Cronache di un gatto viaggiatore, Hiro Arikawa - Recensione -

martedì 3 ottobre 2017
Sei uno stupido! Se ti perdo di vista in un posto come questo non riesco più a trovarti! Mentre mi rimproverava aveva la voce rotta dal pianto. Per la tua stazza questo è come un mare vegetale, non lo sai? Il mare vegetale è quello che Satoru mi ha spiegato quando siamo andati vicini al monte Fuji. Pare che là il magnetismo non funzioni e così si perde il senso dell'orientamento. Ma figurati non mi allontano mica tanto da perderti di vista. Non mi abbandonare... resta accanto a me!
Cronache di un gatto viaggiatore, non è il solito romanzo con un animale che scimmiotta il pensiero umano, è il connubio perfetto tra la dolcezza delle fusa e le emozioni del riuscire a scoprirsi,a comprendersi. 


cronache di un gatto viaggiatore

Hiro Arikawa


Editore: Garzanti
Prezzo: 16,90€
Pagine: 269

Trama: Nana è un gatto randagio che vive di espedienti. Con la sua bizzarra coda a forma di sette è fiero della sua indipendenza. Ma un giorno ha un incidente. A salvarlo e a prendersi cura di lui è Satoru. Nana all'inizio non si fida, graffia e si ritrae. Non è abituato all'affetto degli uomini. Anche Satoru da tanto tempo non permette a qualcuno di avvicinarsi. Eppure capisce subito come far cambiare idea a Nana: un po' di cibo, una cuccia calda, qualche coccola furtiva. E tra i due nasce un'amicizia speciale che riempie la loro vita. Fino al giorno in cui Satoru deve trasferirsi e non può più occuparsi di Nana. E allora che i due decidono di fare un viaggio, su una vecchia station wagon color argento, per trovare un nuovo padrone tra le amicizie di Satoru. Tra filari di betulle bianche, peschi c canne di bambù, attraverso un Giappone pieno di colori, profumi e panorami dal fascino infinito, incontrano il migliore amico di Satoru da bambino, la prima donna che ha amato e poi perso e il suo compagno di scorribande delle medie. Ma nessuno di loro può prendersi cura di Nana. Sarà invece quest'ultimo ad arricchire le loro vite ricordando quali sono le cose importanti, quelle che regalano gioia e serenità. E quando il viaggio è quasi alla fine, il gatto e il suo padrone capiscono che non possono fare a meno l'uno dell'altro. E che, qualunque cosa accada, vogliono stare insieme. Nonostante tutto. Nonostante ci sia una verità che Satoru non ha il coraggio di dire a Nana. Eppure non ha più importanza. Perché il loro legame durerà per sempre.

Ci sono incontri che durano pochi minuti, eppure riescono a lasciare il segno come una cicatrice sulla pelle. Ci sono incontri che riescono a cambiare completamente la giornata di qualcuno, non importa se ci si conosce o no, non importa quale sia il nome dell'altro, ci sono incontri che bastano a cambiare le proprie vite.

Ed è con un incontro, con quel determinato incontro, che la vita di un gatto e di un ragazzo cambia per sempre.

Chi ci racconta l'inizio del viaggio dei nostri protagonisti, è proprio quel gatto randagio appollaiato sul cofano di una macchina dal colore argento. Quante volte vi sarà capitato di avvicinarvi o meglio, tentar di avvicinarvi a quel randagio che da lontano sembra osservare il mondo? Il nostro gatto, per ora senza nome, è uno di quei gatti liberi, che si lasciano accarezzare solo se la cosa conviene veramente, che non si cedono a tutti, ma quando si cedono te lo fanno pesare come se fosse stato solo un LORO favore. Il gatto da sempre è considerato un animale indipendente, libero... uno di quei animali che non ha bisogno di nessuno, eppure con Cronache di un gatto viaggiatore la storia si ribalta, il gatto non è più l'animale aristocratico che da sempre ci han raccontato, il gatto di Hiro Arikawa è quello che ti fa battere il cuore, che ti da sempre un motivo per non buttarti giù, per stupirti già dall'alba del mattino. 

Dalle prime pagine la storia così delicata ci emoziona passo passo, toccando un po' le corde del Piccolo Principe e la volpe di Antoine de Saint-Exupéry e come con quel piccolo principe ci si è abituati un po' alla volta, anche qui con Nana ci si abitua piano piano alla sua presenza, in maniera graduale.

