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Musica & Parole: Cuore di Neve, Debora Mayfair

giovedì 30 novembre 2017

Musica&Parole è una rubrica che già dal nome è tutto un programma. Collega ciò che c'è di più bello nel mondo: La lettura alla musica, dando spazio a estratti di libri nuovi a musiche che possono ricordarle. E' una rubrica che, salvo eccezioni, avrà spazio nel mondo di sopra il venerdì e vi permetterà di sognare e aprire la mente. 

Nota bene: Lasciati rapire dalla musica e dalle parole. Apri il video musicale e quando la musica comincia a partire, usala come sottofondo per leggere gli estratti e lasciati trasportare. 


CUORE DI NEVE

Debora Mayfair


Editore: Dark Zone 

Trama: Bianca sta finalmente ritrovando il suo equilibrio. Ha chiuso la relazione affettiva con Teo, ma non il suo rapporto con l’uomo, disposto a tutto, anche a mettere a repentaglio la sua vita, per proteggerla. Lui è il suo Cacciatore, lei una Regina degli Spiriti: il legame che li unisce è saldo come l’acciaio. O almeno è quello che credono entrambi. Il ritorno del primo amore di Bianca, Hallbjörn, dall’Islanda, metterà infatti a dura prova non soltanto il rapporto tra lei e Teo, ma anche la salute psichica della ragazza, messa sempre più in crisi dalle frequenti lacune nella sua memoria. Enormi falle nei suoi ricordi le impediscono di rammentare fino in fondo chi lei sia e quale sia il suo ruolo. Quello che infatti Bianca non immagina è che gli ingranaggi del Ragnarök, creati da lei stessa in un tempo dimenticato, stanno iniziando a muoversi e incastrarsi a ogni suo passo. Il destino dell’universo è appeso a un filo e alla sua capacità o meno di ricordare…

Con la coda dell’occhio vedo alcune ombre prendere forma all’estrema destra della cornice: stringo i denti e sgranchisco le mani, è quasi ora di entrare in azione. Il ricordo continua, ma io sono troppo impegnato a sorvegliare gli Incubi che stanno uscendo dalle ombre per assumere la loro forma umanoide, tornando a somigliare agli uomini biondi dai vacui occhi azzurri che ho imparato a riconoscere ovunque. «Sei italiana? Io adoro l’Italia.» Guardandomi da fuori, direi che col mio italiano stentato ho fatto la figura del coglione. «Buon per te!» risponde Bianca in spagnolo, indossando gli auricolari mentre sorride e volta la testa dall’altra parte. «Non mi dire, ti piacciono le Chordettes? Sono un po’ vecchio stampo!» Il me stesso nello specchio si sdraia di fianco a lei, abbastanza vicino da ascoltare la musica proveniente dalle sue cuffie. Mentre sento ancora nell’aria la nostra canzone, vedo un Incubo allungare gli artigli per grattare via parte del nostro ricordo, il quale si accartoccia lacerandosi come se fosse di carta. È ora. 



If I look hard enough into the setting sun Mi accosto dietro alla porta, in attesa, rigirandomi il coltello nella mano. Mi accorgo di emanare un freddo intenso. Non ho tempo di cercare calore, ora esistiamo solo il nemico e io. Sento avvicinarsi dei passi. Non so se andrà bene, quindi nel dubbio lecco la lama del coltello, ferendomi la lingua. La magia del sangue unita alla volontà funziona sempre. Vedo l’uomo varcare la soglia. Un attimo dopo è accasciato a terra, con il mio pugnale nel petto. Io non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno, spargi pure la voce. Mentre affondo l’arma, continuo a ripetermi che presto torneranno la rabbia e il terrore. Invece niente. Quello che sento è solo riconducibile al pacifico gelo. My love will laugh with me before the morning comes Improvvisamente dei passi mi distraggono dal vuoto dei miei pensieri. «Cosa stai facendo, Bianca? Cosa ti è successo?» Una voce mi risveglia dal torpore, la riconosco? Non mi ricordo, devo avere ancora in circolo le droghe con cui l’Incubo mi ha stesa prima. Un altro nemico? Alzo lo sguardo e attraverso i capelli vedo Björn guardarmi stupito. Ha un’espressione sconvolta e non mi sarei aspettata niente di meno, dato che sto ancora stringendo con tutte le mie forze il manico del coltello infilato nel petto di un uomo morto. «Posso… spiegarti tutto. Davvero!» gli dico, incespicando tra le parole. No, non doveva vedermi in questo stato. Mi accorgo appena che mi si oscura la vista, prima di svenire. Scappa finché puoi. Immischiarti nella mia vita potrebbe farti impazzire. 


Attaccato a uno dei lampioni lì fuori c’è una locandina dei Calliope. Bianca in primo piano, una ragazza dietro di lei alla batteria e un ragazzo con un basso al suo fianco, che le passa un braccio attorno alle spalle. Nota mentale: io lo ammazzo, chiunque sia. Entro e oltre il portone in legno mi aspetta lei, a dividerci solo una marea di corpi. Con morbosa curiosità la osservo cantare muovendosi in modo provocante attorno al bassista, non capisco nemmeno cosa diavolo stia dicendo, ma mi eccita da morire. E mi fa incazzare. Pagherai ogni singolo tocco che stai dedicando a quella stupida volpe, lo giuro. Ha lo stesso vestito del primo appuntamento che abbiamo avuto dopo esserci ritrovati, quello in cui ha scoperto di essere un asso con le lame. Ha le frange in fondo, ed è talmente corto che a malapena le copre il sedere e le scende in uno scollo profondo sulla schiena, lasciando scoperto il retro del reggiseno. La musica finisce, il gruppo scende dal palco e si dirige verso il bar, tra le esclamazioni della folla. «Je t’aime, Blanche!» «Encore une autre chanson!» «Chantons I love rock and roll!» Lei alza il dito medio in risposta alle persone che la circondano, ridendo mentre ordina da bere. La sua pelle chiara è illuminata dalla luce della luna che entra flebile da una finestra in alto. Mi avvicino al bancone e al barista indico una birra dal nome impronunciabile, prendo un sorso dalla bottiglietta ignorando il bicchiere. Dopo altre richieste Bianca cede e tornano tutti e tre sul palco, la volpe la abbraccia prima di prepararsi a suonare. Mentre canta non riesco a fare altro che guardarla muoversi attorno a quel tipo. So che non è reale, che sta solo fingendo per lo spettacolo, ma fa male come se lo fosse. È cambiata. Se prima le sue labbra erano rosse, ora sono rosa chiaro, e oltre ai capelli biondi, tutta la sua figura sembra sbiadita. «Hai rimesso l’anellino al setto.» Parlo da solo, mentre una scossa elettrica mi si scarica nel basso ventre e un ringhio sordo mi rimbomba in gola. Ha bisogno di essere scaldata e non accetterò un rifiuto come risposta. «He smiled so I got up and asked for his name. That don’t matter, he said, ’cause it’s all the same. Said can I take you home where we can be alone. An’ next we were movin’ on, he was with me, yeah me. Next we were movin’ on, he was with me, yeah me singin’…» Poi alza lo sguardo e mi vede. Sollevo la birra in segno di saluto, rimanendo appoggiato alla parete di mattoni. La folla seguita a cantare il ritornello al posto suo, lei lascia il microfono alla volpe e scende dal palco, dirigendosi verso di me attraverso la marea di persone che continuano a cantare e ballare anche senza di lei. Appena mi raggiunge mi cinge il viso con le sue gelide dita affusolate e mi bacia. 


La mappa da Vinci, Vittoria Haziel - Review Party -

Un messaggio nascosto da Leonardo sulla sacra sindone Quale chiave può decifrare un enigma geniale?

