano nel verso giusto.
Daniela è una madre che si è trovata ad adottare una ragazzina già grande, una ragazzina che non è stata forse capita davvero e si è trovata in un vortice di emozioni talmente forti che ha visto andare all'aria ogni parte di sé, anche il suo stesso matrimonio.
Fa male quando verso la fine della prima pagina ci troviamo a leggere la frase:

Se potessi per magia tornare indietro nel tempo, sicuramente non adotterei più Bianca. Per il mio bene e soprattutto, per il suo. 

E' lì, che nonostante il dolore di quelle parole, il libro ci chiama, ne pretende la lettura e il suo punto di vista, forse per capire che infondo Daniela non è poi così cattiva madre come si prospetta.

Bianca è una di quelle bambine bellissime, una di quelle dalla pelle di porcellana e che sembra uscita da una storia di C'era una volta. L'istituto dove si trova è gestito da vecchie suore, dove una in particolare forse innamorata della bellezza della bambina, le lascia fare tutto ciò che può renderla protagonista. Bianca cresce quindi in una sorta di campana di vetro dove, nonostante i traumi che può avere una bambina sola, vive in una sorta di vita parallela rispetto alle altre ragazze dell'istituto.

Quando i due futuri genitori arrivano all'istituto, si trovano con difficoltà a frenare l'entusiasmo in quanto adottare una ragazza ha comunque delle regole, un programma, da seguire. Questo programma rispettato comunque a malincuore dai genitori, porta Bianca finalmente all'arrivo in casa

Diventano finalmente i suoi genitori, ed è lì che inizia l'incubo.

La delusione, i pianti, le paure, la sofferenza di Daniela nel provare a capire cosa succede. Pagina dopo pagina ci troveremo a stringere quel libro tra le mani sperando in un lieto fine che sembra non arrivare mai.

Il dolore che si prova è così forte che alla fine non ci renderemo conto di ciò che sta succedendo davvero. L'amore così ossessivo, così cercato da parte di Daniela si scontra in maniera violenta con la rabbia ferocia di Bianca, che in ogni maniera possibile cerca di far del male a lei come madre e a se stessa come persona viva.

Chi ha letto questo libro mi metterà sicuramente al rogo, ma da una parte non dico di aver giustificato quella ragazzina forse psicotica, ma di aver capito una piccola parte di lei. Bianca è sola, si ritrova a vivere in una cupola quotidianamente e alla fine alla mercé di un istituto viene comprata da dei genitori che lei non ha scelto. Bianca non ha avuto la possibilità di scegliere con chi stare, è stata presa e messa da un'altra parte come se fosse semplicemente un giocattolo da ammirare; ed è lì che tutta la sua rabbia è scoppiata, come una bomba atomica ha preso tutto ciò che aveva intorno.

Dall'altra parte troviamo invece Daniela che l'unica colpa che ha avuto è stata quella di far di tutto per raggiungere il suo sogno, per non lasciar andare quella che era la sua unica possibilità quasi chiudendo gli occhi di fronte alla realtà, di fronte ad un matrimonio che era diventata mera abitudine e di fronte ad una bambina forse troppo complessata per lei.

Pagina dopo pagina percorriamo la vita delle due donne fino a trovarci di fronte a personaggi che vedremo nel nostro stesso specchio. La scrittura è talmente evocativa che lascia i brividi durante la lettura, ed è alla fine che con il fiato in gola si spera in quel lieto fine, questa storia deve avere un lieto fine, non per salvare l'autrice, ma per salvare noi stessi dall'abisso in cui entriamo.

La bambina adottata è una storia dove la sofferenza si tocca con mano, dove l'amore non è quello da zucchero filato e cuoricini, qui abbiamo un amore rancoroso, forte, deludente, violento. Pagine avvincenti capaci di lasciarti l'amaro in bocca, compromessi a cui ci si affaccia e contraddizioni che fanno da padrone. 

Per la prima volta ringrazio l'autrice per aver avuto il fegato di raccontare la sua storia, per aver tramutato il suo dolore in libro. 
4 commenti on "La bambina adottata. Recensione. "
  1. Leggendo la trama, non avrei capito che si trattasse di una simile visione del percorso di adozione con tutte le sue ripercussioni psicologiche. Sono un po' stranita, ma in realtà mi attira!

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    1. E' quello forse che rende il libro ancora più accattivante, il "non aspettarti" ciò che in realtà è. Spero che lo leggerai perché merita.

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  2. Dovrei leggerlo, soprattutto perché la maternità mi fa una gran paura. Ho desiderato tanto un figlio dall' uomo che amavo anni fa, solo con lui ho provato questo desiderio fortissimo. Poi più nulla..Mi hai incuriosita tantissimo con questo libro!

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    1. E' un libro forte, a tratti duro. Fammi sapere se lo leggerai.

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