La figlia di Odino, Siri Patterson - Recensione -

lunedì 15 gennaio 2018
Buongiorno lettori, finalmente riesco a presentarvi anch'io la mia opinione su questo romanzo. L'ho aspettato dalla prima volta che l'ho visto in libreria, l'ho cercato, l'ho bramato e.... l'ho ricevuto, ahimè, solo a Natale; ma oggi, dopo tanto, riesco finalmente a parlarne. Soddisfatta? Ni, aspettative troppo alte? Forse. Mettetevi comodi così da chiacchierarne un po'.


LA FIGLIA DI ODINO

Siri Patterson


Editore: Multiplayer Edizioni 
Prezzo: 21,00
Pagine: 631

Trama: Il viaggio di Hirka, una ragazzina di quindici anni dai capelli rosso fuoco, inizia quando, morto il padre girovago e guaritore, si ritrova completamente sola al mondo e costretta a fare i conti con la propria identità di "diversa": vive infatti tra persone del tutto simili a lei tranne che per la coda, elemento distintivo di tutta la stirpe di Ym, di cui lei è priva. Hirka conosce i poteri miracolosi di alcune erbe e cura con generosità chiunque le si rivolga. Ma il suo altruismo è ricambiato con distacco, diffidenza e talvolta disprezzo, anche da parte di quelle persone che dovrebbero esserle amiche. A Hirka manca anche altro: non sa evocare e non è in contatto col Dono, un'energia che scorre in tutto ciò che esiste. La ragazzina sa che presto verrà messa alla prova durante una cerimonia iniziatica, il Rito, cui tutti i quindicenni degli undici regni di Ymslanda sono obbligati a partecipare, e ha paura di essere smascherata e punita per questa sua inadeguatezza. Ymslanda è governata dal Consiglio, formato dai rappresentanti delle dodici famiglie più potenti, che ha sede ad Eisvaldr, cittadella piena di torri e cupole scintillanti. Al di sopra di loro ce soltanto il Veggente, un misterioso corvo accudito e riverito come una divinità. Il potere, però, è intessuto di menzogne, rivalità e favoritismi. C'è anche chi, per accrescere il proprio ruolo, fa uso di sortilegi e stregonerie, accusando Hirka, una cosiddetta "figlia di Odino", di aver lasciato che gli Orbi, creature mostruose e letali, invadessero Ymslanda attraverso i cerchi di pietra. In breve tempo, Hirka e Rime, erede ribelle di una delle più importanti famiglie del Consiglio e amico d'infanzia della ragazza, si troveranno a combattere fianco a fianco, ciascuno alla ricerca della propria identità, per sconfiggere gli abusi e svelare i terribili segreti che hanno segnato il destino di entrambi...

Forse è stata colpa mia, forse avevo aspettative troppo alte visto il boom mediatico, forse in realtà non è così geniale da gridare al miracolo, ma rimane comunque una buona lettura che ha ben meritato la votazione in alto.
Dalle prime pagine quella che incontriamo è una piccola creatura in fasce ed un atto di violenza per salvarla da un futuro forse troppo oscuro. Salto temporale e ci troviamo in un azione già avviata, con la nostra protagonista Hirka che reincontra un vecchio amico d'infanzia, di classe sociale completamente diversa dalla sua: Rime.

Hirka è scombussolata dal ritorno del suo amico dal sangue nobile, quel figlio di un consiglio che ha sempre governato, dall'altra lei sin dalla nascita ha avuto una vita complessa, lei è quella isolata da tutti, lei è la diversa, lei è la strana, lei è il bersaglio di ogni presa in giro, lei è una senza coda.

La condizione di Hirka cambia quando il padre le rivela il suo segreto taciuto per anni, il suo mondo crolla, come sabbia tra le dita quel mimino di certezza che aveva sembra scivolare.

A chi può credere davvero? Vale la pena fidarsi di qualcuno? 
In realtà fino ad allora la sua condizione di essere diversa l'aveva comunque accettata in qualche modo, gli altri erano normali, avevano quel dono da presentare poi un giorno di fronte al consiglio per capire il loro futuro, lei non era in grado di evocar nulla, lei quella magia che scorre non la sentiva, ma tutto ciò non la toccava totalmente, fino a quel segreto rivelato. Lei sopravviveva a quella realtà.

Leggere questo primo romanzo della trilogia, non è stato facile, mi è sembrata un po' una corsa con il testimone, in attesa che l'altro arrivasse a passarmelo.
Partiamo dal presupposto che La figlia di Odino è un romanzo di ben seicento pagine e tenere incollato il lettore ad ogni pagina e ad ogni riga, non è così facile, ma è stato l'inizio, dopo la scena cruenta, a farmi storcere un po' il naso e a dover tornare indietro a riprendere poi il tutto.
Hirka è una ragazza sola che sopravvive come può, che si fa scivolare le cose addosso almeno all'apparenza, lei è buona e ad aiuta gli altri anche se gli altri non sono poi così amici. Hirka mi ha ricordato molto Merida del film Ribelle, non ci troviamo di fronte ad una principessa che aspetta il principe su una carrozza pronto a portarla al castello in salvo, ma ci troviamo di fronte ad una ragazza che decide di mettersi in gioco e di farsi aiutare da un ribelle come lei, il suo amico dal sangue nobile. I personaggi, in linea generale, sono affascinanti, la storia di Hirka prende e facilmente ci si ritroverà in lei e nella sua voglia di riscatto e di conoscere la verità.

Il fantasy è originale in tutti i suoi componenti: il dono, l'utilizzo di elementi esoterici e qualche citazione dalla mitologia norrena, la figura di esseri umani con la coda, i veggenti, il consiglio, ma è il ritmo altalenante che non lo fa apprezzare del tutto, quella attesa in una corsa al testimone. Quell'arrancare di fronte a volte discorsi e dettagli troppo prolissi, quel dover tornare indietro perché si ha confusione in alcuni passaggi. 

Nulla si può dire invece sull'ambientazione, l'autrice ha creato un mondo, villaggi e personaggi che sembrano usciti dalla penna di Tolkien. Ogni dettaglio, ogni mitologia, ogni descrizione dell'ambiente è curatissima e ci sembrerà di essere effettivamente in quel luogo, di immaginarlo facilmente nelle nostre teste.
La figlia di Odino è un gioco dove il sangue ha bisogno di potere, dove in realtà il nemico è un qualcosa di più grande.

Catalogare La figlia di Odino solo come fantasy diventa, ahimè, riduttivo in quanto tutta l'adrenalina e il coinvolgimento psicologico ricorda moltissimo altri generi.

Unica pecca e abile gioco dell'autrice è la fine del libro che ti lascia con l'amaro in bocca e la voglia comunque di continuare a rileggerlo aspettando il secondo volume.


4 commenti on "La figlia di Odino, Siri Patterson - Recensione - "
  1. Felice che ti sia piaciuto <3 Attendo con ansia anche io il seguito <3

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  2. Mmmmh... io l'ho sul kindle da tempo ma credo che ci rimarrà ancora un po'. Devo essere in vena per leggere certi fantasy e non so, questo ancora non mi ha attirata tanto da iniziarlo...

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    1. Avevo la tua stessa sensazione all'inizio, leggendolo, interrompendolo per poi riprenderlo in mano arrivando finalmente alla fine. Ogni lettura ha bisogno del suo tempo, vedrai che arrivera' :)

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