Iniziamo la giornata con un review party edito dalla Newton Compton su la mappa da Vinci, un thriller storico che collega Leonardo da Vinci ad un indagine accurata.



la mappa da vinci

Vittoria Haziel


Editore: Newton Compton Editori
Prezzo: 10,00€
Pagine: 345
Genere: Thriller storico

Trama: Dalla basilica del Corpus Domini di Milano è stato rubato un quadro. Si tratta di un’opera di Davide Vicin, che reinterpreta Il cenacolo di Leonardo da Vinci. Insieme al dipinto è sparito anche il suo autore, un artista da sempre affascinato dall’enigma della Sacra Sindone. All’indagine ufficiale del commissario Coppola si affianca quella di due amici, Liza, studiosa di Leonardo, e Ivan, esperto di esoterismo. In una ricerca che sembra quasi una caccia al tesoro, Liza e Ivan s’imbattono in personaggi strani e inquietanti, una suora, autrice di una riproduzione della Sindone, un cardinale dalla condotta tutt’altro che ortodossa, e dovranno confrontarsi con complicati misteri, enigmi e simboli da interpretare. Ogni indizio sembra condurre inesorabilmente a Leonardo. Uomini di Chiesa e squadre di polizia, realizzatori di documentari e satanisti: tutti coinvolti in una corsa per la decifrazione dei messaggi lasciati sul telo di Torino dal più grande genio di tutti i tempi…

Scrivere questa recensione non mi è facile e sono sicura che arrivando alla fine, ci si sentirà più confusi di prima. In generale il libro mi è piaciucchiato, sono arrivata fino alla fine in pochissimo tempo, ma non mi ha lasciato quella sensazione nel definirlo un libro da togliere il fiato. E' un thriller storico, ma andrebbe rivisto in diverse parti. Si ha una sensazione di piacevolezza nella lettura, ma al contempo non si ha quella sensazione di tanto fascino. Ma procediamo dall'inizio.

Già dalle prime pagine l'ambientazione ci porta nella basilica Corpus Domini di Milano con l'azione avviata, nella notte scompare un quadro senza lasciare nessuna traccia. Ovviamente i frati e il guardiano della basilica, rimangono sconcertati all'idea che un quadro non poi così famoso è stato portato via, senza lasciare indizi e senza avere poi quell'importanza di altri quadri famosi. In questa figura della caccia al quadro, troviamo il commissario che cerca di indagare, di capire cosa succede, trovandosi coinvolto in una vicenda più grande. Pagina dopo pagina assistiamo letteralmente al caso, da una parte diveniamo spettatori di un indagine via via sempre più ricca, dall'altra ci troveremo noi stessi ad indagare. I personaggi che il commissario si ritrova ad affrontare sono diversi, alcuni più accentuati degli altri, ma non rovinano la scena del romanzo.

Ma qual è la verità che ha portato qualcuno a rubare un quadro? E' davvero ciò che sembra? 

Preso così superficialmente il romanzo non è affatto male, ma in alcune parti mi ha ricordato molto il romanzo di Dan Brown, Il codice da Vinci, lasciando quindi la sensazione di un qualcosa di già visto. Il commissario, il nostro protagonista, spazia tra la voglia di farsi conoscere e la voglia di mistero, non rilascia totalmente la sensazione di un personaggio che spicca dalla carta, ma rimane sempre in maniera statica, trascinato dagli eventi e da ciò che succede, mentre in realtà per un personaggio di una certa importanza nelle indagini, avrei voluto quella sensazione in più di potere, quel pugno chiuso che non solo indaga ma possiede letteralmente la scena.

Diversi capitoli dopo il romanzo cambia e svela i vari enigmi che lascia non solo ai protagonisti, ma al lettore stesso. E' interessante visualizzare l'accurata ricerca dell'autrice per sviluppare enigmi e codici che portano entrambi a soluzioni a volte irreali. L'autrice pagina dopo pagina crea un mistero, un qualcosa di nascosto di fronte a qualcosa di reale; quel labirinto di misteri diviene un gioco e noi giocatori o pedine con cui giocare. Lo stile dell'autrice è fluido, la scrittura è pulita, ma non rilascia quell'adrenalina che ci si aspetta da un grande thriller storico.

Sembrerà un angioletto quando asciutto sarà, è una frase che casca a pennello per questo romanzo. 

Il giglio di fuoco, Vic Echegoyen - Recensione -

mercoledì 29 novembre 2017
Una dama fascinosa e maledetta alla corte del re di Francia.

E' da queste parole - e dalla copertina - che il romanzo mi ha incuriosito, arrivando a leggerlo in pochissimo tempo. Nonostante oggi sia mercoledì, quindi tempo di www, preferisco dar spazio a questa recensione e confrontarmi con chi il libro lo ha già letto e chi abbia voglia di iniziare a farlo. 


IL GIGLIO DI FUOCO

Vic Echegoyen


Editore: Sonzogno
Prezzo: 19,50€ 
Pagine: 539

Trama: Francia, durante la Guerra dei trent’anni. Quando il cardinale Richelieu incarica Léon, segretario di stato e capo delle sue spie, di una rischiosa missione segreta in Borgogna, territorio nemico, questi non immagina che dovrà trovare, catturare ed eliminare la donna più pericolosa del regno. Mentre la caccia avanza e la misteriosa preda trova mille stratagemmi per sfuggire ai suoi persecutori, vengono gradualmente alla luce la personalità e il passato dell’eroina braccata: una spregiudicata avventuriera, proveniente dai bassifondi della società, ripudiata fin da piccola dai genitori e marchiata a fuoco dall’Inquisizione, capace però di conquistare le corti di Londra e Parigi grazie al fascino, all’astuzia e a un ingegno senza scrupoli. Aveva saputo entrare anche nelle grazie dell’uomo più potente di Francia, il cardinale; ma ora, al termine di una sequela di raggiri e inganni, inizia tra i due – i cui destini sono intimamente intrecciati – l’ultima sfida, nella quale entrambi metteranno a rischio la propria fortuna, la propria vita, e perfino la pace in Europa. Scrupolosamente documentata e scritta con eleganza e semplicità, l’opera di Vic Echegoyen possiede il dono dei migliori romanzi storici, che riescono a trasportare il lettore in un’epoca lontana grazie alla forza dei loro personaggi e a una trama piena di sorprese.

La donna più pericolosa del paese deve essere assolutamente eliminata. E' così che inizia questo romanzo e già qui la mia vena di curiosità comincia ad aver fame. Siamo in Francia durante la guerra dei trent'anni e il cardinale Richelieu ha bisogno di trovare e condannare quella donna così meschina e potente. Ma è davvero il male che il paese condanna? E chi è quella donna tanto odiata? Il nostro pomposo e odiatissimo cardinale, convoca il segretario di stato e capo delle spie: Leon, per trovare la fuggitiva misteriosa è qui che, il predatore, inizia la caccia contro una preda sfuggente. Per riconoscere la donna è molto semplice, ha un marchio a fuoco di un giglio, marchio che la condanna dall'Inquisizione come strega. 
Il viaggio per trovarla è molto lungo, pieno di intrighi, misteri, tradimenti e condanne forse a vuoto. L'intreccio tra Leon e Isabelle viaggia tra due binari che si incrociano spesso, un passato e un presente che si mescola allo sfarzo dell'ambientazione e alle congiure nascoste nell'ombra. Isabelle come voce narrante della sua storia ci apre la porta del passato, del suo passato, di come la sua vita è sempre stata diversa sin dall'inizio e di come l'arte di vendersi, di comunicare, di influenzare, l'abbia aiutata in un periodo di troppo sfarzo e troppa violenza al tempo stesso. Leon viaggia invece nel presente, nella ricerca di trovare quella donna e dirigersi in quella tanto odiata Borgogna che ospita qualsiasi individuo abbia bisogno di aiuto.

Il ritmo corre veloce e il bisogno di sapere, di capire perché quella donna ne diviene tanto odiata, marchiata di stregoneria e imbrogli, si mescola alla sorpresa dei luoghi che l'autrice racconta. Siamo in Francia e tocchiamo anche Londra, siamo nell'affascinante magnificenza di Parigi e, percorriamo i misteri di famiglie e discendenti che appaiono come maschere di cera dinanzi a fiamme di candele che, pagina dopo pagina, aumentano il loro vigore.

Nonostante la mole del romanzo e i suoi personaggi, tutto il volume avanza come un mare in tempesta. I minuziosi dettagli del romanzo si mescolano alla curiosità del lettore, invogliandoci ancora di più a continuarne la lettura e ad arrivare alla fine con la nostalgia di averlo già finito, cosa che per un romanzo che sorpassa le cinquecento pagine, è comunque quasi assurdo.

