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Amo la serie perché - Intervista ad una fan di Cristina Chiperi - Blogtour Moonlight

lunedì 11 giugno 2018

Cristina Chiperi torna con il secondo volume della serie Starlight che ha fatto innamorare tantissime ragazze: Moonlight ci porta tra le stelle, siete pronti a vincere una copia del romanzo?

L'amore di Daisy e Ethan è ancora in pericolo. Ma faranno di tutto per proteggerlo. 

Se non senti più la voce delle stelle, ricordati di me.


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moonlight

Cristina Chiperi

Editore: Garzanti
Prezzo: 16,90€
Pagine: 256

Trama: Daisy ha imparato che fidarsi nuovamente di qualcuno è possibile, anche se difficile. È stato Ethan a insegnarglielo. È stato Ethan a ritrovare la strada verso il suo cuore, ricordandole che sono destinati a stare insieme come due stelle binarie che attraversano una accanto all’altra il firmamento infinito. Ma quello che i due ragazzi non sanno è che il passato che li aveva divisi ha ancora molto da raccontare. E c’è una persona che vuole fare di tutto perché quello che è successo anni prima non sia dimenticato: Tommy, amico d’infanzia di Daisy, che si iscrive alla sua stessa facoltà e inizia a frequentare i suoi amici, come se nulla fosse. Tommy, che piano piano insinua in lei il dubbio di aver sbagliato concedendo a Ethan una seconda possibilità. Perché ci sono troppe domande che non hanno una risposta. E cercarla, per Daisy, vorrebbe dire soffrire di nuovo e soprattutto allontanarsi da Ethan, dalle sue braccia che ora la stringono forte, fortissimo. Ma non c’è felicità, se sepolta da mille segreti. Non c’è amore, se offuscato da mille incertezze. Daisy si trova davanti a un bivio e questa volta non possono aiutarla né i suoi amati filosofi, né il cielo stellato che Ethan le ha insegnato a interpretare. C’è lei, da sola, con il coraggio e la voglia di crederci ancora. Il sogno d’amore nato nella casetta sull’albero dove si rifugiavano da bambini non può spezzarsi così facilmente. Non può essere un’illusione. Bisogna lottare per salvarlo, nonostante tutto.


Di solito nella tappa colpo di penna e biancospino tendo ad intervistare gli autori dei romanzi che leggo e vi presento, in realtà oggi tutto è sottosopra perché colei che risponderà alle domande non è l'autrice del romanzo, Cristina Chiperi, bensì una sua fan che la segue sin da tempi di Wattpad.

- Benvenuta Lavinia qui ne Il mondo di sopra, iniziamo subito con una domanda diretta da quanto tempo conosci l'autrice Cristina? 

Ciao, grazie per avermi accolto! Seguo Cristina da più di tre anni, tutto è iniziato da Wattpad, ho amato sin da subito il suo modo di scrivere. 

- Come mai la sua scrittura ti ha colpito di più rispetto ad altri autori? 

Perché Cristina riesce ad arrivare a toccare l'anima di noi ragazzi, parla a noi non come lettori, ma come amici. I suoi protagonisti diventiamo noi, riusciamo ad immedesimarci e ad entrare totalmente nella storia. 

- Qual è il tuo libro preferito? 

Tutto ciò che ha scritto! Ma my dilemma is you rimarrà quello che porto nel cuore. 

- Che rapporto ha Cristina con voi fan? 

Con noi è molto gentile, sembriamo una vera famiglia o amici di vecchia data. Spesso su Instagram risponde a tutti i messaggi privati che sono sempre numerosi ed inizia una vera conversazione e non perché è dovuto, ma perché ha davvero piacere a parlare con noi. Diventa una cara amica che senti da sempre e non c'è imbarazzo o disagio

- Che ne pensi del suo nuovo libro Moonlight, lo leggerai? 

Ho amato Starlight e aspettavo con ansia il seguito. Non vedo l'ora di divorarlo. 

- Hai mai incontrato Cristina dal vivo? 

Assolutamente si ed è sempre emozione unica, l'ho incontrata in libreria ad un suo firmacopie e l'ho incontrata ad un evento di una sua intervista e lì è stata un emozione unica, a stento sono riuscita a trattenere le lacrime. Tutto sembrava magico, spero di rivederla ancora! 

