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Libri che ho bocciato nel 2017

sabato 30 dicembre 2017
Prima di iniziare il nuovo anno, voglio lasciare una sintesi di quello passato con i libri che non mi sono piaciuti e che non consiglio. Nel 2017 mi ero ripromessa di non perdere tempo e di leggere solo libri interessanti, libri che in un modo o in un altro erano riusciti a prendermi, a catturare la mia attenzione ma - ahimè - questo obbiettivo non sono riuscita a completarlo fino in fondo perché durante il percorso della lettura mi sono capitati libri che mi hanno frenato, che mi hanno fatto rimanere di sasso e, secondo la mia opinione, NON CONSIGLIO.



è stata la delusione più grande, perché Nora che è il fulcro del romanzo, quel filo conduttore tra reale e irreale, tra follia e oscurità, doveva assolutamente lasciarmi qualcosa e non una sensazione del genere
Click recensione qui:  Recensione Nora

Avete presente quando guardate un film bellissimo, siete lì a farvi mille ipotesi, siete lì a soffrire coi personaggi e poi il tutto si conclude in un modo che vi fa dire : Beh? finisce così? 
Click recensione qui: Recensione Luna Nuova





La storia che l'autrice racconta, in linea generale non è malvagia, ma non ha quell'effetto che ti fa venir voglia di continuare a leggere o di rileggerlo in un futuro. Settembre è una torta, che fuori sembra cotta, ma appena ne tagli una fetta, trovi che l'impasto è ancora crudo. 
Click recensione qui: Recensione Settembre 



 Un libro che ricorda le poesie di Boh nei Simpson, un libro che piega e si spezza subito. Peccato.
Click recensione qui: Recensione Al destino non ci credo  



Ma questa storia è esattamente così, un bel cerchio luminoso rovinato da quelli che sono angoli smussati male, troppi punti che tendono poi a far perdere quella che è la storia
Click recensione qui: Recensione Neve come cenere



 E' come se l'autrice avesse avuto un ispirazione e invece di trarne spunto per creare una storia, ne ha buttato tutto all'interno in un gran minestrone di cose. Non era meglio una pizza?
Click recensione qui: Recensione la ragazza del dipinto  

Per ingranare questo libro ammetto che ci vuole un po', da una parte mi rendo conto che la nostra protagonista va solo capita, che i suoi angoli sono solo da smussare e aspettarla con pazienza.
Click recensione qui: Recensione la figlia del mercante di seta





 Leggere questo libro ad una età che ne supera il target significa trovarsi di fronte a personaggi comuni, a ragazzini che nonostante il passato difficile di entrambi, tornano comunque a galla. Non è un romanzo di formazione per grandi, non c'è qualcosa di particolare in quello che è il loro carattere
Click recensione qui: Recensione Starlight 





Avete letto qualcuno di questi titoli? Quali sono i vostri bocciati? 

Chiaroscuro, Tosca Brizio - Recensione -

venerdì 29 dicembre 2017
Lui non è un veggente, non è un profeta e non è un sensitivo, ma qualche volta nella vita quotidiana gli capita di cogliere, al di là della realtà, ciò che gli altri non riescono a vedere. 

Chiaroscuro si legge velocemente, è uno di quei romanzi che dopo un'ora si è già finito, ma che si apprezza ad ogni pagina.


chiaroscuro

Tosca Brizio 


Editore: Golem Edizioni 
Prezzo: 14,00€
Pagine: 143

Trama: Legato a una cordicella, si è messo al collo il Khepri, lo scarabeo egizio che Matteo gli ha regalato. Lo rigira nella mano, lo osserva e ha una sensazione strana, come se l'oggetto volesse suggerirgli qualcosa. Lui non è un veggente, non è un profeta e non è un sensitivo, ma qualche volta nella vita quotidiana gli capita di cogliere, al di là della realtà, ciò che gli altri non riescono a vedere: come una forza primordiale, che fa parte della natura e gli suggerisce un'oscura premonizione, collegabile a fenomeni o accadimenti con un nesso intuibile solo per i suoi occhi. Pietro si interroga su questo qualcosa, che in fondo gli permette di decrittare i segni che l'universo tende a mostrare in tempi e in modi non sempre identici. Nel sonno, nella fase dei sogni, situazioni improbabili si affollano tra loro e si mescolano con i ricordi e gli incubi; nella veglia, una visione, un fatto, una parola lo fanno star male in una specie di attacco di panico. Forse è quello che succede agli sciamani?

Innamorata, non posso dir altro o usare altre parole per definire l'emozione che sento per la cover di questo romanzo. E' vero, è semplicissima, con il color nero che predomina, ma la amo. La sfera, l'ambientazione all'interno...insomma non posso non sentirmi innamorata.
Chiaroscuro è un romanzo composto sia perché il nome Tosca Brizio, in realtà introduce a due autori, sia perché il romanzo stesso non può essere catalogato solo nel mistery noir, ma può catturare diversi generi.
Chiaroscuro è uno di quei romanzi che, nonostante le poche pagine, riesce ad avere tutto ciò che un avido lettore desidera: la smania nel continuare a leggere, la curiosità di sentirsi partecipe del contenuto e la malinconia per averlo già finito.

La nota degli autori che troviamo nelle prime pagine, ci introduce a quella che sarà la storia principale giustificando i termini usati, a volte anche buffi, vengono spiegati in quello che è il loro significato centrale, aumentando così la nostra curiosità e la voglia di conoscere il tutto sempre più affondo.
Ci troviamo in un ambientazione reale dove tocchiamo con mano ogni minimo dettaglio. Siamo a Torino, in una città già di per sé magica e piena di mistero dove la casualità o forse il destino, porta i nostri protagonisti ad un incontro con lo sbaglio più grande fatto dall'uomo: l'omicidio.

Nei primi capitoli assistiamo ad un matrimonio combinato tra figli di due famiglie malavitose. Pur di avere finalmente la pace, le due famiglie calabresi uniscono i figli in un unica famiglia. Passo temporale e assistiamo ad un incontro casuale tra ex compagni di scuola che si ritrovano dopo ben quindici anni: uno è il nostro protagonista Pietro, che nella vita fa il pittore e dall'altra Mario, dj amante della musica sin dal liceo.
Visto la nostalgia e la voglia di ricordare i tempi passati, i due decidono di organizzare una rimpatriata con alcuni compagni di scuola. Pietro è in contatto con Matteo divenuto giornalista, Mario invece chissà dove, conserva il numero di cellulare di una vecchia amica Tiziana, con cui tempo addietro ha avuto una storia.
Grazie ai social network ed una vecchia foto, i compagni di scuola si ritrovano e organizzano la serata tanto attesa in un locale. 

Pietro è un personaggio speciale, non è un mago o un fattucchiere, ma a volte ha delle sensazioni strane, riesce a cogliere ombre nella realtà che gli altri non vedono e la premonizione che sente è proprio su Tiziana che all'incontro ancora non si vede. E' una sfumatura di un funerale, di una Tiziana angosciata e pallida. Pietro si confida con Matteo e quest'ultimo confida un segreto che solo adesso riesce a decifrare, il segreto di un delitto che non aveva capito.