Il giglio di fuoco nasce come romanzo storico, eppure si cataloga benissimo in quasi tutti i generi, arrivando addirittura al thriller per come l'adrenalina scorre nelle nostre vene. L'attenta ricerca storica, si sente e si legge comunque ad ogni pagina, nulla viene lasciato al caso e fino all'ultimo, l'autrice domina i suoi personaggi senza rischiare che essi prendano troppo il sopravvento nella storia, rischiando di mescolarne troppo il contenuto. L'alternanza a volte dei capitoli con il trovarsi nella testa di Leon, tra i suoi pensieri e i suoi dubbi, mi è piaciuto parecchio. Non ho un personaggio definitivo a cui mi sono legata, in quanto ogni individuo - a parte ovviamente il pomposo cardinale - mi ha lasciato qualcosa, ogni loro gesto, la loro personalità che esce fuori dalla carta, mi ha dato la possibilità di sentirli vivi e, se da una parte, vederli quasi in carne e ossa, dall'altra sentirmi io stessa uno di loro. 

Da allora, ovunque fossi, il giglio marchiato a fuoco sul braccio mi avrebbe sempre smascherato come una criminale, in fuga per il resto della vita. 

Il giglio di fuoco è un romanzo complesso, ma ha tutto ciò che un lettore avido può desiderare: ha una lettura coinvolgente, ha un contenuto che ti fa sentire la sensazione di fiato sul collo se si osa chiudere il romanzo, non si fa attendere, ogni capitolo deve essere divorato subito perché la curiosità avanza pagina dopo pagina. Ha personaggi complessi, storici e interessanti. Ha luoghi che sono già film, luoghi e periodi storici che lasciano quasi la bava alla bocca per le loro descrizioni. Ha giochi e intrighi dove l'autrice diviene una burattinaia che giostra i fili di noi poveri burattini. Ha una mole di cinquecento pagine che non si sentono assolutamente, Il giglio di fuoco non annoia, ma ti marchia la pelle.

Nonostante sia il primo romanzo dell'autrice è senza dubbio un libro che ha fascino e talento dei grandi classici, è un libro che non si dimentica. 

#Audiolibro, quando gli auricolari si fondono insieme al timpano. Audible

martedì 28 novembre 2017



Ebbene si, ci sono cascata anch'io nel sistema di Rilassati e Ascolta ed il colpevole è assolutamente Audible. Ma andiamo a veder meglio cos'è questa applicazione che si può inserire sullo smartphone!

Audible è un affiliato di Amazon e permette di ascoltare audiobook sia in lingua italiana, sia  in lingua straniera. Fin'ora ha nella sua lista più di tredicimila audio pronti ad esser ascoltati. Questo sistema permette di avere un abbonamento GRATUITO di trenta giorni, dove è possibile ascoltare un numero illimitato di audiobook, per poi avviare un abbonamento vero e proprio al costo di 9,99€ al mese. Come ogni sistema, anche Audible utilizza il fascino di "Suggeriti per te" a seconda di ciò che si ascolta e si scarica in libreria. Nota bene, anche la libreria sul dispositivo permette di salvare un numero illimitato di audiolibri, il limite è ovviamente la memoria del proprio smartphone. 

Perché utilizzarlo:

Sono sempre stata contraria - per chi ovviamente può leggere normalmente un libro - all'ascolto di un audiolibro, in quanto il rischio di distrarsi facilmente e perdere il filo del discorso è sempre dietro l'angolo. Il fascino della carta, lo sfogliare le pagine, annusare l'odore anche che il romanzo stesso ha, è sempre ciò che affascina ogni tipologia di lettore. Tuttavia utilizzando il mese di prova gratuito di Audible, mi sono resa conto che un audiolibro non è poi così male e ho provato a buttar giù lo schema qui di seguito:

PRO:
  •  Puoi portare centinaia di libri ovunque - a seconda ovviamente della memoria del telefono
  • Puoi passeggiare con il cane e allo stesso tempo ascoltare un libro senza perdere minuti e ore
  • Se si ha difficoltà alla vista, si ha la possibilità di riposare gli occhi.
  • Audible è un applicazione molto semplice anche per chi ha difficoltà con la tecnologia
  • Infiniti titoli per un costo di un paio di pacchetti di sigarette al mese.

CONTRO:
  • La lettura è comunque più lenta rispetto ad una lettura normale vera e propria
  • Lo smartphone si scarica velocemente, perde almeno l'1% di batteria ogni ora.
  • Se si è fuori casa il rischio di perdere il filo del discorso è comunque dietro l'angolo
  • L'utilizzo continuo degli auricolari per ascoltare meglio l'audiolibro, è comunque dannoso ai timpani.

Da questo schema alla fine sia i pro che i contro, vanno più o meno di pari passo. Utilizzando ancora per il momento i pochi giorni di abbonamento gratuito, non so effettivamente se continuerò con l'abbonamento a pagamento o se mi limiterò a disdire l'account; c'è comunque da dire che i titoli ascoltati fin'ora sono diversi e mi permette di continuare a leggere anche se ho le mani impegnate dalla passeggiata con il cane o dal bisogno di muovermi tra la gente. Se una volta negli auricolari avevo musica ad alto volume, adesso è un audiolibro a farmi compagnia.



Titoli che ho in libreria:

Non avendo uno smartphone di ultima generazione, mi trovo costretta a scaricare pochi titoli in libreria, aspettare di finire l'ascolto per poi rimuoverli e aggiungerne altri. I titoli che ho al momento e che sto ascoltando, sono:




Utilizzate anche voi l'applicazione Audible? Avete mai ascoltato un audiolibro? Aspetto i vostri commenti.



Sere d'Autunno a Firenze - Segnalazione -

lunedì 27 novembre 2017
Mi chiamo Maria, sono nata a Napoli, e vivo in provincia. Classe 1992. Fin da piccola ho coltivato la passione per la lettura. Tutto ebbe inizio a nove anni con La fabbrica di cioccolato. Un buon inizio, no? Crescendo ho coltivato passioni come la scrittura e approfondimenti su diverse tipologie di letteratura e biografie sui miei scrittori preferiti. Leggere e scrivere per me è necessario come la colazione al mattino: indispensabile!

Iniziamo la giornata con una segnalazione abbastanza ricca e... indispensabile come la colazione al mattino.




sere d'autunno a firenze 

Maria Capasso


Editore: Un cuore per capello 
Prezzo: 0,99€ ebook

Trama: Come regalo di compleanno, Luigi regala a Sveva due giorni a Firenze. Sono innamorati, l'unico problema è la distanza: Luigi lavora per l'esercito. Il loro amore è così forte da superare tutto e progettare una vita insieme. In quei giorni a Firenze, baciati dall’autunno, Sveva compra una borsa in un negozio di oggetti usati: al suo interno sono nascoste delle lettere che risalgono alla seconda guerra mondiale. Dalle parole si capisce che si tratta di un amore mancato e minacciato dalle leggi razziali, e lettera dopo lettera i due ragazzi ripercorrono un’epoca dove i sentimenti non erano facili da vivere alla luce del sole.


BIOGRAFIA AUTRICE:

Mi chiamo Maria, sono nata a Napoli, e vivo in provincia. Classe 1992. Fin da piccola ho coltivato la passione per la lettura. Tutto ebbe inizio a nove anni con La fabbrica di cioccolato. Un buon inizio, no? Crescendo ho coltivato passioni come la scrittura e approfondimenti su diverse tipologie di letteratura e biografie sui miei scrittori preferiti. Leggere e scrivere per me è necessario come la colazione al mattino: indispensabile! Nutro una forte passione per il cinema e la musica (soprattutto per le colonne sonore). Ho frequentato l’Istituto di Scienze Umane, ma da sempre ho cercato un distacco dalla realtà.  
Ho collaborato col blog Leggere a colori scrivendo racconti brevi e recensendo libri.  Ho pubblicato con Les Flâneurs Edizioni Nulla si dissolve (solo e-book). Per le Edizioni Pink Un giorno di primavera (solo e-book). Due racconti con Historica Edizioni Ricordo autunnale e Lettera a mia figlia.  Sto per pubblicare con Butterfly Edizioni Tra le pagine di un sogno. Sto per pubblicare con Collana Floreale Cinque minuti a mezzanotte. Scrivo per un sito web Logokrisia tematiche femminili.  Ho collaborato con la rivista scientifica Espressivamente di Perugia scrivendo racconti e recensendo saggi.  Ho un blog L’Angolo delle parole e un profilo facebook L’Angolo delle parole che seguo in base agli impegni, dove promuovo e recensisco autori emergenti e non. Recensisco anche per il Pink Magazine. Sono risultata finalista al premio Circolo Culturale - Giovanni Brassotti Ziello e sono stata scelta come membro di giuria alla nuova edizione del concorso.  
Amo i musei e le città nostalgiche che profumano di pioggia. Segni particolari: sono perdutamente innamorata di John Keats. 

