Una gabbia di stelle. Recensione.

giovedì 23 marzo 2017
Buon pomeriggio abitanti lettori del mondo, fuori piove, gli animalotti dormono sul divano e io sono stata presa in ostaggio dalla vicina per interpretarle un sogno e cercare i numeri da giocare al lotto, insomma mi ha preso per smorfia napoletana. Voi come state passando questa giornata uggiosa primaverile? In verità sono al terzo caffè, eppure sento la necessità di andare in letargo, dormire, dormire e ancora dormire. Bando alle ciance, oggi vi lascio la mia opinione su un libro molto particolare, delicato e intenso al tempo stesso. Una gabbia di stelle che fa sentire un po' stella anche me.


UNA GABBIA DI STELLE 

Robin Roe


Editore: Piemme
Prezzo: 16,50€
Pagine: 320


Trama: Adama è all'ultimo anno del liceo, è carino, gentile e circondato da amici. Quando gli viene chiesto di fare da tutor a un ragazzino problematico del primo anno si rende subito disponibile. Ma scoprire che si tratta di Julian, il "fratellino" che era stato dato in affido alla sua famiglia e che non vedeva da cinque anni, lo rende ancora più felice. All'inizio Julian sembra lo stesso: semplice, pulito e amante delle storie. Ma più tempo passano insieme, più Adam capisce che Julian sta nascondendo qualcosa... Adam è determinato ad aiutarlo, ma il suo coinvolgimento potrebbe costare la vita di entrambi.

E' da Gennaio che continuo a parlarvi di questo libro e ora - finalmente - riesco a mettere per iscritto le emozioni che questo romanzo mi ha suscitato. Correte a prender fazzoletti e gelato e leggetemi fino alla fine, il libro in sè non è tremendo, ma lascia il nostro cuore senza più battito.

Il romanzo rompe il silenzio, frantuma il nostro quotidiano, la nostra routine, per portarci davanti ad una realtà che poi non è così lontana. La storia, nonostante sia romanzata e raccontata da diversi personaggi, in realtà sembra un grido di aiuto, una rivoluzione per cambiare, per non dimenticare, per aiutare e non girarci dall'altra parte.

Dalle prime pagine incontriamo Julian, un ragazzino che lotta, un ragazzino a cui la vita dire che è dura sembra un eufemismo. Julian è un orfano, ne ha girate tante di famiglie adottive, ma solo in quella di Adam la sua vita sembrava perfetta. Adam era il suo migliore amico, il suo cavaliere a spada tratta, Adam era tutto fino a quando, un giorno che sembrava come un altro, le cose cambiano con l'avvento dello zio di Julian che ne reclama essere il suo tutore.

Da orfano a ritrovarsi tra le braccia di un tutore, sembrerebbe una storia con un lieto fine, ma in realtà non è così, lo zio di Julian non è quello zio che ti abbraccia e ti vizia comprando giocattoli e caramelle, non è quello zio da vedere come un fratello più grande. Julian si ritrova tra le braccia del buio. 

Il personaggio dello zio, che l'abile penna dell'autrice ci racconta, è un personaggio orribile, violento, disturbato, mentalmente fuori dal limite. Un personaggio che lascia i brividi di rabbia sulla pelle e ci sono momenti che vi verrà voglia di strappare quelle pagine per farlo uscire dalla carta e non vederlo più, ma Julian sopporta, ingoia e vive quella a-normalità, cercando il suo quieto vivere giornaliero perché se fa qualcosa di sbagliato deve essere punito, è così che lo zio gli ha insegnato.

Facendo un salto indietro nel libro e solo leggendolo capirete questa frase, ritorniamo nel mondo di Adam e Julian, perché qualche anno dopo, i due si incontrano nella stessa scuola. All'inizio non è di certo facile, Julian a suo modo è chiuso nel suo mondo, nella sua bolla di luce bianca dove niente può fargli male e Adam, sopravvive a pugni chiusi per via del suo disturbo.

Uno dei lati toccanti di questo libro è il ritrovarsi di fronte a personaggi che a loro modo combattono con delle malattie invisibili, che anche se non si vedono non è detto che non ci siano. Ognuno di loro ha un disturbo da affrontare e ciò nonostante, si preoccupano per gli altri come ad esempio Adam, che accantonando il suo disturbo di attenzione cerca comunque di ritornare ad essere il cavaliere, il migliore amico di Julian.

Rompere quella bolla di luce bianca che Julian si è formato non è facile, ma c'è un momento in cui Adam trova un foro e da lì cadremo in una sorta di tunnel di Alice, cadremo con così tanta forza in un vortice che ci farà girare le pagine violentemente, per capire cosa succede e dove sia finito il lieto fine.

Il buio in cui Julian si trova non è facile da digerire e da creare. La scrittura dell'autrice è così cruda e intensa che riga dopo riga ci spiazza, spesso ci troveremo a dover ricordarci di respirare, in quanto il fiato sarà così corto con il bisogno di andare avanti.

In realtà anche se il libro a suo modo è davvero bello, non è una lettura adatta a tutti perché è un libro che ti scava dentro, che poco gli importa quanto male ti può fare. Tantissime sono le emozioni che si mescolano nel nostro animo, dai ricordi così dolci e malinconici agli incubi più brutti. Provate ad inventarvi qualsiasi tipo di punizione per un bambino, non raggiungerà mai la soglia della crudeltà scritta in queste pagine, dell'umiliazione subita e dell'innocenza con cui Julian comunque affronta tutto.

Una gabbia di stelle mi ha lasciato interdetta arrivati alla fine. Avete presente la sensazione di un pugno nello stomaco? Beh qui il pugno in realtà è un meteorite perché il messaggio che l'autrice lancia è in un certo modo un messaggio di speranza, un messaggio di salvezza e fiducia verso gli altri nonostante lo schifo intorno. Il buio non esiste senza luce e l'autrice lo dimostra con questa storia.

Non è un libro che si può leggere senza fazzoletti e senza gelato consolatorio, vi farà piangere e emozionare. Era dai tempi di Splendi più che puoi che non piangevo così. Un libro viene definito capolavoro quando alla fine del testo ci lascia un messaggio, ci lascia sconvolti e con la pelle pronta a bruciare, ci rivoluziona e ci fa venir voglia di cambiare adesso, subito.. beh Una gabbia di stelle arriva in alto nella lista dei capolavori, arriva in alto nella lista dei miei libri preferiti. 

LA PAURA DI PARLARE. LA PAURA DI PROVARE. LA PAURA DI VOLERE. LA PAURA DI SOGNARE. DI PENSARE ALLE PERSONE CHE HAI PERSO, E LA PAURA DI PERDERNE ALTRE. SONO QUESTE LE COSE CHE TI TENGONO IN TRAPPOLA.  
1 commento on "Una gabbia di stelle. Recensione. "
  1. Non lo conoscevo, ma devo dire che la trama sembra parecchio intrigante e la tua recensione invoglia alla lettura!

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