This is Samhain..Ade il Dio degli inferi

venerdì 2 ottobre 2015



Visto l'avvicinarsi di Samhain, uno dei sabba principali della ruota dell'anno..ho deciso di proporvi diversi articoli sul blog che passo dopo passo arriveranno al punto principale, ovvero cosa simboleggia Samhain e come celebrarlo.

Diamo inizio quindi a This is Samhain (che fa parte della rubrica Speciali)


Oggi parliamo di una delle tante divinità legate a questa festa, ovvero Ade, il Dio considerato degli Inferi.

Gli antichi greci narrano che Ade fosse figlio dei Titani Crono e Rea e fratello di Zeus,Poseidone, Era, Demetra ed Estia. Divorato dal padre fu poi liberato da Zeus. Durante la guerra contro i Titani, i Ciclopi fabbricarono per lui la Kunèe, un elmo magico di pelle di animali che donava l'invisibilità. Alla fine della guerra gli toccò in sorte il dominio del Mondo Inferiore.

Per Ade si sacrificavano, unicamente nelle ore notturne, pecore o tori neri, e coloro che offrivano il sacrificio voltavano il viso, poiché guardare negli occhi Ade senza l'ordine o il permesso del dio avrebbe portato immediatamente alla morte. Il suo culto non era molto sviluppato ed esistono poche statue con sue raffigurazioni.

Dei pochi luoghi di culto a lui dedicati, il solo degno di nota è Samotracia, mentre si suppone ne esistesse un secondo situato nell'Elide, a nord ovest del Peloponneso; è possibile che un altro centro del suo culto si trovasse ad Eleusi, strettamente connesso con i misteri locali. Euripide indica che Ade non riceveva libagioni rituali.

Veniva solitamente rappresentato come un uomo tenebroso, barbuto, freddo e serio (ma mai cattivo), spesso seduto su un trono e dotato di una patera e di uno scettro, con il cane a tre teste protettore degli Inferi, Cerbero. A volte si trovava anche un serpente ai suoi piedi. Indossa molto spesso un elmo, oppure un velo che gli copre il volto e gli occhi.

Si hanno sue rappresentazioni in moltissimi contesti ceramici, soprattutto nelle pìnakes di Locri Epizefiri. Altri esempi si conoscono in alcuni affreschi della Tomba dell'Orco (altro nome del dio) a Tarquinia, mentre ad Orvieto se ne ha una raffigurazione all'interno della Tomba Golini I. Per la Grecia si ricordano un trono del Partenone attribuito a Fidia ed una base colonnare da Efeso, più esattamente dal Tempio di Artemide. Nel mondo romano i sarcofagi, soprattutto in età tardo antica, usavano rappresentare il ratto di Proserpina e dunque una raffigurazione del dio infernale. Molto famosa in epoca barocca la versione scultorea di Gian Lorenzo Bernini del Ratto di Proserpina, di estremo virtuosismo. Fra le versioni pittoriche dell'episodio si ricorda il Ratto di Proserpina di Rembrandt.

Antiche leggende narrano che Ade fosse stanco di vedersi respingere dalle creature celesti alle quali chiedeva di sposarlo. Era un Dio ricco e potente, anzi uno dei più potenti e temuti, dato che era il Signore dell'oltretomba, il tenebroso mondo sotterraneo popolato dalle ombre dei morti.

Proprio per questo, però, ogni fanciulla inorridiva all'idea di diventare sovrana di un regno il cui sole non brillava mai e da dove una volta entrati non si poteva più uscire.  Un giorno Ade salì sulla terra deciso a non tornare più nelle profondità fino a quando non avesse trovato moglie. Girovagando per monti e valli finì nella Sicilia in un boschetto lungo il pendio di una collina.

Ad un tratto nell'acqua del torrente che c'era nel boschetto, udì la voce di diverse Oceanine (ninfe dell'acqua) che giocavano e si tuffavano. Si innamorò subito di una figlia della Dea che si trovava lì, ovvero Persefone e decise all'istante un semplice piano. Fece apparire un meraviglioso fiore e ne rimase in attesa.



Persefone tese la mano per coglierlo e tirando lo stelo sotto di lei si aprì una voragine. Cercò disperatamente di aggrapparsi per non precipitare, ma il cratere buio la inghiottì e cadendo si ritrovò tra le braccia possenti del Dio.

Depositò la nuova regina sul trono e la lasciò li a disperarsi.

Passarono i giorni e la Dea Demetra, madre di Persefone, non fece altro che cercare la figlia perduta tralasciando incurata la sua natura.

Non avere più cura della natura portò agli uomini molte conseguenze, tra cui malattie e fame. Fu per questo che Zeus e la moglie Era decisero di dare a Demetra sei mesi all'anno dove poter riabbracciare la figlia Persefone.

Ad un tratto in mezzo alla natura apparve la splendida Persefone avvolta in un telo di prezioso lino bianco. La natura tornò a risplendere, i fiori sbocciarono di nuovo, le foglie si tinsero di verde, gli insetti presero di nuovo a volare ronzando verso i nuovi profumi.

La fanciulla si gettò tra le braccia della madre e rimase li per mesi, fino a quando Ermes il messaggero degli Dei non si ripresentò per portarla negli Inferi.

Fu allora che la natura incapace di sopportare una vista tanto crudele, tornò a nascondersi e ad allagare le proprie terre con lacrime di neve.

Fu con l'alternarsi di Persefone tra i viaggi di sopra e di sotto che secondo questa antica leggenda si svilupparono le stagioni.
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