PICCOLO ESTRATTO:

Le cose belle si trovano, non si cercano. E io dovevo ricordarti, nella speranza di ritrovarti. Un segno dal cielo che tu potessi ritornare per magia. Ed era successo. Il tuo primo messaggio. Le tue prime parole. Ho letto quelle conversazioni come un testo raro. Le ho fatte scorrere dentro di me. Mi hai accarezzato ancora prima di conoscermi. Mi hai presa ancora prima di essere per davvero tua. Sei entrato, sei uscito, e sei rientrato per restare. Non ci siamo cercati, ma ci siamo ripresi a tempo. I ricordi piano piano ritornano… Ho scovato una vecchia frase che scrissi per te: “Tu sei bellissimo. Non so da dove vieni e non so chi sei… ma sei bellissimo”. Ti verranno dei mal di testa, perché improvvisamente ti porterò indietro nel tempo. Ma credimi, amore, vale la pena rivivere la nostra storia. Nei voli tra le nuvole. Nelle cadute tra il fango. Tra i sorrisi e le lacrime. Ci siamo amati fin da subito, ma non l’abbiamo mai capito. Noi due con i primi incontri non siamo mai andati d’accordo. Eravamo diversi, ma in modo identico. Entrambi privi di parole. Entrambi tante parole mancate e non dette. L’inizio è stata la fase più dolorosa per noi. Ti ricordi quando mi dicevi che non ero abbastanza per te? Che non potevo darti quello di cui avevi bisogno, e che io ero troppo dolce per soffrire e affrontare una storia con te? Che entrambi avevamo bisogno d’altro. Io dovevo vivere la mia adolescenza. Tu eri nel pieno della vita. Io volevo vivere una storia che superasse le fiabe. Tu volevi qualcuno con cui vedere se potevi costruire qualcosa. Perché non ci credevi nell’amore. Non riuscivi a credere che si potesse sentire il cuore di qualcuno battere nel proprio petto. Tu consideravi la vita di coppia come una conoscenza, una frequentazione, e poi l’inizio di qualcosa che portava ad altro. Vedevi tutto come un programma calcolato, un progetto lavorativo. Non vedevi l’amore, vedevi solo ciò che potevamo essere io e te.

In my mailbox, quando Libraccio ti "abbuona"

domenica 26 novembre 2017


La settimana è finita e mentre gli animali di casa dormono spaparanzati sul divano, io mi fermo un attimo per mostrarvi gli acquisti e gli omaggi della settimana con la buca delle lettere. Ieri per la prima volta ho venduto diversi libri al negozio Libraccio, la commessa era purtroppo di fretta e non mi ha spiegato la differenza e la selezione tra un libro ed un altro. Sono rientrata comunque a casa con dei libri scartati e gli altri,invece, mi hanno dato la possibilità di ricevere un buono con la scelta tra contanti alla cassa o buono da spendere in libri.. e cosa potevo scegliere? Ovviamente, lo spazio in libreria continua a non ridursi. 


Come prime immagini vi mostro subito i romanzi acquistati con il buono Libraccio che mi hanno permesso di depennare i titoli dalla mia lista di libri da leggere assolutamente


Shadowhunters Signore delle Ombre, di Cassandra Clare aveva il bollino del - 50% con "mai sfogliato" e decisamente è in ottimo stato. L'usignolo, di Kristin Hannah, è un romanzo che sognavo di leggere da parecchio, già dalle prime pagine ne sono rimasta rapita. Aurora nel buio, di Barbara Baraldi è un thriller edito dalla Giunti. Su questo romanzo ne ho lette e ne ho sentite parecchio, c'era chi si lamentava, chi invece lo acclamava come libro del mese, non vedo l'ora di leggerlo e farmi un'idea mia. Stessa cosa per L'isola di Alice, di Daniel Sanchez Arevalo, per il momento è un ni, la trama non mi ha conquistato chissà quanto, ma volevo leggerlo e ovviamente alla parola Alice non resisto. 

Alla Dark Zone ho approfittato dell'offerta 3 x 2 su tutti i titoli: Scegli 3 romanzi, mettine due nel carrello e segnala del messaggio il terzo titolo da te scelto. Ti verrà spedito gratuitamente. Potete trovare l'offerta in questo click


Evelyne: una donna di nome Dio, di D.s. Michele mi ha conquistata dalla copertina e dal titolo, per la prima volta dopo parecchio tempo ho acquistato questo romanzo ad occhi chiusi, senza leggere la trama, senza informarmi sull'autore. Non so di cosa parli, ne' che tipologia di genere è, eppure non vedo l'ora di iniziarlo. Piccoli passi nel buio, di Miriam Palombi è un piccolo romanzo con racconti horror all'interno. Ne ho letto i primi due e ammetto che hanno il loro fascino. Come titolo omaggio ho preso Nora, di Giacomo Ferraiuolo. Su questo romanzo avevo aspettative altissime, l'ho letto in un fiato lo stesso giorno che è arrivato; tuttavia ne sono rimasta quasi delusa, mi aspettavo molto di più ed invece non è stata quella lettura da togliere il fiato. Ci sono alcuni tratti interessanti, altri che non mi hanno emozionato più di tanto. Mi ha dato fastidio trovare anche qualche errore grammaticale, ma aspetto di programmare la recensione per parlarvene meglio. E per concludere, Il mio cuore cattivo di Wulf Dorn, è un regalo di compleanno da parte di una cara amica che ha confabulato con marito nella mia lista di libri da leggere. 

Avete letto qualcuno di questi titoli? Quali sono i vostri arrivi? Sono curiosa di leggervi. 





Giornata contro la violenza sulle donne. Ogni donna ha il diritto di splendere

sabato 25 novembre 2017
State molto attenti a far piangere una donna perché Dio conta le sue lacrime! La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non dai piedi perché dovesse essere calpestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale, un po’ più in basso del braccio per essere protetta, dal lato del cuore per essere amata


Ci sono poche parole da dire oggi, nella giornata contro la violenza sulle donne. E' brutto l'idea che esista una giornata del genere, esista il ricordare che la donna non deve essere picchiata, che la donna non deve soffrire per colpa di un uomo che tanto uomo non è. E' triste pensare che ad oggi, nel 2017, dove il futuro è tecnologico, dove possiamo raggiungere in un attimo ogni località del mondo, ancora oggi, la donna venga maltrattata, utilizzata come un buco e gettata via nei modi più assurdi e violenti. E' triste sapere che una donna non ha possibilità di scegliere se poter uscire la sera da sola, è triste sapere che una donna non può avere la possibilità di far una passeggiata nei boschi, in strada o in un semplice parco senza esser molestata. E' triste sapere che una donna adesso, sembra che non abbia il diritto di vivere.  Oggi in questa giornata, insieme ad altre blogger, abbiamo deciso di ripercorrere un blogtour silenzioso, un blogtour sulla giornata contro la violenza sulle donne e nella mia tappa vi parlo di un romanzo che mi ha fatto piangere, che mi ha lasciato il segno e il bisogno di splendere.


splendi piu' che puoi

Sara Rattaro 


Editore: Garzanti 
Prezzo: 16,00€
Pagine: 222

Trama: L’amore non chiede il permesso. Arriva all’improvviso. Travolge ogni cosa al suo passaggio e trascina in un sogno. Così è stato per Emma, quando per la prima volta ha incontrato Marco che da subito ha capito come prendersi cura di lei. Tutto con lui è perfetto. Ma arriva sempre il momento del risveglio. Perché Marco la ricopre di attenzioni sempre più insistenti. Marco ha continui sbalzi d’umore. Troppi. Marco non riesce a trattenere la sua gelosia. Che diventa ossessione. Emma all’inizio asseconda le sue richieste credendo siano solo gesti amorevoli. Eppure non è mai abbastanza. Ogni occasione è buona per allontanare da lei i suoi amici, i suoi genitori, tutto il suo mondo. Emma scopre che quello che si chiama amore a volte non lo è. Può vestire maschere diverse. Può far male, ferire, umiliare. Può far sentire l’altra persona debole e indifesa. Emma non riconosce più l’uomo accanto a lei. Non sa più chi sia. E non sa come riprendere in mano la propria vita. Come nascondere a sé stessa e agli altri quei segni blu sulla sua pelle che nessuna carezza può più risanare. Fino a quando nasce sua figlia, e il sorriso della piccola Martina che cresce le dà il coraggio di cambiare il suo destino. Di dire basta. Di affrontare la verità. Una verità difficile da accettare, da cui si può solo fuggire. Ma il cuore, anche se è spezzato, ferito, tormentato, sa sempre come tornare a volare. Come tornare a risplendere. Più forte che può.