Le vicende si intrecciano, la spensieratezza degli anni di scuola, l'innocenza e l'egoismo della vita, ora è sfumato su segreti che tutti bene o male nascondono. 
Capitolo dopo capitolo, i particolari si evidenziano in ogni tratto. Gli autori giocano con il lettore che legge la storia, che solo all'ultimo capirà che le coincidenze non esistono.

Chiaroscuro è un puzzle e solo alla fine si riesce a capire e innamorarsi dell'immagine che si ha davanti. 
Non ci sono colpi di scena da lasciar senza fiato, ma in questo romanzo breve il bello è proprio questo, il gioco degli autori che accompagna il lettore, il farlo cadere in dubbi e dargli certezze poco dopo, per poi frantumarle ancora. Ci sembra di assistere ad un film di delitti decisi da persone insospettabili e noi piccoli investigatori che decifrano i messaggi. 


Dorian e la leggenda di Atlantide, Demetrio Verbaro - Recensione -

giovedì 28 dicembre 2017
Come vi avevo detto nei giorni precedenti in queste vacanze ho iniziato a leggere vari romanzi molto brevi, così da una parte smaltire la coda lettura, dall'altra invece, dare un po' più di tempo a romanzi più imponenti. Dorian e la leggenda di Atlantide, lo avevo adocchiato da diverso tempo perché mescola insieme due miei punti deboli: Socrate e Atlantide. In realtà mi aspettavo di più, all'uscita di questo romanzo ci sono state parecchie recensioni positive, eppure non sono riuscita a dargli il massimo, nonostante la storia piaciucchi e si faccia leggere in poco pochissimo tempo. La storia è accattivante, ti incuriosisce nei modi che ha, ma arrivati alla fine si ha la sensazione di avere sabbia tra le dita, si ha la sensazione di rimanere senza nulla in mano


dorian e la leggenda di 

atlantide

Demetrio Verbaro

quasi quattro.

Editore: Self PubGold
Prezzo: 12,00€
Pagine: 184

Trama: Atene 399 a.C. Il filosofo Socrate è stato condannato a morte. Il suo ultimo desiderio, esaudito, è quello di trascorrere la notte prima dell'esecuzione insieme all'amico e discepolo Platone. Prima di morire vuole confessargli un segreto che ha tenuto nascosto per tutta la vita, custodendolo gelosamente. "Quale segreto, maestro?" "La leggenda di Atlantide!" L'indomani Socrate morì con l'anima purificata, sereno. Ma perché era così importante tramandare quella storia? Cosa era successo di così terribile e sconvolgente in quell'isola prima che s'inabissasse per sempre sul fondo dell'oceano?

Chiedo scusa in anticipo se questa recensione vi farà girare la testa, ma leggere questo romanzo è stato un po' un giro sulle montagne russe, su e giù in maniera altalenante, da una parte contenta della lettura, dall'altra oddio vi prego fermatemi. In generale la trama non è affatto male, ci troviamo in passeggiata con Socrate e Platone, mentre fermi su uno scoglio, Socrate decide di raccontare la verità a Platone, una verità che non può essere scritta: La verità sulla leggenda di Atlantide.

La nostra leggenda inizia con un uomo che, per salvaguardare la moglie tanto amata e suo figlio da poco nato, decide di sacrificarsi e distrarre i nemici da quella barca dove la moglie rema sul mare. Passa del tempo e quella barca si allontana sempre più, Dorian quel neonato, è ancora lì attaccato al seno della madre morente. Un pescatore cerca di salvare la donna e il suo bambino, ma quest'ultima lascia al suo salvatore il figlio sperando che lo possa trattare come suo. Questo neonato è Dorian e sarà il protagonista della nostra storia. 

Dorian cresce e al collo ha sempre addosso la sua vera realtà: quella pietra di un lontano passato che ancora non può conoscere. Dorian anno dopo anno e crescendo con la sorella, si rende conto che quell'amore tra loro non è poi così fraterno, l'attrazione tra i due è tanto forte e quando si trova a rischio di perderla, decide di cambiare la sua vita e affrontare una realtà fatta di sfide, ostacoli e guerra.

Un guerriero deve sempre rimanere concentrato sul suo cammino, sulla sua impresa, non si sa mai quando la morte può colpire. 

Se da una parte apprezziamo la storia in generale, dall'altra sembra perdersi in dettagli a volte troppo prolissi e a volte mancare. L'autore ha molta cura e forse troppa nell'ambientazione, nel descrivere ogni cosa che circonda i personaggi e ciò che ne succede, ma questo comporta il sacrificio sul personaggio vero e proprio rischiando di farcelo apparire superficiale. La storia di Dorian cattura, si rimane affascinati e incuriositi su quel potere che sia il male di un re che vuole il trono, che sia il bene di un ragazzo devono affrontare, ma se il ritmo sembrava tanto alto, verso la metà della prima parte comincia a scemare, a portarci alla distrazione dell'evento. 

Nella seconda parte del romanzo non mi è piaciuto il contenuto che l'autore decide di sottolineare in grassetto, è pur vero che sicuramente lo fa per evidenziare il concetto del personaggio o della storia, ma come nella prima parte avrei preferito l'evidenziare in corsivo, in maniera più delicata rispetto a ciò che troviamo. Anche qui, ci troviamo in una continua corsa, l'autore sembra aver fretta nel voler finire il romanzo, senza soffermarsi poi sulla ricchezza dei personaggi e della storia.

Sembra quasi assurdo, ma le parti che più si apprezzano è la storia di Socrate e Platone, anche se a volte i due sembrano ombre confuse, pennellate appena sfumate.



Dorian e la leggenda di Atlantide poteva avere molto di più, sembra che l'autore si sia perso a metà strada, lasciando le redini alla storia stessa, trovandosi poi in un mondo mescolato e confusionario. Non posso dargli un voto negativo in quanto la storia in maniera superficiale si lascia leggere e apprezzare, ma non posso nemmeno osannarlo come libro del mese perché a me le montagne russe non sono mai piaciute.

Piccola nota: Attenzione al finale, perché l'amaro in bocca è dietro l'angolo. 

Secondo il mio parere va preso per quello che è, un romanzo che ha del potenziale, ma non si è applicato. Un romanzo che si può leggere in pausa tra un libro e un altro. 