- Cosa vuoi dire a chi non conosce ancora Cristina e le sue storie? 

Leggetela e lasciatevi trascinare dalla sua scrittura, diventerà la vostra amica e autrice preferita!

Colpo di penna e biancospino: Intervista ad un nuovo autore su un fantasy diverso dal solito

martedì 23 gennaio 2018

Era da tanto che non mi capitava di intervistare un autore diverso dal solito, un ragazzo che nonostante la giovane età, riuscisse a colpire la mia voglia di conoscere il romanzo di cui parla e parlarne a mia volta. Riccardo Pasina ha un modo diretto di raccontarsi e raccontare Lo sguardo del Mago. Che sia l'era di un fantasy nuovo? 


lo sguardo del mago

Riccardo Pasina


Editore: Leone Editore 
Prezzo: 11,90€
Pagine: 282
Genere: fantasy

IN USCITA IL 25 GENNAIO 

Trama: Il giovane mago Yrick, dopo aver brillantemente superato l’esame finale alla scuola di magia, intraprende un viaggio per individuare l’omicida che lo ha privato di entrambi i genitori, accompagnato dall’orco Grog. A loro si uniranno l’elfa assassina Erynil e l’Oscuro, leggendario ladro hobbit. Giunti a Roccapietra, dimora della famiglia reale, scoprono che la fortezza è assediata dal perfido Conte e dal malvagio drago Irsual, impegnato a radunare le dodici leggendarie reliquie che gli permetterebbero di soddisfare il suo desiderio di onnipotenza. Tutto è pronto per l’immane battaglia, e Yrick avrà bisogno dell’aiuto di ognuno dei suoi compagni per sconfiggere il male.




  • Ciao Riccardo, grazie per aver accettato l'intervista. Prima di conoscerti come autore, parto subito con una domanda a bruciapelo: quattro aggettivi che ti descrivano come persona. 

Ciao Emanuela, grazie a te per lo spazio che mi stai dedicando. Già come ad un colloquio di lavoro? Ok. Allora direi determinato, intuitivo e testardo. E qualcuno mi dice che in fondo sono pure gentile. I miei amici mi hanno descritto come il peggior “falso cattivo” che conoscono.

  • Lo sguardo del mago è la tua prima opera, come mai hai deciso di creare un mondo fantasy e costruire un tipo nuovo di magia? 
Perché quando si scrive, si può usare tutta la propria follia nella creazione di un nuovo mondo, e il fantasy mi permette di lasciar correre i cavalli pazzi della mia immaginazione. Se poi mi imbatto in un nuovo tipo di magia tra un’idea e l’altra, non posso fare a meno che usarla: magari fosse sempre una scelta ponderata!

  • Il nostro protagonista ha all'incirca diciassette anni, vive quindi in bilico tra adolescenza e inizio dell'età adulta, come mai questo tipo di scelta? 
La scelta è stata molto semplice: al momento dell’idea del libro avevo io stesso all’incirca quell’età, quindi è stato spontaneo creare un protagonista che condividesse con me il processo di crescita.

  • Dalla trama si evince che il fantasy che ci racconti si mescola all'adrenalina di un soft thriller, è una scelta voluta o è arrivata casualmente scrivendo il romanzo? 
L’idea di creare un po’ più di suspense del tipico fantasy era calcolata fin dall’inizio, il come si è dispiegato pagina per pagina, tanto che a volte mi sorprendevo pure io mentre scrivevo.

  • Da lo sguardo del Mago dobbiamo aspettarci un seguito o può essere una lettura autoconclusiva? 
Il romanzo di suo racconta una storia finita… Tuttavia un certo Conte potrebbe non essere totalmente d’accordo con questa affermazione.

  • Per il tuo romanzo hai deciso di ispirarti a qualche autore? 
Come ispirazione diretta no. Come influenze, subisco il fascino di Tolkien come tutti gli scrittori del mio genere, nutro una simpatia personale per George R.R. Martin e amo alla follia il mondo di Dungeons&Dragons.