Splendi più che puoi è un libro fatto di emozioni, capace di travolgerti come un fiume in piena e farti male, male da morire. Splendi più che puoi è capace di farti scavare una fossa per contenere tutte quelle lacrime che fanno male, ma che nonostante tutto hanno il sapore di rinascita. 

Sara Rattaro con un contenuto fatto di prosa e poesia, con musica classica e danzante, narra la testimonianza, realmente vissuta, di una donna che ha dovuto sopportare, tanto, troppo per amore. Una donna che ha messo da parte se stessa, subendo una condanna che nessuno dovrebbe dare ad un essere umano, la condanna di un uomo.. che tanto uomo non è: le botte, l'umiliazione e la dignità perduta.
Emma, la nostra protagonista, sopravvive isolata al resto del mondo per via di un marito affetto sicuramente da problemi psichiatrici, ma quando Emma rimane incinta e partorisce una splendida figlia, ha bisogno di trovare la forza, di vivere, di fuggire da quella situazione per lei, per quel gioiello prezioso messo al mondo dal suo grembo.

Dopo qualche pagina, si entra totalmente nella vita di Emma e ahimè l'umiliazione, le botte, il buio, i pianti, le paure, la mancata forza di vivere, le sentiamo tutte sulla pelle. Sara Rattaro ci rapisce, ci porta con lei fino all'ultima pagina, sperando di vedere finalmente un piccolo sorriso su di noi, su di lei, su di loro.

Recensirvi questo libro adesso nella giornata contro la violenza sulle donne, è voluto, non per parlarvi di un libro qualsiasi - perché purtroppo sulla violenza che le donne subiscono ci sono tantissime testimonianze - ma per darvi quella botta, quella scossa che Sara Rattaro mi ha portato e per il messaggio che la sua vera protagonista lascia ai suoi lettori, il messaggio di forza, di rinascita. Non siamo noi le colpevoli, non siamo noi le sbagliate, siamo donne che amano, che amano a volte troppo, ma quando l'amore che riceviamo diventa sbagliato, cattivo, violento.. è lì' che dobbiamo lasciare andare e non sentirci in colpa. Un uomo non cambia, noi non possiamo cambiarlo, non dobbiamo crescere come le infermierine di qualcuno. Ogni donna merita di avere accanto un principe e non un uomo fatto di vuoto e cenere. 

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La ragazza della neve, Pam Jenoff - Review Party -

venerdì 24 novembre 2017

Lo so a cosa state pensando, anche oggi un review; eppure come avete notato i review a cui ultimamente sto partecipando sono libri che sto selezionando, quelle letture di cui in un modo o in un altro senti il bisogno di leggere. Questo romanzo non è affatto facile, a volte si rischia di voler interrompere la lettura e pensare ad altro, eppure si arriva comunque alla fine con l'amaro in bocca, con la riflessione che forse tanto male non è stato.


LA RAGAZZA DELLA NEVE

Pam Jenoff


Editore: Newton Compton Editori 
Prezzo: 10,00€
Pagine: 352


Trama: Noa ha sedici anni ed è stata cacciata di casa quando i genitori hanno scoperto che è rimasta incinta dopo una notte passata con un soldato nazista. Rifugiatasi in una struttura per ragazze madri, viene però costretta a rinunciare al figlio appena nato. Sola e senza mezzi trova ospitalità in una piccola stazione ferroviaria, dove lavora come inserviente per guadagnarsi da vivere. Un giorno Noa scopre un carro merci dove sono stipate decine di bambini ebrei destinati a un campo di concentramento e non può fare a meno di ricordare suo figlio. È un attimo che cambierà il corso della sua vita: senza pensare alle conseguenze di quel gesto, prende uno dei neonati e fugge nella notte fredda. Dopo ore di cammino in mezzo ai boschi Noa e il piccolo, stremati, vengono accolti in un circo tedesco, ma potranno rimanere a una condizione: Noa dovrà imparare a volteggiare sul trapezio, sotto la guida della misteriosa Astrid. In alto, sopra la folla, Noa e Astrid dovranno imparare a fidarsi l’una dell’altra, a costo della loro stessa vita.

La nostra protagonista è una ragazzina di sedici anni. eppure la vita con lei non è stata facile, Noa di anni sembra averne addirittura il triplo. Ha un marchio ed un passato addosso che la tormentano. Il dolore, l'amarezza, la rabbia e la paura le scavano dentro giorno dopo giorno, non sembra nemmeno più aver necessità di vivere. La nostra protagonista non ha avuto scelta di decidere, quel bambino, il suo bambino doveva andare via, deve andar in adozione in una famiglia, lei è una madre ma solo per il momento, lei è stata accolta ma ora non ne ha più bisogno.

Come può vivere una madre con un tormento del genere? Come può l'amore per un figlio, per quella creatura nata dal proprio grembo, dividersi e allontanarlo? 

Pam Jenoff a tratti in maniera molto cruda, riesce a farci sentire esattamente quel dolore nelle nostre viscere. La scrittura così evocativa ed intensa, si scava posto nel nostro animo quasi a bloccarci il respiro e a voler allontanare quel dolore, quella perdita di Noa che ora sentiamo nostra. 

Noa fugge dalla situazione in cui si trova e di istinto ancora materno, per via della rabbia e della necessità di riscattare quella perdita subita, si ritrova a rapire un bambino giustificando la sua azione con il bisogno di salvarlo da quei campi di concentramento tanto atroci. Noa scappa e il suo fuggire lo viviamo capitolo dopo capitolo, viviamo le sue emozioni intensamente fino a dimenticare la realtà e a voler continuare a leggere. 

La ragazza della neve non è un libro facile da digerire, pagina dopo pagina si sente la pressione della protagonista, la sua paura che entra nella pelle. Il periodo della seconda guerra mondiale, dei campi di concentramento, dell'odio instaurato nelle persone è un periodo complesso da trattare, un periodo quasi da prendere con le pinze per non sottovalutare tutto il buio che c'è stato; eppure l'autrice riesce in maniera molto naturale a parlare di quel periodo, senza comunque intercorrere in banalità o superficialità.
I personaggi secondari nella vita di Noa, le persone che la salveranno non sono affatto secondari, sono personaggi abbastanza pieni, ognuno con la sua individualità e caratteristica, trasportano la protagonista in un ruolo diverso, cercando di spintonarla verso la vita e non solo la sopravvivenza.

Nonostante il dolore, nonostante quel segreto che Noa nasconde, quel bambino non suo spacciato per altro, Noa comincia a vivere piano piano grazie ad Astrid, che l'aiuta e che le fa comprendere che nel buio c'è ancora un po' di luce. 

L'alternanza tra i capitoli, il trovarsi nella vita e nei pensieri di Astrid e Noa ci porta a capirle entrambe piano piano, da una parte la ovvia paura e l'insicurezza di Noa e dall'altra il bisogno di proteggerla di Astrid e di saperla felice.

La ragazza della neve è un terremoto nel nostro animo, è violento e crudo nelle sue azioni, è il bisogno di vivere e non solo sopravvivere, è un romanzo pieno di messaggi e a volte non è facile continuare a leggerlo. 




Senza Cuore, Taylor Tales, Romina Scarpanti - Review Tour -

giovedì 23 novembre 2017

Che ne dite di iniziare la pausa pranzo tra pergamene e illustrazioni egiziane? E se vi parlassi anche di una mummia? Se seguite la pagina facebook collegata al blog, sapete quanto il mio amore per l'Egitto e la sua spiritualità sia immenso, come potevo resistere a questo dolcissimo e simpatico review? Romina Scarpanti è una neo autrice e Taylor Tales e il suo romanzo di esordio, insieme alle SUE simpatiche illustrazioni. Romina sembra già esser pronta a debuttare tra i grandi, ha tutte le carte in regola per dare vita con un film di animazione il suo romanzo. 