Libro che ti consiglio di leggere durante l'anno nuovo.

martedì 26 dicembre 2017




Gli Angeli e l'Apocalisse è una innovativa saga Fantasy di ispirazione biblica che narra la storia della terra dopo il Giorno del Giudizio. Portato a termine l'Armageddon, i quattro Angeli Sterminatori, i Cavalieri della Violenza, della Carestia, della Guerra e della Morte decidono di rimanere nel mondo appena annichilito per dominare ciò che ne resta con la propria potenza e con eserciti di creature oscure. Fortunatamente, sette schiere Angeliche di sette differenti popoli di alati ( Serafini, Cherubini, Dominazioni, Potestà, Troni, Principati e Virtù), diversi per aspetto e abilità sovrannaturali, ognuno con una propria missione sacra, restano a proteggere i pochi superstiti umani. Niente sarà più come prima: nuove leggi spirituali influenzeranno la materialità. Inizierà una disputa che vedrà gli uomini succubi e protagonisti, pedine e Re, marionette e manovratori, in un'ambientazione tutta da scoprire.



gli angeli e l'apocalisse

Erenvir e l'anno zero

Effe Cinicola

Editore: Self
Prezzo: 14,25€ cartaceo, 2,99€ ebook 
Pagine: 272
Serie: 1. vol. gli angeli e l'apocalisse 

Trama: L'apocalisse profetizzata nella Bibbia si avvera, devastando la Terra e decimando l'umanità. I principali fautori dell'Armageddon, i cavalieri della Violenza, della Carestia, della Morte e della Guerra, quattro potentissimi angeli, decidono di rimanere nel mondo materiale per diventarne i sovrani assoluti e si pongono a capo di eserciti di creature oscure per attuare la propria conquista. Fortunatamente, anche sette schiere angeliche restano a combattere per gli uomini sopravvissuti contro le brame di potere di chi li vuole sottomessi o morti. Jonathan White è un ragazzo che viene prescelto per contribuire alla lotta tra bene e male. Verrà chiamato Erenvir, ovvero portatore della nuova era, ed il suo primo compito sarà quello di condurre in salvo i sopravvissuti in un luogo indicatogli come Terra Promessa. Affronterà un viaggio in cui scoprirà quanto tutto ciò che conosceva sia mutato e sottoposto a nuove leggi fisiche e spirituali, tra nuovi luoghi infernali e piccoli paradisi, tra bestie demoniache e creature idilliache.

"Erenvir e i Sette", seconda parte della Saga Fantasy "Gli Angeli e l'Apocalisse".


gli angeli e l'apocalisse

erenvir e i 

sette

Effe Cinicola 


Editore: Self
Prezzo: 14,25€ cartaceo, 2,99€ ebook 
Pagine: 308
Serie: 2 vol. gli angeli e l'apocalisse

Trama: Sono passati cinque anni dal giorno del giudizio. Sette regni angelici e quattro regni dei cavalieri dell'apocalisse già sono stati costituiti e si contrastano. Tra il bene e il male si è creato un equilibrio instabile che rischia di essere alterato da una nuova immensa minaccia: Carestia, uno dei quattro portatori dell'Armageddon, che vogliono impadronirsi del pianeta, ha evocato Abbadon il Distruttore, un essere temuto dagli stessi alati. Per evitare all'umanità di sprofondare sotto la sua potenza devastatrice, Erenvir si incamminerà in un viaggio che svelerà molto della neonata e oscura identità della terra chiamata Apogea.

QUALCHE PAROLA SULL'AUTRICE:


Effe Cinicola sta lavorando al gioco di ruolo e ad un gioco di carte con la stessa ambientazione dei romanzi. Presto pubblicherà una raccolta di racconti noir e un romanzo breve di genere commedia noir.
Click QUI per scoprire la pagina dell'autrice

Libri che leggerò tra le feste di Natale e Capodanno

domenica 24 dicembre 2017
Buona vigilia a tutti lettori del blog! Come passerete questa giornata? Da voi si usa festeggiare già da questa sera o festeggiate solo il Natale? Manca pochissimo all'arrivo di Babbo Natale, spero che i vostri regali siano tutti presi dalle vostre liste desideri. Io conto di trovare almeno una decina di libri così da smaltire la mia lista infinita. Ma bando alle ciance, oggi voglio lasciarvi un piccolissimo articolo leggero con i libri che leggerò in queste giornate. Le feste di quest'anno sono all'insegna dell'assoluto riposo, quindi casa, qualche passeggiata con marito e cane per il paese, film su Netlix e Prime Video rilassati sul divano.. con ovviamente un buon libro!

Già da ieri ho iniziato Dorian e la leggenda di Atlantide - omaggio vinto grazie al giveaway del blog Peccati Penna . Romanzo breve, di circa 185 pagine. La scrittura è molto semplice e diretta, si legge in un fiato. Mi manca giusto l'ultimo capitolo per finirlo.








Flatlandia di Edwin Abbott, è un romanzo brevissimo, ha all'incirca 166 pagine ed è un racconto che utilizza la geometria per entrare nel fantastico. Avevo in mente di leggerlo da parecchio tempo, me lo aveva consigliato in libreria un lettore mentre ritirava il romanzo appena ordinato, ma tra il pieno lavorativo e i clienti non ero riuscita a leggerlo. Ora che finalmente è nelle mie mani conto di leggerlo e finirlo quasi subito. 






Altro romanzo breve è La strada di Cormac McCarthy dove i nostri protagonisti vivono in un mondo post apocalittico, dove cannibali, divoratori di ossa e cenere sono sempre dietro l'angolo. Il mondo è morto e l'uomo cerca di sopravvivere come può. 








Questo non è un romanzo fantasy, di Roberto Gerilli anche questo romanzo è di poche pagine ed è ambientato nel famosissimo Lucca Comics in maniera molto ironica e autoironica. 











Voi, cosa leggerete in queste piccole vacanze? Avete già letto questi romanzi brevi?

Evelyne. Una donna di nome Dio, D.S Michele - Recensione -

sabato 23 dicembre 2017
A Natale si è tutti più buoni mettiamola così. Ho avuto diversi tentennamenti prima di recensire pubblicamente questo romanzo, non perché il libro non lo meritasse ma per la delusione avuta dall'atteggiamento della casa editrice per via della recensione di Nora; diverse testimonianze mi hanno confermato poi ciò che più temevo: la casa editrice ha lo stesso atteggiamento, le stesse parole con tutti quelli che si "azzardano" a recensire negativamente i loro romanzi. Ammetto che è una ferita di rabbia ancora aperta, sopratutto per i vari commentini espressi dalla casa, riportato da altre ragazze che ancora ringrazio, cercando di sminuirmi come persona e come blogger - tra l'altro Nora è stato un romanzo acquistato da me - ma riflettendo, l'autore di Evelyne non merita il silenzio. Mi dispiace in senso lato pubblicizzare questo romanzo per via di ciò che ho detto sopra, ma una donna di nome Dio merita una considerazione. 


EVELYNE 

D.S. Michele


Prezzo: 14,90€


Trama: Evelyne ha un incidente, un brutto incidente. Finisce in coma e si risveglia giorni dopo, quando ormai tutti, perfino i suoi amici, la danno per spacciata. Ma Evelyne è forte e lo dimostra una volta di più tornando al mondo dei vivi. Qualcosa, però, è cambiato dentro di lei. Non ha più bisogno, o quasi, di dormire. E vede cose che forse sono solo nella sua mente. L'arrivo nella sua vita di un uomo misterioso e una serie di strane coincidenze complicheranno ulteriormente le cose e la trascineranno in un'avventura mai neppure immaginata. Un'avventura che stravolgerà la sua vita e le rivelerà il più grande e terribile dei segreti: chi è davvero Evelyne?

