Dorian e la leggenda di Atlantide, Demetrio Verbaro - Recensione -

giovedì 28 dicembre 2017
Come vi avevo detto nei giorni precedenti in queste vacanze ho iniziato a leggere vari romanzi molto brevi, così da una parte smaltire la coda lettura, dall'altra invece, dare un po' più di tempo a romanzi più imponenti. Dorian e la leggenda di Atlantide, lo avevo adocchiato da diverso tempo perché mescola insieme due miei punti deboli: Socrate e Atlantide. In realtà mi aspettavo di più, all'uscita di questo romanzo ci sono state parecchie recensioni positive, eppure non sono riuscita a dargli il massimo, nonostante la storia piaciucchi e si faccia leggere in poco pochissimo tempo. La storia è accattivante, ti incuriosisce nei modi che ha, ma arrivati alla fine si ha la sensazione di avere sabbia tra le dita, si ha la sensazione di rimanere senza nulla in mano


dorian e la leggenda di 

atlantide

Demetrio Verbaro

quasi quattro.

Editore: Self PubGold
Prezzo: 12,00€
Pagine: 184

Trama: Atene 399 a.C. Il filosofo Socrate è stato condannato a morte. Il suo ultimo desiderio, esaudito, è quello di trascorrere la notte prima dell'esecuzione insieme all'amico e discepolo Platone. Prima di morire vuole confessargli un segreto che ha tenuto nascosto per tutta la vita, custodendolo gelosamente. "Quale segreto, maestro?" "La leggenda di Atlantide!" L'indomani Socrate morì con l'anima purificata, sereno. Ma perché era così importante tramandare quella storia? Cosa era successo di così terribile e sconvolgente in quell'isola prima che s'inabissasse per sempre sul fondo dell'oceano?

Chiedo scusa in anticipo se questa recensione vi farà girare la testa, ma leggere questo romanzo è stato un po' un giro sulle montagne russe, su e giù in maniera altalenante, da una parte contenta della lettura, dall'altra oddio vi prego fermatemi. In generale la trama non è affatto male, ci troviamo in passeggiata con Socrate e Platone, mentre fermi su uno scoglio, Socrate decide di raccontare la verità a Platone, una verità che non può essere scritta: La verità sulla leggenda di Atlantide.

La nostra leggenda inizia con un uomo che, per salvaguardare la moglie tanto amata e suo figlio da poco nato, decide di sacrificarsi e distrarre i nemici da quella barca dove la moglie rema sul mare. Passa del tempo e quella barca si allontana sempre più, Dorian quel neonato, è ancora lì attaccato al seno della madre morente. Un pescatore cerca di salvare la donna e il suo bambino, ma quest'ultima lascia al suo salvatore il figlio sperando che lo possa trattare come suo. Questo neonato è Dorian e sarà il protagonista della nostra storia. 

Dorian cresce e al collo ha sempre addosso la sua vera realtà: quella pietra di un lontano passato che ancora non può conoscere. Dorian anno dopo anno e crescendo con la sorella, si rende conto che quell'amore tra loro non è poi così fraterno, l'attrazione tra i due è tanto forte e quando si trova a rischio di perderla, decide di cambiare la sua vita e affrontare una realtà fatta di sfide, ostacoli e guerra.

Un guerriero deve sempre rimanere concentrato sul suo cammino, sulla sua impresa, non si sa mai quando la morte può colpire. 

Se da una parte apprezziamo la storia in generale, dall'altra sembra perdersi in dettagli a volte troppo prolissi e a volte mancare. L'autore ha molta cura e forse troppa nell'ambientazione, nel descrivere ogni cosa che circonda i personaggi e ciò che ne succede, ma questo comporta il sacrificio sul personaggio vero e proprio rischiando di farcelo apparire superficiale. La storia di Dorian cattura, si rimane affascinati e incuriositi su quel potere che sia il male di un re che vuole il trono, che sia il bene di un ragazzo devono affrontare, ma se il ritmo sembrava tanto alto, verso la metà della prima parte comincia a scemare, a portarci alla distrazione dell'evento. 

Nella seconda parte del romanzo non mi è piaciuto il contenuto che l'autore decide di sottolineare in grassetto, è pur vero che sicuramente lo fa per evidenziare il concetto del personaggio o della storia, ma come nella prima parte avrei preferito l'evidenziare in corsivo, in maniera più delicata rispetto a ciò che troviamo. Anche qui, ci troviamo in una continua corsa, l'autore sembra aver fretta nel voler finire il romanzo, senza soffermarsi poi sulla ricchezza dei personaggi e della storia.

Sembra quasi assurdo, ma le parti che più si apprezzano è la storia di Socrate e Platone, anche se a volte i due sembrano ombre confuse, pennellate appena sfumate.



Dorian e la leggenda di Atlantide poteva avere molto di più, sembra che l'autore si sia perso a metà strada, lasciando le redini alla storia stessa, trovandosi poi in un mondo mescolato e confusionario. Non posso dargli un voto negativo in quanto la storia in maniera superficiale si lascia leggere e apprezzare, ma non posso nemmeno osannarlo come libro del mese perché a me le montagne russe non sono mai piaciute.

Piccola nota: Attenzione al finale, perché l'amaro in bocca è dietro l'angolo. 

Secondo il mio parere va preso per quello che è, un romanzo che ha del potenziale, ma non si è applicato. Un romanzo che si può leggere in pausa tra un libro e un altro. 
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