Taylor tales senza cuore

Romina Scarpanti


Editore: StreetLib
Prezzo: 19,99€
Pagine: 158

Trama: Si sa che quando c’è una mummia di mezzo, qualche pazzo sciroccato è sempre pronto a destarla dal suo sonno eterno. Con quale obiettivo? Conquistare il mondo, ovviamente! Ma per fortuna c’è Miss Taylor, un’intrepida e abbondante (nonna) archeologa che può contare sull’aiuto inconsapevole delle sue adorati nipoti: Sophia e Amanda. A loro ha inviato lo scarabeo, l’unico amuleto in grado di salvare la mummia dal suo destino. Ma qualcosa va storto e cominciano i veri guai! Tra frenetici inseguimenti, doti mistiche e svolte inaspettate... l’avvincente saga della famiglia Taylor ha inizio!

Ho letto questo romanzo tutto d'un fiato, fisicamente non riuscivo a smettere, sentivo a pelle il bisogno di continuare la lettura e scoprire dove questi strani personaggi mi avrebbero portato. Già dalla cover rimaniamo incantati dall'illustrazione realizzata dall'autrice e sin dalle primissime pagine cominciamo ad affezionarci al suo modo di scrivere e alla storia che prende piede. Lo stile di scrittura è molto semplice e diretto al tempo stesso, non ha bisogno di tanti fronzoli, eppure nella mente sembra che la lettura venga fatta dall'autrice stessa, in un attimo diventiamo bambini di fronte alla madre che ci racconta una storia. La narrazione evocativa, i dialoghi anche simpatici ci invogliano ad andare avanti, a tifare a volte anche per quel nemico che poi tanto nemico non sembra.

Le prime pagine ci portano nell'Antico Egitto, di fronte ad una mummificazione. Il corpo è pronto per il viaggio, i sacerdoti stanno per iniziare la celebrazione, quando in realtà lo scarabeo più importante viene portato via e Anek Bah rischia di non poter proseguire il suo viaggio nell'altra vita, rischiando la dannazione eterna per un giudizio divino non avuto. Ma perché l'amuleto viene portato via? E chi è l'uomo con la testa da Anubi? Poco dopo eccoci ai giorni nostri, di fronte ad una bambina tutta pepe che serve il té ad una mummia - il caffè mica piace alle mummie - e di fronte ad una sorella più grande, delusa da come la sorellina preferisca giocare con dei cadaveri. Le ragazze di cui vi sto parlando sono Sophia e Amanda, le nipoti di una sorprendente e magica nonna archeologa.
Sophia, Amanda e la nonna si troveranno a dover salvare l'amuleto, lo scarabeo, così importante da una setta pronta a tutto per riaverlo e da una mummia che tanto mummia non rimane.

Davanti ad un romanzo di esordio si ha sempre la paura di trovarsi di fronte a protagonisti o troppo prolissi, che dopo un po' ti annoiano o di fronte a personaggi insapore, superficiali, piatti e statici sulla carta; con Romina Scarpanti tutto questo non succede, anche la più piccola delle nostre protagoniste è così spumeggiante che riesce ad uscire dalla carta e travolgerci con la sua dolcezza. 

Di questo romanzo si ama tutto, non c'è assolutamente nulla che non va, ogni minimo dettaglio anche estetico viene riempito con meravigliose illustrazioni. La storia prende piede già da subito, quell'amuleto è importante e il male non deve e non può regnare. Da una parte abbiamo una nonna travolgente, pronta a tutto per le sue nipotine, una nonna che ancora corre e viaggia nonostante gli anni e dall'altra, abbiamo nipotine coraggiose, ragazzine in un mondo forse troppo grande per loro, eppure capaci di farsi forza a vicenda. L'idea di creare la storia e di dar voce all'Antico Egitto diviene un'idea capace di far centro, non solo perché si sente l'accurata ricerca e verità che l'autrice porta a storiella per ragazzi, ma perché il mistero tra la sabbia, le mummie e la magia anche sacerdotale ha sempre il suo fascino. 

Pagina dopo pagina non ci sorprende solo l'avventura e i personaggi che prendono piede nelle nostre vite, non ci sorprende solo l'ambientazione così curata e l'immaginazione che avanza parola dopo parola, ci sorprende il finale, come l'autrice sia in realtà un abile maga capace con i suoi trucchi di non rivelarci nulla. Questo romanzo sembra un piccolo thriller, ci lascia a bocca aperta di fronte a certezze che vengono frantumate poco dopo. Si segue quasi una strada che non è una strada, per poi ritornare di nuovo lì. Senza cuore è un gioco, è un romanzo interattivo, che appena finisce ti lascia incerta su quello che fare, sul bisogno o di rileggerlo o di avere assolutamente un nuovo romanzo sulle avventure di queste donne frizzanti e forti! 

Nonostante il romanzo venga catalogato come romanzo per bambini, ragazzi, in realtà ha tutte le carte in regola per esser letto anche da adulti e io di anni ne ho già tanti. E' una storia simpatica, che estrania dalla realtà ma rimane comunque ancorato a ricerche e vite passate.

Amanda, in braccio alla sorella, era ancora della sua idea nonostante il pericolo imminente: la priorità era raggiungere la mummia!  

Senza Cuore è un libro a cui ci si affeziona, è un libro che ci fa tornar bambini e giocare con la sabbia, è un libro che sa di incenso al sandalo, è un libro che parla di vecchi e nuovi Dei, è un libro a cui si è pronti a cedere il proprio cuore. Io mi ci sono già innamorata, ora tocca a voi.  

Musica & Parole: Sice, le bambole non hanno diritti. Fernando Santini


Musica&Parole è una rubrica che già dal nome è tutto un programma. Collega ciò che c'è di più bello nel mondo: La lettura alla musica, dando spazio a estratti di libri nuovi a musiche che possono ricordarle. E' una rubrica che, salvo eccezioni, avrà spazio nel mondo di sopra il venerdì e vi permetterà di sognare e aprire la mente. 

Nota bene: Lasciati rapire dalla musica e dalle parole. Apri il video musicale e quando la musica comincia a partire, usala come sottofondo per leggere gli estratti e lasciati trasportare. 


Titolo: Sice, le bambole non hanno diritti
Autore: Fernando Santini
Editore: Dark Zone
Pagine:
Prezzo: 



