Olga di carta, Jum fatto di buio Elisabetta Gnone - Recensione -

martedì 5 dicembre 2017
Cara Olga, siediti ancora qui e raccontami una storia che non so. Oggi voglio iniziare con una recensione che sa di fiaba, che sa di odore di neve, che sa di voglia di tornar bambini e continuare ad esser grandi. Elisabetta Gnone torna con una nuova avventura della nostra piccola Olga e anche stavolta l'autrice non si smentisce e ci incanta con le sue parole che sanno di musica.


olga di carta: jum fatto di 

buio

Elisabetta Gnone


Editore: Salani Editore 
Prezzo: 14,90€
Pagine: 215

Trama: È inverno a Balicò, il villaggio è ammantato di neve e si avvicina il Natale. Gli abitanti affrontano il gelo che attanaglia la valle e Olga li riscalda con le sue storie. Ne ha in serbo una nuova, che nasce dal vuoto lasciato dal bosco che è stato abbattuto. Quel vuoto le fa tornare in mente qualcuno che anche Valdo, il cane fidato, ricorda, perché quando conosci Jum fatto di Buio non lo dimentichi più. È un essere informe, lento e molliccio, senza mani né piedi. La sua voce è l’eco di un pozzo che porta con sé parole crudeli e tutto il suo essere è fatto del buio e del vuoto che abbiamo dentro quando perdiamo qualcuno o qualcosa che ci è caro. Jum porta con sé molte storie, che fanno arricciare il naso e increspare la fronte, e tutte sono un dono che Olga porge a chi ne ha bisogno. Perché le storie consolano, alleviano, salvano e soprattutto, queste, fanno ridere. Dopo Olga di carta - Il viaggio straordinario, ritorna la vita del villaggio di Balicò con una storia che ne contiene tante, come in un gioco di scatole cinesi, come in una farmacia d’altri tempi piena di cassetti da aprire per tirare fuori la medicina giusta per ciascuno di noi

Quando Olga racconta una storia, ogni persona grande o piccola che sia, si ferma ad ascoltare. Come nella nostra realtà, anche nel villaggio di Olga sta per arrivare il Natale, ma la sensazione che si ha addosso non è di facile spensieratezza. L'umore di tristezza che aleggia intorno al villaggio, porta Olga a raccontare una storia diversa, una storia dove la paura forma una dimensione strana, un personaggio intenso e oscuro al tempo stesso.
Jum fatto di buio è un essere molliccio, un mostro che si nutre di ciò che fa più male e non importa se si è grandi o piccini, quando il dolore è troppo forte il nostro corpo lo butta fuori con le lacrime ed è lì che Jum trova cibo per il suo stomaco.

I sentimenti più negativi, il dolore profondo, viene rapito dalle lacrime di cui Jum fatto di buio si nutre. Il personaggio che Olga racconta e fa venire i brividi a grandi e piccini, mi ha ricordato un po' il personaggio di  La città incantata dello studio ghibli e mi è piaciuto confrontarli provando lo stesso brivido, come se un personaggio di carta potesse in realtà uscire fuori e portarti via con sé. 

In realtà la storia che Olga racconta è fatta solo per sorridere un po', per eliminare quel vuoto che si sente nel villaggio e per lasciare spazio alla leggerezza, eppure nel villaggio succede invece una cosa strana; Jum, fatto di buio comincia a farsi sentire tra la gente, portando azioni ed eventi strani.

Ancora una volta Elisabetta Gnone mi ha letteralmente stregato. Nonostante il romanzo non sia di chissà quante pagine, in realtà Olga e le sue storie riescono a coinvolgerti al tal punto di aver la sensazione di voler leggere ancora e ancora, fino all'infinito. Se il primo romanzo, Olga di carta e il suo viaggio straordinario,  mi aveva permesso di sentirmi a casa con profumo di buono e quella dolce malinconia della fine lettura, qui ritroviamo tratti più scuri, ma che non fanno paura. Con Olga di carta e Jum fatto di buio, ci sembra di aprire le porte di una caverna scura, dove la luce non sembra affatto filtrare, in realtà pagina dopo pagina, la meraviglia che la storia porta ci riempie di quella luce innocente, di quel bisogno di sognare e sorridere.

I personaggi del primo romanzo ci sono tutti, ma in una veste nuova, matura rispetto al precedente, anche la stessa Olga sembra diversa nel modo di porsi e di raccontarsi, ma il suo esser buffo non lascia spazio a dubbi o voglia di tornare indietro. Come sempre la scrittura di Elisabetta Gnone è incalzante ed evocativa, ti rapisce in un modo così delicato e forte al tempo stesso, che ci sembrerà di trovarci esattamente lì nel villaggio a seguire la nostra piccola protagonista. Nonostante sia un romanzo per ragazzi, i dialoghi non sono frutto di parole ingenue o sempliciotte, ma possono esser letti anche da adulti, apprezzandone ancora di più il contenuto.

Di questo romanzo non si può assolutamente dir nulla di negativo, anche lo stesso contenuto, le illustrazioni, la cover, è tutto completamente perfetto, non ha nulla che non va o lasciato al caso. 

Olga di carta e Jum fatto di buio è un acquisto che ho fatto al volo, senza tanti fronzoli e ripensamenti perché dell'autrice leggerei anche la lista della spesa. Elisabetta Gnone è una garanzia, è la chiave che ti permette di aprire la porta dei sogni, è rimescolare tutte le sensazioni che si hanno all'interno, è annullare i problemi, il disagio degli eventi, le difficoltà che a volte ci tende la vita e sentirci di nuovo bambini, senza troppi pensieri o paure.

Quella bambina aveva perduto ciò che di più caro avesse al mondo e, non avendo più nulla da amare, e per cui essere felice, desiderava esser fatta di buio. 
 Cara Olga, siediti ancora qui e raccontami una storia che non so.



Commenta il post
Posta un commento

Se hai letto l'articolo lascia pure un messaggio, un'impronta del tuo passaggio. Dedicami qualche minuto così da raccontarmi le tue opinioni; mi fa piacere confrontarmi e leggere i commenti di nuovi lettori. Gli estranei sono amici che non abbiamo ancora incontrato... Grazie per essere passato e Il Mondo Di Sopra esplorato.