  • Come lettore che tipo di lettura c'è sul tuo comodino? 
Il mio comodino ha paura di sapere quale libro gli capita sopra ogni volta, oramai. Spazio ogni genere. Attualmente sopra “Analisi Matematica 1” di Enrico Giusti, che vorrebbe essere studiato, è comodamente posto “Guida Galattica per Autostoppisti” di Douglas Adams. Semplicemente geniale.

  • Qual è il messaggio che dal tuo romanzo vuoi che arrivi ai lettori? 
Costruitevi amicizie vere e non basate sul tornaconto; tenete strette le persone che vi apprezzano per come siete, e non per come apparite. E ammaliate un Orco. Può sempre tornare utile.

  • Domanda provocatoria, perché un lettore dovrebbe leggerti? 
Perché ha buon gusto in fatto di libri. Scherzi a parte, se qualcuno cerca un libro carico di emozioni e avventura, ma non per questo banale e ripetitivo, allora “Lo sguardo del Mago” è quello che fa per lui.


Grazie a Riccardo per aver accettato l'intervista e presto la recensione sul blog! 

L'ultimo Spartano, Matteo Bruno [Blogtour]

sabato 16 dicembre 2017


L'ultimo Spartano è una nuova uscita di Matteo Bruno, edito da Leone Editore. Se state seguendo il blogtour non potete perdervi anche l'intervista seguente!


l'ultimo spartano

Matteo Bruno 


Editore: Leone Editore 
Prezzo: 13,90€
Pagine: 350
Genere: Romanzo storico 

Trama: Filocrate di Megalopoli è costretto ad abbandonare la città natale e a battersi per denaro al servizio dell'impero persiano, minacciato da Alessandro Magno. Scontento, ha però occasione di riscattarsi recandosi a Sparta per incontrare re Agide, l'unico che in Grecia può sollevare una vasta rivolta antimacedone. Una volta nel Peloponneso, Filocrate incontrerà una donna misteriosa che sembra capace di prevedere il futuro e verrà coinvolto in intrighi diplomatici senza fine, fino alla sconcertante rivelazione sulle sue origini. Intanto gli spartani si preparano a combattere i macedoni: davanti alle mura di Megalopoli, i leggendari soldati dai mantelli rossi affronteranno un'ultima disperata battaglia per l'indipendenza di tutte le polis greche.


  • Ciao Matteo ti ringrazio per aver accettato l'intervista. Partiamo subito in quarta chiedendoti al volo quattro aggettivi che possano descrivere la tua persona 
Ciao Emanuela, innanzi tutto permettimi di ringraziarti per avermi accolto nel tuo blog. Quattro aggettivi? Direi introverso, imprevedibile e inguaribilmente romantico (nel senso letterario del termine!). Ok, sono tre, ma così al volo il quarto proprio non mi viene..

  • Per il momento mi sto occupando del tuo romanzo Dodici Città e devo ammettere che la scrittura è molto evocativa e ricercata, è frutto di studio o è il tuo modo di essere scrittore? 
Non è frutto di studio, nel senso che non ho mai studiato particolari tecniche di scrittura creativa, se è questo che intendi. In quanto all'essere scrittore, non so nemmeno se posso definirmi così; mi piace dire che sono un imbrattacarte! Venendo alla tua osservazione, direi che il mio modo di scrivere deriva dal leggere molto: cerco di assimilare e di rielaborare. Inoltre, come hai giustamente notato, mi piace far uso di tanto in tanto di termini ricercati.

  • Hai scritto diversi romanzi storici, come mai questa scelta di genere? 
Questa è una domanda che mi è stata posta molte volte. Credo che non sarei capace di scrivere null'altro, per me la scrittura è un modo per raccontare la Storia (la maiuscola non è un refuso), per vivere io stesso in tempi e luoghi diversi, per evadere dal quotidiano. Ah, come vedi è vero che sono un romantico!

  • Hai un tuo autore da cui prendi ispirazione o a cui vorresti assomigliare? 
Sì, Bernard Cornwell. Ho iniziato a scrivere prendendo ispirazione dai suoi romanzi di avventura storica, densi di dettagli, colori ed epica. Nel mio background c'è però anche un pizzico di fantasy (adoro Tolkien), nonché una vena gotica sulla scia di Stoker e degli altri classici di epoca vittoriana. Tra gli autori italiani adoro Manfredi, che è anche colui che più si avvicina alle ambientazioni dei miei romanzi.

