Chiaroscuro, Tosca Brizio - Recensione -

venerdì 29 dicembre 2017
Lui non è un veggente, non è un profeta e non è un sensitivo, ma qualche volta nella vita quotidiana gli capita di cogliere, al di là della realtà, ciò che gli altri non riescono a vedere. 

Chiaroscuro si legge velocemente, è uno di quei romanzi che dopo un'ora si è già finito, ma che si apprezza ad ogni pagina.


chiaroscuro

Tosca Brizio 


Editore: Golem Edizioni 
Prezzo: 14,00€
Pagine: 143

Trama: Legato a una cordicella, si è messo al collo il Khepri, lo scarabeo egizio che Matteo gli ha regalato. Lo rigira nella mano, lo osserva e ha una sensazione strana, come se l'oggetto volesse suggerirgli qualcosa. Lui non è un veggente, non è un profeta e non è un sensitivo, ma qualche volta nella vita quotidiana gli capita di cogliere, al di là della realtà, ciò che gli altri non riescono a vedere: come una forza primordiale, che fa parte della natura e gli suggerisce un'oscura premonizione, collegabile a fenomeni o accadimenti con un nesso intuibile solo per i suoi occhi. Pietro si interroga su questo qualcosa, che in fondo gli permette di decrittare i segni che l'universo tende a mostrare in tempi e in modi non sempre identici. Nel sonno, nella fase dei sogni, situazioni improbabili si affollano tra loro e si mescolano con i ricordi e gli incubi; nella veglia, una visione, un fatto, una parola lo fanno star male in una specie di attacco di panico. Forse è quello che succede agli sciamani?

Innamorata, non posso dir altro o usare altre parole per definire l'emozione che sento per la cover di questo romanzo. E' vero, è semplicissima, con il color nero che predomina, ma la amo. La sfera, l'ambientazione all'interno...insomma non posso non sentirmi innamorata.
Chiaroscuro è un romanzo composto sia perché il nome Tosca Brizio, in realtà introduce a due autori, sia perché il romanzo stesso non può essere catalogato solo nel mistery noir, ma può catturare diversi generi.
Chiaroscuro è uno di quei romanzi che, nonostante le poche pagine, riesce ad avere tutto ciò che un avido lettore desidera: la smania nel continuare a leggere, la curiosità di sentirsi partecipe del contenuto e la malinconia per averlo già finito.

La nota degli autori che troviamo nelle prime pagine, ci introduce a quella che sarà la storia principale giustificando i termini usati, a volte anche buffi, vengono spiegati in quello che è il loro significato centrale, aumentando così la nostra curiosità e la voglia di conoscere il tutto sempre più affondo.
Ci troviamo in un ambientazione reale dove tocchiamo con mano ogni minimo dettaglio. Siamo a Torino, in una città già di per sé magica e piena di mistero dove la casualità o forse il destino, porta i nostri protagonisti ad un incontro con lo sbaglio più grande fatto dall'uomo: l'omicidio.

Nei primi capitoli assistiamo ad un matrimonio combinato tra figli di due famiglie malavitose. Pur di avere finalmente la pace, le due famiglie calabresi uniscono i figli in un unica famiglia. Passo temporale e assistiamo ad un incontro casuale tra ex compagni di scuola che si ritrovano dopo ben quindici anni: uno è il nostro protagonista Pietro, che nella vita fa il pittore e dall'altra Mario, dj amante della musica sin dal liceo.
Visto la nostalgia e la voglia di ricordare i tempi passati, i due decidono di organizzare una rimpatriata con alcuni compagni di scuola. Pietro è in contatto con Matteo divenuto giornalista, Mario invece chissà dove, conserva il numero di cellulare di una vecchia amica Tiziana, con cui tempo addietro ha avuto una storia.
Grazie ai social network ed una vecchia foto, i compagni di scuola si ritrovano e organizzano la serata tanto attesa in un locale. 

Pietro è un personaggio speciale, non è un mago o un fattucchiere, ma a volte ha delle sensazioni strane, riesce a cogliere ombre nella realtà che gli altri non vedono e la premonizione che sente è proprio su Tiziana che all'incontro ancora non si vede. E' una sfumatura di un funerale, di una Tiziana angosciata e pallida. Pietro si confida con Matteo e quest'ultimo confida un segreto che solo adesso riesce a decifrare, il segreto di un delitto che non aveva capito.

Le vicende si intrecciano, la spensieratezza degli anni di scuola, l'innocenza e l'egoismo della vita, ora è sfumato su segreti che tutti bene o male nascondono. 
Capitolo dopo capitolo, i particolari si evidenziano in ogni tratto. Gli autori giocano con il lettore che legge la storia, che solo all'ultimo capirà che le coincidenze non esistono.

Chiaroscuro è un puzzle e solo alla fine si riesce a capire e innamorarsi dell'immagine che si ha davanti. 
Non ci sono colpi di scena da lasciar senza fiato, ma in questo romanzo breve il bello è proprio questo, il gioco degli autori che accompagna il lettore, il farlo cadere in dubbi e dargli certezze poco dopo, per poi frantumarle ancora. Ci sembra di assistere ad un film di delitti decisi da persone insospettabili e noi piccoli investigatori che decifrano i messaggi. 


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