Roberto Zanzi osserva con attenzione la disposizione delle palle sul tavolo da biliardo mentre, con il gessetto, accarezza la punta della stecca. «Devo dire che Gottardi si sta muovendo da vero campione», commenta Marco Roversi. «Che vi avevo detto? Quando abbiamo analizzato i possibili candidati al ruolo di responsabile del SICE, il suo curriculum mi ha subito colpito», dichiara Davide Gori. «In meno di una settimana ha fatto dei progressi notevoli. Ha trovato uno dei ragazzi che i miei uomini avevano dichiarato scomparso dal CIE di Lecce e ha associato a questo caso altri due ritrovamenti di resti di minori avvenuti in Toscana e Umbria», dice il Prefetto. «Già. Neanche noi avevamo collegato questi fatti», afferma il Procuratore. «Non possiamo pensare di essere onniscienti», commenta Roberto. «Hai ragione, però possiamo agire in quegli ambiti in cui Gottardi non potrà muoversi», afferma Marco. «Anche io, in qualità di Procuratore, non potrò autorizzare ogni azione che lui volesse compiere», completa Davide. «Roberto, capisco la tua prudenza e cautela, ma si tratta di bambini. Non possiamo tergiversare ancora», gli dice Marco con voce calma. «I nostri uomini vogliono poter scrivere la parola fine su fatti come questo», dice a sua volta Davide. L’imprenditore, come se non avesse sentito, si china sul tavolo da biliardo per osservare meglio la palla bianca. Alza la stecca e la depone sulle dita della mano sinistra, mentre con la destra inizia a calibrare il tiro. «Michele avrebbe compiuto oggi trent’anni se quei bastardi non avessero incrociato la sua strada. Invece mio figlio non è riuscito ad arrivare neanche a dieci. E la cosa che mi angoscia tutte le notti è il pensiero che si sia sentito abbandonato nelle mani dei suoi rapitori. Se solo avessi potuto avere allora la disponibilità che voi mi avete offerto qualche mese fa…» dice lasciando cadere la stecca sul tavolo. «Ho riflettuto a lungo. Ho pensato a lui e a tutte le vittime di violenze e omicidio che avrebbero potuto essere salvate. Ma anche che avrebbero voluto veder puniti i loro persecutori», continua a dire girando intorno al tavolo da bigliardo. «Vedere uomini come Marco Gottardi che offrono loro stessi per gli altri, per la giustizia, è confortante, ma avete ragione anche voi. Lui da solo non è sufficiente e potrebbe incontrare dei limiti alla sua azione. Noi potremmo aiutare gente come lui, noi potremmo estendere i limiti della giustizia.» Quindi, tornato di nuovo di fronte alla stecca si ferma in silenzio. La prende tra le mani, si piega e riprende la posizione per scoccare il tiro. «Ho deciso. È ora che L’Arco prenda vita e scocchi le sue frecce», dice facendo partire un colpo che fa entrare la biglia numero nove nella buca d’angolo. «Era ora», afferma Davide. «Finalmente. Hai fatto la scelta giusta amico mio», dice Marco che, avvicinatosi a Roberto, gli mette una mano sulla spalla. «Come ci muoviamo?» domanda il Procuratore. Roberto lascia il biliardo e si avvicina a una mensola della sua libreria. Apre uno sportello e ne trae tre telefoni cellulari. «Intanto prendiamo possesso del materiale fornitoci da Marco. Questi telefoni sono a prova d’intercettazione. Ci serviranno perché non sarà sempre possibile essere riuniti in questa sala schermata per prendere decisioni o condividere informazioni. Entro domani Marco fornirà di questi strumenti anche i nostri agenti operativi. Da questo momento, nelle nostre comunicazioni non useremo nomi o cognomi. Utilizzeremo solo i numeri progressivi da uno a venti. Nei telefoni sono già state impostate le rubriche associando a questi numeri i diversi contatti telefonici. Io sarò il numero uno, Marco, in qualità di responsabile operativo, il numero due. Tu, Davide, sarai il numero tre. Gli altri numeri verranno assegnati da Marco dal quattro al dieci. E saranno i nostri agenti operativi. Loro conosceranno solo il loro coordinatore e lui sarà il solo a conoscere Marco. Io assegnerò i numeri dall’undici al venti alle strutture di supporto logistico. Anche in questo caso le persone conosceranno solo il loro coordinatore e lui conoscerà solo me. Questa struttura consentirà, nel caso dovessero indagare su di noi, di recidere dei rami cercando di salvare la pianta», dice Roberto consegnando agli altri due uomini il rispettivo cellulare. 


«Ehi onorevole cosa te ne pare di queste bamboline?» dice il regista «Sono fantastiche. Quelle di ieri erano belle, ma queste sono molto meglio, perché sono molto servizievoli.» «Sai, ho detto agli amici russi che quelle di ieri avevano dei difetti e loro mi hanno accontentato.» «Un giorno di questi me li dovrai far incontrare.» «Onorevole, quando la famiglia sarà pronta per fare affari, vedrai che riuscirò a farti incontrare i miei amici.» «Ragazzi, basta parlare di affari, cerchiamo di divertirci», afferma Lettieri. «Francesco ha ragione.» «Hai preparato le fruste?» chiede l’onorevole. «Sì, sono nella sala insonorizzata. Non vedi l’ora di farle usare, vero?» «Non puoi capire quanto mi piaccia fare la parte dell’Imperatore romano che ordina che le schiave vengano frustate.» «Lo so Nicola, lo so bene. Ho anche preparato delle toghe per noi. Ho fatto predisporre dei pali con delle catene. Vedrai che ti divertirai», dice Lettieri. «Anche se mi mancano i set del nostro regista. Lì mi diverto di più. Lì ho davvero il potere di vita e di morte che avevano gli antichi Imperatori. È un potere che mi appaga, più di qualsiasi scopata. Cazzo quanto mi diverto in quei casi.» «Amico mio non puoi immaginare quanto manchi anche a me l’ambiente del cinema. Andrea quando pensi che potremo riprendere?» «Ragazzi dobbiamo aspettare ancora un poco. La Polizia sta indagando sul CIE di Lecce e sulla morte di Pieretti.» «Non mi nominare quello stronzo. Anche se, finalmente, ha finito di rompere i coglioni, non amo sentire il suo nome», dichiara acido l’onorevole Nissardi. «Nicola mi piaci così incazzato. Vuoi sfogarti? Scegli le tue attrici e andiamo di sotto. Divertiamoci», propone l’imprenditore della moda. «Io ho voglia di sangue e voi?» domanda il regista. «Anche noi», urlano in coro gli altri due. «Cosa cazzo stanno per fare? Io intervengo. Quelle povere ragazze…» dice Rita gettando in terra il microfono direzionale. «Ferma, ferma», le dice Guido che la abbraccia per bloccarla. «Lasciami stronzo! Lasciami!», gli urla lei cercando di divincolarsi. «Ora stai ferma», le dice lui abbrancandola con una mossa di judo e mettendola a terra. Con il suo corpo la avvinghia, mentre con la mano le tappa la bocca. «Rita, ascoltami bene. Non possiamo intervenire ora. Le ragazze verranno picchiate, ma non saranno in pericolo di vita. Noi dobbiamo sopportare questo strazio per poter avere maggiori informazioni su questi bastardi. Noi vogliamo distruggere tutta la banda, non solo questi tre coglioni.» «Ma che cazzo mi dici, che cazzo ne sai tu di violenza?!» «Amica mia ascoltami, io sono stato infiltrato per due anni in una famiglia mafiosa. Ho dovuto sopportare di vedere donne picchiate davanti ai miei occhi. Ho anche dovuto assistere a uno stupro. Io so cosa significa vedere la violenza, voler difendere le vittime e non poterlo fare perché quello che c’è in gioco è più importante. Io ho bestemmiato. Io ho pianto. Io ho picchiato i pugni contro il muro. Io ho insultato i miei superiori. Ma avevano ragione loro. Se fossi intervenuto, avremmo arrestato tre o quattro persone, ma la famiglia sarebbe sopravvissuta, producendo altro dolore. Invece, attendendo e sopportando, siamo riusciti a eliminarli.» «Tu cosa hai fatto? Sei stato un infiltrato?» gli domanda lei rilassando il corpo.


«Si sta per svegliare», dice un uomo uscito dal casolare. «Perfetto. Allora cominciamo», risponde l’altro spegnendo la sigaretta e riponendone il mozzicone in una tasca della tuta. «Buongiorno Gennaro», dice dopo essersi avvicinato al tavolo di legno su cui è steso, legato supino, il vigilante. «Cosa mi è successo?» «Sei stato prelevato perché noi siamo curiosi, molto curiosi, e vogliamo che tu risponda ad alcune domande.» «Chi siete?» «Noi siamo dei fantasmi, ma questo non deve interessarti. Tu rispondi alle nostre domande e vedrai che tutto finirà presto. Inizio con la prima domanda. Mi spieghi come funziona il traffico di bambini che rapite dal CIE?» «Di cosa vai parlando? Io non so nulla.» «Gennaro, cominciamo male. Non abbiamo tempo da perdere. Devi capire che ti abbiamo trovato e che sappiamo cosa hai fatto. Quello che vogliamo sapere è il come, il perché e chi altri è coinvolto. Informazioni semplici.» «Chi cazzo siete? Brutti pezzi di merda!» dice il vigilante cercando di muovere le mani. «È inutile che ci provi. Sei legato alle gambe di un tavolo cementato al pavimento. Non puoi liberarti.» «Cosa cazzo volete?» «L’ho già detto, risposte alle nostre domande. Quindi te lo ripeto per l’ultima volta: mi spieghi come funziona il traffico di bambini che rapite dal CIE?» «Vaffanculo, stronzo!» L’uomo non si scompone per l’insulto prende una cosa dal tavolo e si avvicina a Gennaro. «Visto che non vuoi parlare, tanto vale che io ti metta uno straccio in bocca, ma non preoccuparti, tra poco te lo toglierò e tu parlerai. Noi siamo il tuo peggior incubo. E sono sicuro che risponderai docilmente alle nostre domande quando avrai capito che facciamo sul serio», dice avvicinando il suo viso, coperto da un passamontagna, in modo che Gennaro lo possa vedere. Prende la mano destra del vigilante, ne stende le dita mentre il suo compagno mette un masso di cinque chili sul palmo per impedire la contrazione delle dita. Quindi, preso da sotto il tavolo un martello, colpisce l’indice del prigioniero con violenza. La guardia giurata si contorce per il dolore. L’uomo con il passamontagna non degna di uno sguardo il corpo che si sta muovendo tra gli spasmi. Stende di nuovo la mano e, alzato il martello, colpisce il dito mignolo. Il rumore delle ossa rotte rimbomba nel silenzio della stanza. La guardia giurata sviene per il dolore.