Come Nora, questo romanzo l'ho acquistato ad occhi chiusi. Mi ha rapito la copertina, il citare Dio come donna, la frase poi in copertina, insomma tutto. Non sono andata a cercare la trama, tra l'altro ero convintissima - come una stupida - che l'autore fosse una donna - vi lascio immaginare la mia faccia quando mi ha contattato l'autore ed era un uomo - dovevo leggere questo romanzo, avevo il bisogno a pelle di averlo e rispetto al titolo precedente, Evelyne mi ha conquistata; l'ho letta in un fiato, apprezzando quindi non solo l'esterno ma lo stesso contenuto.

Se dovessi catalogare questo romanzo in libreria, trovargli spazio per la vendita, non saprei dove metterlo. Quando su un libro si hanno questi dubbi, di solito il computer ci indica su che sezione inserire il romanzo - quindi su che tipo di scaffale il lettore potrà trovarlo - ma Evelyne può essere inserito sia per il fantasy, sia per il romance e addirittura osare anche per il thriller per l'adrenalina che ti lascia scorrere addosso.
Evelyne non è un romanzo pesante, in tre, al massimo quattro ore si è già finito, ma è bella la sensazione che ti lascia, il sentirti dentro l'aver letto un bel libro e di sicuro rileggerlo ancora una volta

La nostra protagonista è una ragazza complessa, che nonostante l'apparenza molto semplice, in realtà pagina dopo pagina tira fuori grinta e determinazione. Si ha davanti una donna che esce dal suo bozzolo e che nasconde artigli pronti a far male. Evelyne ha un incidente nella bellissima città di Praga, non ricorda nulla di ciò che è successo, dopo il risveglio dal coma si ritrova strana. Andando avanti con la sua vita, si rende conto che c'è qualcosa che non va, non è più normale come prima. Non dorme, non sente dolore, riesce a leggere e a comprendere ciò che su prima aveva difficoltà; Evelyne è diversa, ma questa sua diversità non frena il rapporto che ha con gli amici di sempre. La sua diversità non la frena più di tanto, se una persona normale si sarebbe fatta tantissime paranoie, cercando migliaia di spiegazioni, in questo romanzo troviamo una donna che si comprende, che cerca ma non ne ha paura.

L'autore ci porta a conoscere questa comitiva, fatta di individui completamente diversi l'uno dall'altro, eppure la loro profondità spicca rendendoli personaggi quasi reali. In una serata come tante, per Evelyne fatta per dimenticare, la nostra protagonista si ritrova a contatto con un personaggio estraneo a tutto, eppure così vicino a lei, mentre dall'altra parte uno dei suoi amici viene coinvolto da una donna, una bellissima donna capace di rubare letteralmente l'anima.

Chi è quell'uomo che sente così vicino? Perché riesce a fare cose così assurde? Perché lei è così diversa adesso? Sono queste le domande che pagina dopo pagina ci porteremo con noi, con la voglia di spronare l'autore a darci subito una risposta.

Scrivere questa recensione non è semplice, in quanto superare quel limite sottile dello spoiler è veramente alto, sarebbe ingiusto rovinarvi quello che è il romanzo intero, quello che fa capire chi è o cosa è Evelyne,  ma la linea sottile che affronta l'autore è qualcosa di affascinante. D.s. Michele ci porta davanti al bene e al male, rimescola le carte in tavola, aprendoci a dubbi e domande. I suoi personaggi sembrano usciti dalla classica storia su luce e buio, eppure girato pagina il buio non sembra poi così cattivo.
Il modo di scrivere dell'autore trascina nella lettura del romanzo, inganna il lettore in certezze che sfumano nella nebbia, si diventa groupie di personaggi femminili e personaggi cattivi, in questo romanzo si tifa tutti; non c'è un limite, un odio nei confronti di altri. 

L'ambientazione non è ricca di immaginazione, non è quell'ambientazione prolissa che schema ogni minimo dettaglio, ma le poche frasi che l'autore utilizza, in maniera molto semplice, ci portano comunque alla visione di un film immaginario sul luogo dell'azione che stiamo vivendo. Di questo romanzo si apprezza tutto, si apprezza la fantasia dell'autore e la stessa ricerca fatta sul non cadere nei classici clichè dei troppo buoni o troppo cattivi.

Se il gioco che l'autore ci porta a fare, facendoci diventare marionette nelle sue mani, sarà ancora più spiazzante quando all'ultima pagina ci renderemo conto che la storia non è conclusiva, ma che se quello che poteva dare la sensazione di un finale, in realtà non finisce e ci spiazza all'idea di dover aspettare ancora per sapere come va a finire.

Il romanzo di Evelyne fa centro, è intrigante, è diverso dalle solite letture, non è quel romance che cade nel troppo smielato e non è quel fantasy da sensazione di aver visto e rivisto, è un romanzo unico che va letto e spinto, che va acclamato, che va portato con se ovunque.

Passatemi il termine: Evelyne ti lascia di (c)azzo e il bello è proprio questo.

Appuntamento con la strega: Festeggiare Yule, il Solsistizio di Inverno.

giovedì 21 dicembre 2017

Oggi sono di fretta per via dei vari preparativi da affrontare per stasera; qui in casa mondo festeggeremo Yule, il solstizio di inverno, ma ci tenevo comunque a lasciarvi un infarinatura generale su Yule e su come festeggiare. In tutti questi anni abbiamo festeggiato con amici, con parenti, con sorelle dello stesso pantheon, mentre stasera abbiamo deciso di raccoglierci solo nella nostra famiglia sia a livello spirituale, sia a livello di festa. E' stata una scelta dura, ma l'idea di raccoglierci insieme, di ritrovarci e riprenderci è stato quasi un bisogno necessario.

Oggi è la notte più lunga dell'anno, la rinascita finalmente della luce grazie al ventre della Dea. La Dea Madre di ogni cosa, dona al mondo di nuovo la luce, il fuoco, la rinascita; quella fiamma dentro di noi che a livello spirituale dona forza e vita. Il buio che fin adesso ci ha circondato, genera una luce bambino, una nascita che allontana il dolore e riporta la speranza.

Se con Samhain abbiamo visto la nascita dell'oscurità, il bisogno del riposo, del chiuderci a riccio nel nostro interno e cercare quella sensazione di pace e calore, qui con Yule ci troviamo finalmente nella nascita della vita, dove il cerchio che fin ora non è stato facile da affrontare, pesante a livello di ostacoli e stress, finalmente si riapre lasciandoci riposare e cullare nella consapevolezza che adesso andrà tutto per il meglio. Questo riposo tuttavia non dura a lungo, la nostra luce ha bisogno di crescere, di nutrirsi con speranza e amore per noi stessi, ha bisogno di evolvere in continuazione. 

La nostra fiamma ha bisogno di noi, della consapevolezza che faremo di tutto per non lasciarci cadere, ha bisogno di sentirsi sicura che saremo pronti ad affrontare ogni cosa. Questa luce, questa neo fiamma è identificarla come una piccola parte di noi. Yule non festeggia soltanto il rinnovo di una luce nuova, la nascita del Dio Sole grazie alla Dea, ma festeggia il nostro bisogno di sentirci bene, di sentirci finalmente noi nel pieno delle nostre forze, più combattivi che mai. 

