La figlia del mercante di seta. Recensione

giovedì 16 febbraio 2017
Buongiorno lettori abitanti del mondo! Se fossi sindaco proclamerei la giornata del buttiamoci sul divano e non alziamoci più, oggi in realtà non ho voglia di alzare nemmeno un muscolo. Alzarmi dal letto e strisciare verso la macchinetta del caffè è stato un trauma. Datemi subito una flebo di caffeina perché io oggi non mi reggo in piedi! Giuro ieri sera non sono andata in giro per i locali strafatta, non ho fatto bisboccia giocando con chissà quale ominide di sesso maschile, ieri sera dopo l'incontro con la Piemme sono andata subito a dormire, ma io oggi sono distrutta - ve l'ho detto che sono stanca vero? - Ma prima di buttarmi sul divano dimenticando la gioia di vivere, oggi voglio parlarvi de La figlia del mercante di seta che ha meritato la mia attenzione per la scrittura particolare dell'autrice.


la figlia del mercante di seta

Dinah Jefferies


Editore: Newton Compton Editori
Prezzo: 9,90€
Pagine: 383

Trama: 1952, Indocina francese. Dalla morte della madre, Nicole, diciottenne franco-vietnamita, è vissuta all’ombra della bella sorella maggiore, Sylvie. Quando Sylvie prende le redini degli affari di famiglia, che ruotano intorno al commercio della seta, a Nicole non resta che accontentarsi della gestione di un vecchio negozio, nel quartiere vietnamita di Hanoi. La zona, tuttavia, pullula di militanti ribelli pronti a tutto per porre fine alla dominazione francese, persino a tradire i loro cari. In questo clima sempre più teso Nicole scopre la corruzione su cui si regge il sistema coloniale e si rende conto con sgomento che anche la sua famiglia è coinvolta… Nel frattempo, la ragazza conosce Trân, un ribelle vietnamita, e, nonostante sia innamorata di Mark, un affascinante imprenditore americano che incarna alla perfezione l’uomo dei suoi sogni, le sembra finalmente di intravedere una via di fuga da una vita che non ha scelto e da una cultura a cui non sente di appartenere. In un Paese dilaniato dai contrasti, è difficile per Nicole fare la scelta giusta, capire di chi fidarsi… La figlia del mercante di seta è un romanzo affascinante sulla rivalità tra sorelle, sull’amore che sfida la sorte, sui segreti da tenere nascosti, a cui fa da sfondo un Vietnam incantevole nell’età del colonialismo.

Come vi ho detto all'inizio, mi sono innamorata della scrittura dell'autrice grazie a Il Profumo delle foglie di tè, un libro così delicato e ricco di momenti molto intensi che, a primo impatto con La figlia del mercante di Seta, pensavo e speravo di trovar esattamente la stessa cosa.
La scrittura dell'autrice non cambia, effettivamente la sua mano sottolinea delicatamente quell'ambientazione così ricca che ci porta a sentirci esattamente in quei luoghi, ma ed effettivamente c'è un ma... non mi è piaciuto totalmente come l'altro.
Non fraintendete, non c'è nulla che boccio di questo libro, ma non ha quella scintilla da dire io ti ricorderò e ti rileggerò.

La nostra protagonista, diciottenne, si trova a vivere in un periodo particolare della sua vita. Metà francese e metà vietnamita non sa effettivamente come sentirsi davvero visto il periodo difficile storico che sta vivendo e in più ha adesso sulle spalle un grande macigno, quello di dover affrontare la responsabilità e la riuscita di un negozio di sete.

Se per una ragazza normale tutto questo sarebbe fonte di gioia, per la nostra protagonista non è affatto così, in quanto non nota ciò che possiede, ma ciò che vorrebbe e quello a cui ora ambisce è il risultato che la sorella grande ottiene.

Il fatto di essere meticcia, il fatto di trovarsi in un periodo scomodo, il fatto di sentirsi sola, ha reso la nostra protagonista un personaggio complesso e a tratti forse troppo lamentosa. Ammetto sono la prima a lamentarsi quando le cose non vanno, a maledire quella stella a volte troppo pesante, ma qui vedere questo scritto su carta, mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca.

Ho trovato una Nicole iniziale forse troppo fragile, quando nonostante tutto avrei voluto qualcosa di più deciso.

Di certo non mancano come sempre le ambientazioni ricche e la cura che la nostra autrice mette in ogni dettaglio, ma Il profumo delle foglie di tè non viene comunque superato.

Il periodo storico che l'autrice descrive è comunque molto sottile, ci troviamo negli anni cinquanta del Vietnam sotto la dominanza della Francia e come complicare le cose? Facendo cadere la nostra protagonista in una scelta.

Qualunque sia la tua scelta falla con il cuore dicevano. Ma se la scelta fosse sbagliata? La nostra Nicole è piena di dubbi e timorosa di fare una scelta sbagliata su quell'uomo che ora sembra rapirle il cuore, Mark.

Ogni personaggio è descritto con cura e ha una propria individualità che si contrappone rispetto al resto. Non manca poi la bellezza nel descrivere quegli oggetti nel negozio in maniera così intensa che le nostre mani sembreranno toccarle.

Per ingranare questo libro ammetto che ci vuole un po', da una parte mi rendo conto che la nostra protagonista va solo capita, che i suoi angoli sono solo da smussare e aspettarla con pazienza.

Generalmente è una bella lettura che ti incuriosisce al punto giusto, la scrittura è dettagliata ed evocativa e si vede quanto in realtà la nostra scrittrice abbia comunque fatto - come sempre - ricerche su storia e ambientazione.

Non me la sento di bocciarlo perché non ho ne' avuto l'orticaria, ne' il bisogno di lanciarlo da qualche parte, alla fine l'ho letto comunque tutto curiosa di scoprire cosa la nostra lamentosa potesse fare, ma non credo di rileggerlo ancora.

Bello, ma da riporre in un cassetto.

Tutto ciò che riusciva a udire era il sangue che le pulsava nelle orecchie. Cercò di convincersi che era tutta un'allucinazione, ma quando la gola si schiuse e un senso di soffocamento le tolse il respiro, si lasciò cadere in ginocchio. Si sentì affondare, tutta l'aria era uscita dai suoi polmoni, che si schiacciarono. Era di nuovo sul fondo del fiume, udiva il rombo dell'acqua, che ruggiva a ritmo del suo cuore. 

Troppo io a volte fa male.

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