Arte, amore e altri guai, Alessandra Redaelli - Review Tour -

mercoledì 22 novembre 2017

Iniziamo il pomeriggio con un articolo leggero che tocchi le corde del caffè e della voglia di continuare la giornata. Il review tour in cui partecipo oggi tratta di un libro frizzantino: Arte, amore e altri guai, di Alessandra Redaelli. 


ARTE, AMORE E ALTRI GUAI

Alessandra Redaelli 


Editore: Newton Compton Editori
Prezzo: 0,99€ ebook 
Pagine: 320

Trama: Martina ha 42 anni, un marito bello e affascinante e due figli gemelli e adolescenti, Ananda e Nirvana. Hippy in gioventù, più tranquilla da mamma, si barcamena fra paste al pesto dell’ultimo secondo, articoli per un magazine, interviste a pittoreschi personaggi del mondo dell’arte, una rubrica per cuori spezzati, vernissage e la routine familiare. Fino a quando Martina inizia a sospettare che il marito abbia una doppia vita… Fra equivoci, ospiti inattesi e insperati colpi di fortuna, Martina sconvolgerà completamente la sua vita. Accanto a lei, le preziose amiche e una giostra di personaggi originali che daranno colore anche alle giornate più difficili.

Arte, amore e altri guai è uno di quei romanzi che si leggono nelle giornate no, quei romanzi leggeri che non si prendono troppo sul serio, che nonostante la scrittura a volte troppo semplice, si apprezza comunque. 

Immagine incorporata 1La protagonista assoluta è Martina, quarantaduenne milanese sposata con Cesare, architetto cinquantenne ancora belloccio e piacente. Martina è mamma di due gemelli Ananda e Nirvana. So cosa state pensando, e l'ho pensato anch'io: che nomi bizzarri. Effettivamente anche Martina ne è consapevole e ci scherza quasi su, pregando di non subire le ire e le maledizioni dei gemelli. - Nirvana ricorda molto Kurt Cobain, ma Ananda sembra il retaggio dell'essere stati hippy da giovani! -

La vita di Martina è abbastanza piena, quotidianamente scrive articoli per una rubrica di cuori infranti, intervista personaggi del mondo dell'arte piuttosto strani, e si barcamena tra il lavoro e l'essere moglie e mamma.

La rubrica cuori spezzati è la mia vergogna, la macchia indelebile sulla mia coscienza di impeccabile giornalista rampante, la chiazza di unto sulla camicia Ralph Lauren

Immagine incorporata 2Fin qui tutto sembra andare bene, vero? E invece no! Tutto crolla in mille pezzi, quando Martina scopre che da suo marito hanno assunto una nuova stagista, giovane e sexy, una certa Camilla Brambilla e qui la matematica non è opinione: giovane + sexy + stagista = amante!

Martina inizia a convincersi che suo marito si intrattenga allegramente con Camilla Brambilla, ed inizia un lunghissimo viaggio mentale del quale entreranno a far parte tantissimi personaggi: Soledad, una delle sue migliori amiche, svampita e leggermente ossessionata dal sesso, la mamma di Martina che ha abbandonato il marito nove anni prima e ora ha una relazione con un intellettuale francese più giovane di lei, Francesco, detto "Bradley" per la sua somiglianza con Bradley Cooper; Nirvana ed Ananda che sembrano due bambocci viziati ma è tutta apparenza, e tante altre buffe figure. 
Il matrimonio di Martina, sempre più in crisi, coincide con il riappropriarsi, da parte della nostra milanese, della sua identità, dei sogni sepolti nel cassetto e di una sua rinascita a livello professionale: Martina inizia a diventare sempre più famosa dopo essersi inventata una lettera per la sua rubrica, basata sulla storia di una donna che cerca un amante al marito per renderlo felice.

Le femministe insorgono, il gossip aumenta, e tra viaggi di lavoro, interviste e vernissage, Martina conosce Anna Baglioni Offenbach, moglie di uno dei più importanti mecenati di New York: riconoscendo in Martina una penna frizzante, la Offenbach le propone di scrivere un libro sulla storia della sua famiglia e su quella di suo nonno, emigrato da Firenze a New York a inizio secolo. Questa è l'occasione della svolta, quella che permette a Martina di fuggire da un rapporto in crisi....

Correre come Forrest Gump per scappare da me stessa e dal fallimento del mio matrimonio

Ma prima o poi le crisi si affrontano, e i musi lunghi non possono protrarsi per mesi. Vi confesso che, pur avendo letto il libro in pochissime ore, continuavo a rimuginare all'idea di come la nostra protagonista dovesse invece di scappare, fermarsi a pensare, a parlare e a riflettere sul bisogno di non far morire nell'inedia il suo rapporto. Tuttavia la nostra protagonista sembra seguire il motto la carne è carne, cedendo prima alle lusinghe di Francesco-Bradley, poi intenerendosi dalle attenzioni del professor Metello, poi cedendo di nuovo a suo marito dal quale nel frattempo si è separata.

Mi manca il sesso. Ho voglia di un maschio sano e forte come in un periodo di anemia potrei avere voglia di una bistecca al sangue. Carne

Il finale da lieto fine spiazza un po', lascia il sorriso in quello che da inizio sembrava un dubbio. 
La mia votazione rimane 3 su 5 in quanto in generale il libro è molto carino, lo stile dell'autrice è molto leggero, a tratti sufficiente, ma ammetto che il tempo vola, si ha voglia di continuare a leggere le vicissitudini della nostra protagonista, che all'apparenza può sembrare superficiale, ma sotto sotto riesce a tirare fuori le unghie in momenti che posson sembrare disperati.

Nonostante l'autrice affronti temi di primo acchito molto pesanti come la separazione e l'adulterio, il contenuto è molto sdrammatizzato, molto preso in maniera ironica e se all'inizio questa parte può piacere, dopo un po' quasi sembra stonare, si ha voglia di accettare, di ascoltare, di sentire forse un po' di più nelle pagine quel dolore...alla fine cosa sarebbe la gioia senza il dolore?

L'ironia dei personaggi mi ha ricordato molto due attori che si apprezzano in Benvenuti al sud:  Claudio Bisio e Angela Finocchiaro.
Si riescono ad apprezzare anche i due gemelli dai nomi bizzarri, dove si recepisce il messaggio che non è vero che gli adolescenti sono tutti stupidi, ma molti di loro hanno semplicemente paura del mondo degli adulti, e in molti casi sono anche più maturi.

Un altro tema importante che l'autrice affronta è quello dei sogni, dei propri obbiettivi. Martina sembra riprendere il coraggio e se durante il matrimonio aveva messo da parte i suoi sogni per scendere a compromessi, adesso sembra invece ritrovare la chiave di quel cassetto e riprendere in mano quell'obbiettivo tanto atteso.  

Ho bisogno di volermi bene. Forse non è vero che noi donne siamo frivole. Forse la verità è che non ci hanno insegnato a volerci abbastanza bene
Generalmente è un romanzo che spazia in diversi temi, ma che uno dopo l'altro l'autrice li affronta e li mescola in un romanzo molto leggero. Non è uno di quei romanzi che ti rimane addosso come un profumo, è una lettura accattivante sotto certi aspetti, si legge per un paio di ore, ma non ha protagonisti che ricordi per un bel po'. Si lascia tuttavia leggere ed è piacevole. Consiglio questo romanzo? Assolutamente si, ironico, frizzantino, divertente. Un romanzo che forse si apprezzerebbe di più sotto un ombrellone, con il rumore delle onde del mare.