Ma che origini ha la festa di Yule? In realtà non si ha la certezza del paese di origine. Dall'etimologia della parola si dona origine ai paesi scandinavi o germaniche, tuttavia ogni paese ricorreva festeggiare il solstizio d'inverno, chi con vere e proprie cerimonie religiose, chi invece preferiva solo lo scambio di doni, chi si preparava ad offrire alle divinità un banchetto per favorire il benessere nell'inverno appena arrivato. 

Ci sono tantissimi rituali che si possono realizzare in questa serata, ma quello che preferisco e che realizziamo ogni anno è in assoluto il ramo dei desideri di Yule:

Per tradizione bisogna procurarsi un ramo secco, se si ha voglia decorarlo e appendere con strisce di carta chiusi a pergamena i vari desideri che si ha bisogno di veder realizzati. Noi preferiamo utilizzare la pianta del basilico, simbolo di abbondanza. La piante viene coltivata da noi in estate, aspettiamo tutto il suo ciclo, con la raccolta delle foglie per poi quando secca utilizzarla come ramo dei desideri di Yule, in modo da dargli una spinta in più. 
Nella notte di Yule il ramo dovrà essere bruciato insieme ai desideri in modo che il fumo accompagnatore degli obbiettivi, arrivi all'Universo per realizzarli. 

Prendetelo come un consiglio, se realizzerete il ramo dei desideri non fate foto al ramo mentre brucia o mentre state scrivendo i vostri desideri sulle piccole pergamene, è un rituale molto introspettivo, intimo insieme ai vostri cari. Metteteci tutta la determinazione e la volontà possibile per vedere i vostri sogni realizzati. Non rompete la magia!

E voi, siete pronti a festeggiare? 



I regali che vorrei trovare sotto l'albero [solo libri]

martedì 19 dicembre 2017

Non potevo resistere nel creare l'articolo che vi presento oggi. Le feste e Babbo Natale sono ormai alle porte e con lui anche le varie liste dei regali che vorremmo trovare sotto l'albero. Sarò monotona e forse anche un po' scontata, ma con me i regali sono sempre molto semplici: Libri.. solo e soltanto Libri. 
E voi avete già scritto la vostra lettera a Babbo Natale? 



4 3 2 1 

Paul Auster 

Editore: Einaudi
Prezzo: 25,00€
Pagine: 939

Trama: Cosa sarebbe stato della nostra vita se invece di quella scelta ne avessimo fatta un'altra? Che persone saremmo oggi se quel giorno non avessimo perso il treno, se avessimo risposto al saluto di quella ragazza, se ci fossimo iscritti a quell'altra scuola, se... Ogni vita nasconde, e protegge, dentro di sé tutte le altre che non si sono realizzate, che sono rimaste solo potenziali. E cosi ogni individuo conserva al suo interno, come clandestini su una nave di notte, le ombre di tutte le altre persone che sarebbe potuto diventare. La letteratura, e il romanzo in particolare, ha da sempre esplorato la «vita virtuale»: non la vita dei computer, ma i destini alternativi a quelli che il caso o la storia hanno deciso, quasi che attraverso la lettura si riesca a fare esperienza di esistenze alternative. Paul Auster ha deciso di prendere alla lettera questo compito che la letteratura si è data: e ha scritto "4321", il romanzo di tutte le vite di Archie Ferguson, quella che ha avuto e quelle che avrebbe potuto avere. Fin dalla nascita Archie imbocca quattro sentieri diversi che porteranno a vite diverse e singolarmente simili, con elementi che ritornano ogni volta in una veste diversa: tutti gli Archie, ad esempio, subiranno l'incantesimo della splendida Amy. Auster racconta le quattro vite possibili di Archie in parallelo, come fossero quattro libri in uno, costruendo un'opera monumentale, dal fascino vertiginoso e dal passo dickensiano, per il brulicare di vita e di personaggi. Ma c'è molto altro in "4321". C'è la scoperta del sesso e della poesia, ci sono le proteste per i diritti civili e l'assassinio di Kennedy, c'è lo sport e il Sessantotto, c'è Parigi e c'è New York, c'è tutta l'opera di Auster, come un grande bilancio della maturità, e ci sono tutti i maestri che l'hanno ispirato, c'è il fato e la fatalità, c'è la morte e il desiderio


gemina

Kaufman / Kristoff 

Editore: Mondadori
Prezzo: 22,00€
Pagine: 659
Serie: Illuminae vol. II

Trama: Hanna sapeva che traslocare in una stazione spaziale ai confini della galassia sarebbe stato un brutto colpo per la sua vita mondana. Nessuno però le aveva detto che sarebbe potuto costarle la vita. La saga di «Illuminae File», cominciata con le peripezie di Kady ed Ezra, prosegue a bordo della stazione spaziale Heimdall, dove due nuovi protagonisti dovranno affrontare le conseguenze di una seconda offensiva BeiTech. Hanna è la viziatissima figlia del capitano della stazione, Nik il rampollo di una famigerata famiglia di criminali. Alle prese con la vita di bordo nella stazione spaziale più noiosa della galassia, i due non possono certo immaginare che Kady Grant e la Hypatia sono in viaggio verso la Heimdall con la notizia dell'invasione di Kerenza. Quando una squadra d'assalto della BeiTech invade la stazione, Hanna e Nik saranno costretti a collaborare per difendere quella che è ormai diventata la loro casa. A complicare tutto, la presenza di predatori alieni che fanno fuori l'equipaggio un uomo alla volta. Hanna e Nik capiranno presto che in gioco non c'è soltanto la propria sopravvivenza: nelle loro mani hanno il destino di tutti i passeggeri della Hypatia, e forse dell'universo intero. Tranquilli, però. Hanno tutto sotto controllo. Almeno sperano.




thornhill 

Pam Smy

Editore: Uovonero 
Prezzo: 18,50€
Pagine: 533

Trama: Mary vive negli anni Ottanta a Thornhill, un orfanotrofio femminile vicino alla chiusura. Ella è una ragazza che nel 2017 si trasferisce col padre accanto al tetro edificio, ormai abbandonato da tempo. In un dichiarato omaggio a Brian Selznick e alle atmosfere di Il giardino segreto, le storie delle due ragazze, narrate l'una col testo del suo diario, l'altra con evocative illustrazioni in bianco e nero, si avvicinano fino a toccarsi nel coinvolgente finale.



sleeping beauties

Stephen e Owen King



Editore: Sperling & Kupfer
Prezzo: 21,90€
Pagine: 652


Trama: Dooling è una piccola città fortunata del West Virginia, con una splendida vista sui monti Appalachi e lavoro per tutti. E a Dooling, infatti, che qualche anno fa è stato costruito un carcere all'avanguardia destinato solo alle donne, che siano prostitute o spacciatrici, ladre o assassine, o ancora tutte queste cose insieme. Ed è una di loro, in una notte agitata, ad annunciare l'arrivo della Regina Nera. Per il dottor Norcross, lo psichiatra della prigione, è routine, un sedativo dovrebbe sistemare tutto. Per sua moglie Lila, lo sceriffo di Dooling, poteva essere un presagio. Perché poche ore dopo, da una collina lì vicina, arriva una chiamata al 911, ed è una ragazza sconvolta a urlare nel telefono che una donna mai vista ha ammazzato i suoi due amici, con una forza sovrumana. Il suo nome è Evie Black. Intorno a lei svolazzano strane falene marroni e sembra venire da un altro mondo. Lo stesso, forse, dove le donne a poco a poco finiscono, addormentate da un'inquietante malattia del sonno che le sottrae agli uomini. Un sonno dal quale è meglio non svegliarle.