L'incontro iniziale è il nucleo, la parte centrale di un emozione chiamata poi amicizia. Quando il gatto randagio si trova in pericolo, il primo pensiero va a quel ragazzo e al loro primo incontro; è il destino che permette loro di incontrarsi ancora una volta, di aiutarsi a vicenda. Satoru non perde tempo, non pensa a nulla se non a salvarlo e portarlo con sé, dandogli un nome sbagliato: Nana.
Da quelli incontri decisivi, la loro vita cambia, entrambi si rendono conto di aver bisogno l'uno dell'altro, senza starsi troppo addosso, senza dover riempire le giornate di dimostrazioni d'affetto, lui sa che c'è e l'altro pure; lui sa che quel ragazzo è pronto a tutto per dare ad entrambi il benessere che meritano e lui, il gatto randagio, sa che Satoru è l'unico che si merita di accarezzarlo.
Quando Satoru decide di vivere con Nana, la sua vita cambia letteralmente, un trasloco fatto in fretta perché l'animale non sempre viene accettato. Entrambi diventano il compagno dell'altro e quando Satoru sale su quella macchina color argento con un mi dispiace tra le labbra, quel gatto randagio sa che deve farsi coraggio e deve far finta che i cinque anni passati insieme non siano in realtà mai esistiti.

Il viaggio che l'autrice ci porta a fare con i due protagonisti, è un viaggio di formazione, una ricerca di un qualcosa che forse non esiste ancora. Il percorso reale, la ricerca della persona e del luogo giusto, i vari personaggi secondari che si sviluppano e le loro varie scene, diventano tutte un'ombra di poca importanza quando ci si trova davanti ad un percorso interiore, al bisogno di ri-trovarsi e ri-cercarsi. Entrambi si accorgono davvero dell'altro, entrambi non occupano più solo una spazio in comune cercandosi solo quando effettivamente serve, entrambi adesso vivono la situazione insieme.

L'abilità dell'autrice si sviluppa anche nel momento in cui, non solo da vita al personaggio di Satoru creando e donando una forma e molti aspetti caratteriali, facendoci sentire la sua stessa anima, ma dona altrettanto al gatto randagio, portandoci le sue simpatie e le sue antipatie, portandoci la sua ironia, il sarcasmo sottile che solo un gatto può avere e la sua superiorità buffa nei confronti dei cani. Entrambi sono dei personaggi complessi, da una parte abbiamo un ragazzo profondo e silenzioso, un ragazzo riservato nella vita, quasi uno spettatore, dall'altra parte abbiamo Nana che parla con gli occhi, che crede che quell'umano, forse il suo umano, sappia parlare il gattese, che ci lascia i suoi pensieri nelle situazioni che accadono e che comprende azioni anche se difficili.

La scrittura dell'autrice è evocativa, è silenziosa, è armonica, è come ascoltare della musica classica e veder tramutare ogni nota in colore. Non è una scrittura prepotente, ricca di azione e decisiva, è una scrittura che scivola in maniera molto profonda. Come detto all'inizio, la storia è molto delicata, ma anche un fiume se in piena, può scavare la roccia.

La meta del viaggio di entrambi lascia i brividi sulla pelle. Il contenuto ci porta con nostalgia al ricordo di tutto ciò che insieme hanno vissuto, non siamo più gli spettatori di questo film immaginario, tutto ad un tratto ci troviamo ad essere i veri protagonisti e a sentire l'amaro in bocca arrivati alla fine. Cronache di un gatto viaggiatore è un romanzo profondo, che merita di essere ascoltato. Non è la classica storia del gatto umanizzato, non è un romanzo facile dal semplice lieto fine. Cronache di un gatto viaggiatore è la mia storia che diventa anche la tua e la sua, è la storia di tutti che va letta e stretta al petto, fino a mescolare le parole con il cuore.

3 commenti on "Cronache di un gatto viaggiatore, Hiro Arikawa - Recensione - "
  1. Che meraviglia di recensione!
    Avevo già messo gli occhi sul libro, ma ora ne sono ancora più convinta!

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    1. Grazie mille! Fammi sapere se lo leggerai.. e' meraviglia pura!

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    2. Grazie mille! Fammi sapere se lo leggerai.. e' meraviglia pura!

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