Il bambino silenzioso, Sarah A. Denzil - Recensione -

giovedì 15 febbraio 2018
Oggi mi sembra di rotolare e inutilmente invoco il bisogno di una dieta. Tra dolci di carnevale e cioccolatini di san Valentino, mi sento gonfia come un pallone. La giornata di oggi voglio iniziarla con un thriller che avevo già inserito nella lista dei libri da leggere per via della trama e, inaspettatamente, la Newton mi ha omaggiato con un pacco a sorpresa: Il bambino silenzioso di Sarah A. Denzil. L'ho letteralmente divorato il giorno stesso dell'arrivo, sono quasi 345 pagine, eppure il ritmo è così veloce che si legge senza nessuna fatica o stanchezza. 


il bambino silenzioso

Sarah A. Denzil


Editore: Newton Compton Editori
Prezzo: 9,90€
Pagine: 352
Genere: Thriller

Trama: Nell’estate del 2006, Emma Price era lì quando fu ritrovato il cappotto rosso del suo bambino di sei anni, lungo il fiume Ouse. Fu la tragica storia dell’anno: il piccolo Aiden era sparito da scuola durante una terribile alluvione, era caduto nel fiume e poi annegato. Il suo corpo non fu mai ritrovato. Dieci anni dopo, Emma è riuscita finalmente a riacquistare un po’ di serenità. È sposata, incinta e le sembra di aver finalmente ripreso il controllo della sua vita quando… Aiden ritorna. Troppo traumatizzato per parlare, non risponde a nessuna delle infinite domande che gli vengono rivolte. Solo il suo corpo racconta la storia di una sparizione durata dieci lunghi anni. Una storia di ossa spezzate e ferite che testimoniano gli orrori che Aiden deve aver subito. Perché Aiden non è mai annegato: è stato rapito. Per recuperare il contatto con il figlio, ormai adolescente, Emma dovrà scoprire qualcosa sul mostro che glielo ha portato via. Ma chi, in una cittadina così piccola, sarebbe capace di un crimine tanto orrendo? È Aiden ad avere le risposte, ma ci sono cose troppo indicibili per essere pronunciate ad alta voce.

Ho un debole per le protagonisti femminili, quelle donne che non arrancano, che nonostante tutto, che nonostante l'inferno in terra, riescono comunque a risalire. Quelle donne che non vivono, ma sopravvivono e vanno avanti e nel bambino silenzioso, in questo thriller così veloce e adrenalinico, io ho trovato Emma, una protagonista che ci fa sentire il cuore nel petto battere sempre più forte, una donna che sembra prendere a pugni il mondo.

Emma è un personaggio complesso, si porta dietro un dolore immenso. Già nelle prime pagine, siamo immersi nella sua storia e ci sentiamo quasi soffocare dall'amarezza che contiene. Emma ha perso suo figlio, il suo bambino di sei anni, il suo resoconto nelle prime pagine taglia la pelle, la sua lucida freddezza ci permette di capire che la natura è crudele, talmente crudele da non restituirgli nemmeno il corpo per piangerne la morte.

Passano anni, dove Emma cerca di sopravvivere, di continuare a vivere un giorno dopo l'altro, dieci anni dove si è rifatta una vita e che ora la natura le ha dato un'altra possibilità, Emma è incinta di una bambina, che già nella pancia non è poi così tranquilla.
Leggere il ritorno del figlio è un po' come ritrovarsi di fronte alla scena di una rottura di uno specchio, andando avanti tra le righe si sente l'esatto momento del vetro che si infrange perché la sensazione che vive Emma quando le dicono che hanno ritrovato il figlio adolescente, è ormai quella. Il tentare di sopravvivere dopo tutti questi anni, il rifarsi una vita e il ritorno di un bambino che ora tanto bambino non è.

Lo sentiamo quel dolore che Emma si porta dietro, sentiamo l'imbarazzo, la colpa, il bisogno di trovare una soluzione di fronte a quel letto di ospedale, sentiamo la rabbia della nostra protagonista quando non sa cosa è successo e cosa ha vissuto suo figlio per tutti questi anni. L'autrice con una scrittura immensa ed evocativa, permette di provare non solo empatia per tutti i personaggi, ma permette di ritrovarsi esattamente in quelle scene e vivere la situazione.
Pagina dopo pagina, ci ritroviamo ancora con Emma a vivere in una situazione assurda, quasi ovattata dal resto della realtà vissuta fin ora. Il bambino, il suo bambino, è un'ombra di quello che è il suo passato, riga dopo riga sentiamo che quel figlio forse non è poi il bambino che Emma ricorda e che la paura adesso barrica la vita stessa.

Il compito di un thriller, di solito, è rendere la lettura della storia difficile; è avere un ritmo serrato che ti imbroglia, che ti sminuisce in ogni scelta e che frantuma ogni certezza realizzata qualche pagina prima. Il bambino silenzioso fa esattamente questo, prende tutto il nostro organismo e lo mescola, sentiamo il mal di pancia attorcigliare ogni nostro organo, l'empatia con la protagonista è talmente forte che le emozioni diventano le nostre. Ci si ritrova a compatirla, ci si ritrova a criticarla, ad amarla, ad incitarla nelle scelte fatte, non viviamo solo il ritorno di un bambino scomparso, viviamo tutto ciò che c'è dietro ad un ritorno, viviamo un incubo fatto carta e diventato reale.

Il bambino silenzioso cattura l'attenzione con ogni minimo dettaglio che l'autrice ricerca e perfeziona ad ogni riga. Ogni parola, ogni scena descritta è dettagliata in ogni punto, in questo romanzo non vi è assolutamente nulla fuori posto. Nonostante si possa aver paura di cadere nei clichè o nell'ennesimo libro di ritrovamento e passato crudele, in realtà nel bambino silenzioso non succede, si continua a leggere a per di fiato fino ad arrivare all'ultima pagina e rimanere a bocca aperta per ciò che si è letto. Ammetto che il finale lascia un po' di sasso, ma alla fine è ciò che un buon libro fa: nulla diventa certezza, e tutto diventa finto.

Il bambino silenzioso è un thriller psicologico che cattura, che ti immerge nel suo vortice di confessioni, paure, dolore; che ti ovatta in una realtà parallela e ti lascia lì a riflettere ad ogni pagina.

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