LA FIGLIA DI ODINO

Siri Pettersen

Editore: Multiplayer Edizioni
Prezzo: 21,00€
Pagine: 631

Trama: Il viaggio di Hirka, una ragazzina di quindici anni dai capelli rosso fuoco, inizia quando, morto il padre girovago e guaritore, si ritrova completamente sola al mondo e costretta a fare i conti con la propria identità di "diversa": vive infatti tra persone del tutto simili a lei tranne che per la coda, elemento distintivo di tutta la stirpe di Ym, di cui lei è priva. Hirka conosce i poteri miracolosi di alcune erbe e cura con generosità chiunque le si rivolga. Ma il suo altruismo è ricambiato con distacco, diffidenza e talvolta disprezzo, anche da parte di quelle persone che dovrebbero esserle amiche. A Hirka manca anche altro: non sa evocare e non è in contatto col Dono, un'energia che scorre in tutto ciò che esiste. La ragazzina sa che presto verrà messa alla prova durante una cerimonia iniziatica, il Rito, cui tutti i quindicenni degli undici regni di Ymslanda sono obbligati a partecipare, e ha paura di essere smascherata e punita per questa sua inadeguatezza. Ymslanda è governata dal Consiglio, formato dai rappresentanti delle dodici famiglie più potenti, che ha sede ad Eisvaldr, cittadella piena di torri e cupole scintillanti. Al di sopra di loro ce soltanto il Veggente, un misterioso corvo accudito e riverito come una divinità. Il potere, però, è intessuto di menzogne, rivalità e favoritismi. C'è anche chi, per accrescere il proprio ruolo, fa uso di sortilegi e stregonerie, accusando Hirka, una cosiddetta "figlia di Odino", di aver lasciato che gli Orbi, creature mostruose e letali, invadessero Ymslanda attraverso i cerchi di pietra. In breve tempo, Hirka e Rime, erede ribelle di una delle più importanti famiglie del Consiglio e amico d'infanzia della ragazza, si troveranno a combattere fianco a fianco, ciascuno alla ricerca della propria identità, per sconfiggere gli abusi e svelare i terribili segreti che hanno segnato il destino di entrambi...




Ovviamente questa è solo una piccola parte della lista infinita dei libri che vorrei trovare sotto l'albero. E voi ne avete una vostra? Avete già letto qualcuno di questi titoli?

Dodici città, Matteo Bruno - Review Party -

domenica 17 dicembre 2017
E non pensi che anche io ho bisogno di te? Non pensi che ho bisogno di te, vivo?

Benvenuti nel review party della Leone Editore, dove diverse blogger si confrontano sui romanzi di Matteo Bruno. Come libro di cui parlarvi ho scelto Dodici città, attratta non dal manzo in copertina, ma dall'idea di divinità spregevoli e vendicative pronte ad affondare le loro unghie sull'uomo.


dodici citta'

Matteo Bruno

e mezzo.

Editore: Leone Editore 
Prezzo: 15,00€
Pagine: 443

Trama: Sul finire del VI secolo a.C. Porsenna, il Grande re dell'Etruria, dopo essere riuscito a radunare attorno a sé tutte le Dodici città del suo popolo grazie a uno straordinario prodigio, si appresta a muovere guerra a Roma. Nel frattempo Dardano da Perusna, un abile artigiano nato etrusco ma cresciuto tra i romani, spinto da divinità vendicative e capricciose, dimostra il suo eroismo durante il drammatico assedio di Roma.

Recensire un romanzo con così tanta ricerca, con così tanti dettagli non è affatto facile. Partiamo già dal fatto che Dodici città tocca uno dei miei generi preferiti: il romanzo storico. Partiamo poi dal fatto che Dodici città tocca quasi la bellezza di cinquecento pagine e che la scrittura è abbastanza evocativa. In generale quindi è un libro che si legge con piacere, ma sono i piccoli dettagli, le piccole incertezze, che fanno arrancare nella lettura, togliendone poi in toto l'attenzione. Ma andiamo con ordine e mettetevi comodi perché la strada non è tutta in discesa.

Già dalle prime pagine l'autore ci accompagna in un azione diretta, la guerra si sta avvicinando e Dardano non ha scelta, deve combattere contro quelle stesse persone che lo hanno cresciuto, contro quel popolo dove si è sentito amato. Dardano è un personaggio complesso, sin da subito ci appare con la sua vena malinconica, non ha rimpianti eppure l'amarezza che percorre la sua gola sembra attraversare la nostra. Non ha paura della morte e non teme l'idea di combattere, è la delusione però che ci appare nei suoi occhi che ci lascia comprendere quanto il personaggio di Dardano sia umano, quanto l'autore abbia realizzato l'uomo così come è, senza tanti raggiri o merletti decorativi.

Andando avanti il salto temporale è alto e ci appare un Dardano ragazzino, alle prese con l'innocenza, la passione per lo studio, l'obbedienza e i primi amori. I personaggi che fanno parte della vita di Dardano sono tantissimi, ma sarà solo uno a ferire quell'animo: quello stesso padre che spezza i sogni e le convinzioni del figlio, mandandolo a Roma. Un ragazzino solo, senza popolo e senza capirne la lingua, è qui che Dardano e la sua innocenza sembrano sbriciolarsi. Andando avanti gli ostacoli che Dardano si trova ad affrontare sono parecchi, ma come un albero forte il suo animo e la sua determinazione viene piegata ma mai spezzata.
La figura di Dardano, di questo combattente non nato per combattere, di quest'uomo che si ritrova a fare delle scelte a volte controcorrente mi è piaciuto e mi ha emozionato. Ho letto pagina dopo pagina quasi d'un fiato, affezionandomi a quell'uomo che mi ha ricordato la Storia - e se avete letto l'intervista non è un refuso - , tuttavia ho trovato alcuni dettagli troppo prolissi, che mi hanno distratto dall'attenzione che vi era tra le pagine, rischiando di trovarmi stanca nella lettura e distratta da doverne tornare indietro. 
La follia del re etrusco Porsenna, di fronte all'ossessione di assediare Roma e piegare i Romani ci porta ad apprezzare la ricerca fatta dall'autore, a respirare le notti in bianco passate a conoscere ogni dettaglio di un uomo dalla figura arrogante, superficiale e testardo fino al midollo.

I dettagli che l'autore inserisce nel romanzo sono evocativi e minuziosi. Come in un videogioco o in un film d'azione, ci troveremo coinvolti nella storia, quasi a bocca aperta di fronte ad un ambientazione ricca di dettagli, niente viene lasciato al caso e anche il più piccolo granello di polvere viene reso dorato.

Il popolo etrusco che fa da protagonista al romanzo viene ispirato dall'autore da nozioni che vengono poi spiegate nelle note finali; In ogni parte di Dodici città, il popolo etrusco la fa da padrone, la sensazione dei dettagli, della loro spiritualità, delle loro divinità stesse rischia però di perdere la magnificenza del popolo stesso e di quella storia.

Dodici città è un romanzo che non contiene solo un unico romanzo, l'autore dà la sensazione di affanno, di voler vomitare ogni nozione, ogni ricerca fatta, quasi preso da una forte scarica di adrenalina che lo porta a buttar giù tutto, senza scremare quella che poi è la trama definitiva. In questo romanzo c'è tutto, ma a volte è davvero troppo. Troppi dettagli, troppi discorsi, troppe informazioni. 

Dodici città è un romanzo che va capito, che va letto piano piano e scremato. Leggerlo tutto d'un fiato non lo porta ad apprezzarne la sua bellezza, avrei preferito in qualche modo dividere la storia del popolo etrusco, la loro mitologia, la loro vita stessa dal personaggio di Dardano, anche se superficialmente può sembrare impossibile. Avrei preferito meno nozioni, meno vomitate di parole, e lasciare forse qualche mistero in più. 


L'ultimo Spartano, Matteo Bruno [Blogtour]

sabato 16 dicembre 2017


L'ultimo Spartano è una nuova uscita di Matteo Bruno, edito da Leone Editore. Se state seguendo il blogtour non potete perdervi anche l'intervista seguente!


l'ultimo spartano

Matteo Bruno 


Editore: Leone Editore 
Prezzo: 13,90€
Pagine: 350
Genere: Romanzo storico 

Trama: Filocrate di Megalopoli è costretto ad abbandonare la città natale e a battersi per denaro al servizio dell'impero persiano, minacciato da Alessandro Magno. Scontento, ha però occasione di riscattarsi recandosi a Sparta per incontrare re Agide, l'unico che in Grecia può sollevare una vasta rivolta antimacedone. Una volta nel Peloponneso, Filocrate incontrerà una donna misteriosa che sembra capace di prevedere il futuro e verrà coinvolto in intrighi diplomatici senza fine, fino alla sconcertante rivelazione sulle sue origini. Intanto gli spartani si preparano a combattere i macedoni: davanti alle mura di Megalopoli, i leggendari soldati dai mantelli rossi affronteranno un'ultima disperata battaglia per l'indipendenza di tutte le polis greche.


  • Ciao Matteo ti ringrazio per aver accettato l'intervista. Partiamo subito in quarta chiedendoti al volo quattro aggettivi che possano descrivere la tua persona 
Ciao Emanuela, innanzi tutto permettimi di ringraziarti per avermi accolto nel tuo blog. Quattro aggettivi? Direi introverso, imprevedibile e inguaribilmente romantico (nel senso letterario del termine!). Ok, sono tre, ma così al volo il quarto proprio non mi viene..

  • Per il momento mi sto occupando del tuo romanzo Dodici Città e devo ammettere che la scrittura è molto evocativa e ricercata, è frutto di studio o è il tuo modo di essere scrittore? 
Non è frutto di studio, nel senso che non ho mai studiato particolari tecniche di scrittura creativa, se è questo che intendi. In quanto all'essere scrittore, non so nemmeno se posso definirmi così; mi piace dire che sono un imbrattacarte! Venendo alla tua osservazione, direi che il mio modo di scrivere deriva dal leggere molto: cerco di assimilare e di rielaborare. Inoltre, come hai giustamente notato, mi piace far uso di tanto in tanto di termini ricercati.

  • Hai scritto diversi romanzi storici, come mai questa scelta di genere? 
Questa è una domanda che mi è stata posta molte volte. Credo che non sarei capace di scrivere null'altro, per me la scrittura è un modo per raccontare la Storia (la maiuscola non è un refuso), per vivere io stesso in tempi e luoghi diversi, per evadere dal quotidiano. Ah, come vedi è vero che sono un romantico!

  • Hai un tuo autore da cui prendi ispirazione o a cui vorresti assomigliare? 
Sì, Bernard Cornwell. Ho iniziato a scrivere prendendo ispirazione dai suoi romanzi di avventura storica, densi di dettagli, colori ed epica. Nel mio background c'è però anche un pizzico di fantasy (adoro Tolkien), nonché una vena gotica sulla scia di Stoker e degli altri classici di epoca vittoriana. Tra gli autori italiani adoro Manfredi, che è anche colui che più si avvicina alle ambientazioni dei miei romanzi.

  • Ciò che accomuna i tuoi personaggi sembra essere la visione dell'uomo in toto, con pregi e difetti, come mai hai creato l'essere umano a somiglianza reale piuttosto che renderlo "migliore"? 
Bé, questa è davvero una splendida domanda, nessuno me l'aveva mai posta prima e, sinceramente, io stesso non ci ho mai riflettuto troppo. Direi comunque che non ho mai nemmeno cercato di rendere l'uomo migliore di come è; anzi, credo che le cose vadano raccontate così come sono, e non come vorremmo che fossero. Inoltre ammetto di avere una certa simpatia per i personaggi “cattivi”, o meglio per i protagonisti non troppo ortodossi, diciamo così. La storia, così come la vita vera, non è una fiaba.

  • Quale messaggio vuoi lasciare al lettore comune con i tuoi romanzi? 
Vorrei far comprendere come certi comportamenti e sentimenti sono una costante della storia umana, a prescindere dalle epoche e dai luoghi. L'amore e l'odio ci sono sempre stati e sempre ci saranno; nei romanzi storici i protagonisti sono esseri umani come noi, con le nostre stesse paure e con le nostre stesse speranze. Le vicende storiche, quelle che si studiano sui libri di scuola, restano invece sullo sfondo e non è necessario essere esperti conoscitori dell'Antica Grecia per leggere e apprezzare un romanzo lì ambientato (l'esempio non è casuale!): semmai, se mentre si legge si impara qualcosa di nuovo o si è stimolati a fare qualche ricerca, ben venga, ma non è affatto necessario.

  • Mentre tu che tipo di lettore sei? Cosa leggi e quanto leggi? 
In parte ho già risposto in precedenza, citando i miei autori preferiti. Cerco però di leggere un po' di tutto e un buon libro non deve assolutamente mai mancare sul mio comodino. Non sono una scheggia nella lettura, anzi, contrariamente alla maggior parte dei lettori, più un libro mi piace e più lo leggo lentamente, in modo da assaporarne ogni dettaglio e particolare.

  • Dopo L’ultimo Spartano, hai già in mente un seguito? 
Un seguito vero e proprio no (anche se una mezza idea su una continuazione delle vicende di Filocrate non manca). Però sto continuando a lavorare sul filone storico e ho già alcune cosette pronte, seppur di ambientazione completamente diversa.

  • Grazie per aver accettato l'intervista. 
Grazie a te, è stato davvero un piacere. Un saluto a tutti i lettori del tuo blog.

Seguite il calendario qui, con la data del Review Party:



Nora, Giacomo Ferraiuolo - Recensione -

martedì 12 dicembre 2017
Tutto ha inizio con la morte.

Ritorno da queste piccole ferie più carica che mai, per il momento non abbiamo ancora affrontato nessun viaggio, ma il riposo, lo stare insieme, leggere libri davanti all'albero decorato, mi ha dato una carica di gioia e positività che mi mancava. Anche i tarocchi sembrano sorridermi! Ritorno con una recensione di un libro che ho comprato ad occhi chiusi, uno di quelli che ti premono dentro per le aspettative... e forse le mie sono state troppo alte.


Nora

Giacomo Ferraiuolo 

e mezzo

Editore: Dark Zone 
Prezzo: 14,90€
Pagine: 221

Trama: Un omicidio irrisolto, una donna rinchiusa in un ospedale psichiatrico. Nora, prigioniera della sua stessa mente cerca di essere libera da un passato macchiato di sangue che non riesce a dimenticare. Troverà nell'infermiere Christian un amico fedele a cui confidare l'orrore celato nel profondo. Un orrore che striscia ancora tra le ombre della casa di Nora. Un orrore che cerca di uscire da quelle mura. Nessuno è più al sicuro. Lei li aveva avvisati. Sarà compito di Christian scoprire cosa c'è di vero nelle farneticazioni della donna e cosa è invece frutto della follia. Cos'è successo veramente a Nora in quella casa? È possibile conoscere fino in fondo chi ci sta attorno? Una storia di pazzia e dolore, di morte e paura, e che porterà a una verità ancora più cupa e terribile.

Ho comprato questo romanzo ad occhi chiusi, mi è bastato conoscere un po' l'autore, conoscere la casa editrice per il quale già collaboro - e di cui ho già acquistato altri romanzi -, mi è bastato farmi prendere dall'entusiasmo e dalla copertina così evocativa, per poi cascarci esattamente come una mela dall'albero o, se si vuol esser più violenti, come un pugno nello stomaco. Nora era il romanzo che avevo in gola, che dovevo assolutamente leggere, uno di quelli che appena la casa editrice ha messo in promozione nel 3 X 2 mi ci sono fiondata, come un predatore sulla preda. Ne ho atteso impaziente l'arrivo e in un paio di ore l'avevo già finito.
Spiazzata. Questo romanzo mi ha completamente spiazzata. Come se in testa risuonasse solo una frase beh, davvero è tutto qui? Lo so, adesso i fan accaniti libereranno i cani e faranno partire la guerra contro il mondo brutto e cattivo che sta per recensire in maniera negativa il romanzo, ma in realtà Nora non mi è piaciuto così tanto come immaginavo; mettetemi su una pira e fatemi bruciare, saranno state le aspettative, la voglia tanto alta di leggerlo, ma io non ho trovato quello che nelle altre recensioni si legge.

Non è facile parlarvi di Nora e sicuramente la mia recensione non farà altro che mandarvi solo in confusione, ma entrate con me nel romanzo dove tutto ha inizio con la morte.
L'autore parte già con l'azione ormai avvenuta, la figlia di Nora è morta e quest'ultima è accusata di omicidio; ma i suoi atteggiamenti, la sua follia la porta ad essere rinchiusa in un ospedale psichiatrico, dove legata a letto, rassegnata nel suo incubo ormai reale aspetta la morte, unica via di uscita. Nora viene descritta come una donna bellissima, una di quelle donne a cui nessun uomo se pur impegnato può resistere e il suo bisogno di piacere, di amare qualsiasi tipo di uomo e sentirsi donna fino in fondo, la porta a tradire più e più volte quel compagno tanto assente, portandosi a letto non solo i vari amanti, ma le malelingue dei vicini. Il paese è piccolo e la gente mormora e quando si rende conto che la stampa è interessata a raccontare la storia di Nora, si fa a gara a chi la conosce più affondo, a chi ha da raccontare pur di apparire sui giornali e in televisione e diventare automaticamente famosa. 
Nell'ospedale psichiatrico, Nora è una vittima facile di un sistema perverso, di uomini pronti a prenderla in pasto, tanto è pazza ed è legata, chi può credere se prova a dire che viene stuprata più e più volte? E' lì in quella stanza, tra quelle follie, che Nora rivela la sua verità, quel filo sottilissimo di razionalità e paura che l'hanno portata a tutto il resto. Sei tu che appartieni al male o è il male che ti appartiene? 

Prendendo solo questa infarinatura il libro in generale non è affatto brutto, non è da prendere e cestinare; riesce comunque a farsi leggere in un paio di ore e a lasciarti la sensazione di brivido, di voler continuare a saziare quella vena di curiosità, di capire quella follia che c'è dietro fino a farti voltar pagina ancora una volta; ma tra tutti i personaggi che ci sono nel romanzo, Nora che è la protagonista, che è quella presenza che dovrebbe essere la parte a cui ci si affeziona,  mi è piaciuta di meno, per non dire che non mi è piaciuta affatto. L'ho trovata superficiale, antipatica, non mi ha dato nessun empatia la sua tragedia... anzi sicuramente avrei vissuto anch'io la sensazione dei vicini da allontanarmi da una persona del genere, l'ho trovata arrogante e tanto sola, nonostante il suo dramma io non sono riuscita a viverla e questo per me è stata la delusione più grande, perché Nora che è il fulcro del romanzo, quel filo conduttore tra reale e irreale, tra follia e oscurità, doveva assolutamente lasciarmi qualcosa e non una sensazione del genere. Il contorno, il male, il sopranaturale mi è anche piaciucchiato, non è da quei livelli da farti dormire con la luce accesa - come dovrebbe far un horror - ma non ti lascia nemmeno quel vuoto che un romanzo negativo fa. L'ambientazione è abbastanza comune, la scrittura non si perde in minuziosi dettagli e paroloni, arriva dritta al punto su dove vuole portarti, è un romanzo che si legge ma non c'è da aspettarsi tutto questo clamore, almeno non per me.

In generale la realtà è anche fatta bene, il romanzo si muove in questo mondo presente e i vicini, gli articoli di giornale, lasciano quel tocco di vivere una storia che potrebbe essere del nostro paesino o addirittura che riguardi la nostra stessa vicina, ma non serve aspettarsi troppo. L'idea di inserire il sopranaturale in maniera viscida, in maniera sottile in quel paesino tanto piccolo, affascina anche, ma rimane lì, non dà quello sprint in più, quella sensazione di soffocare, di voler tornare nella storia.

Per questo romanzo avrei voluto molto di più, avrei voluto più paura, avrei voluto prendere la lucina della notte che usavo da bambina e dormirci accanto, avrei voluto sentire la sensazione di morte sulla pelle, avrei voluto sentirmi Nora e invece mi sono ritrovata a combatterla, a tifare dalla parte opposta.