  • Ciò che accomuna i tuoi personaggi sembra essere la visione dell'uomo in toto, con pregi e difetti, come mai hai creato l'essere umano a somiglianza reale piuttosto che renderlo "migliore"? 
Bé, questa è davvero una splendida domanda, nessuno me l'aveva mai posta prima e, sinceramente, io stesso non ci ho mai riflettuto troppo. Direi comunque che non ho mai nemmeno cercato di rendere l'uomo migliore di come è; anzi, credo che le cose vadano raccontate così come sono, e non come vorremmo che fossero. Inoltre ammetto di avere una certa simpatia per i personaggi “cattivi”, o meglio per i protagonisti non troppo ortodossi, diciamo così. La storia, così come la vita vera, non è una fiaba.

  • Quale messaggio vuoi lasciare al lettore comune con i tuoi romanzi? 
Vorrei far comprendere come certi comportamenti e sentimenti sono una costante della storia umana, a prescindere dalle epoche e dai luoghi. L'amore e l'odio ci sono sempre stati e sempre ci saranno; nei romanzi storici i protagonisti sono esseri umani come noi, con le nostre stesse paure e con le nostre stesse speranze. Le vicende storiche, quelle che si studiano sui libri di scuola, restano invece sullo sfondo e non è necessario essere esperti conoscitori dell'Antica Grecia per leggere e apprezzare un romanzo lì ambientato (l'esempio non è casuale!): semmai, se mentre si legge si impara qualcosa di nuovo o si è stimolati a fare qualche ricerca, ben venga, ma non è affatto necessario.

  • Mentre tu che tipo di lettore sei? Cosa leggi e quanto leggi? 
In parte ho già risposto in precedenza, citando i miei autori preferiti. Cerco però di leggere un po' di tutto e un buon libro non deve assolutamente mai mancare sul mio comodino. Non sono una scheggia nella lettura, anzi, contrariamente alla maggior parte dei lettori, più un libro mi piace e più lo leggo lentamente, in modo da assaporarne ogni dettaglio e particolare.

  • Dopo L’ultimo Spartano, hai già in mente un seguito? 
Un seguito vero e proprio no (anche se una mezza idea su una continuazione delle vicende di Filocrate non manca). Però sto continuando a lavorare sul filone storico e ho già alcune cosette pronte, seppur di ambientazione completamente diversa.

  • Grazie per aver accettato l'intervista. 
Grazie a te, è stato davvero un piacere. Un saluto a tutti i lettori del tuo blog.

Seguite il calendario qui, con la data del Review Party:



Booktour L'equinozio di Xipe, adotta la copia del romanzo!

sabato 11 novembre 2017

La settimana è quasi finita e domani pomeriggio scoprirete chi si aggiudica la copia del romanzo gentilmente offerta dalla casa editrice. Prima di lasciarvi con il review party, vi presento la penultima tappa del Book tour una settimana con l'autore!


Entriamo nel mondo del romanzo che sto leggendo, conosciamo meglio l'autore e i personaggi descritti, non rimaniamo solo in superficie, ma scaviamo affondo, alla ricerca del perché il romanzo debba essere promosso e letto.

In questa settimana  conosciamo Giovanni Oro, autore di L'equinozio di XipeGrazie alla disponibilità della casa editrice, seguendo la settimana con la fine del review party, ci sarà la possibilità di adottare una copia cartacea del romanzo. 


ENTRIAMO NELLA TAPPA:

QUATTRO CHIACCHIERE CON L'AUTORE:

  • Ciao Giovanni, grazie per aver accettato l'intervista per il tuo romanzo L'equinozio di Xipe. In questa nuova rubrica abbiamo analizzato il tuo romanzo a tutto tondo, scoprendo un mondo particolare ed evocativo, ora siamo curiosi di sapere che tipologia di personaggio sei tu, quali sono le tue caratteristiche più dominanti?
Grazie a te per avere deciso di intervistarmi, è un onore e un piacere; è la mia prima volta quindi spero che perdonerete un po’ di imbarazzo. Sono una persona piuttosto chiusa, non particolarmente espansiva, la mia compagna mi definisce un “orso”. Sono tendenzialmente un pessimista, ed è difficile che scenda a compromessi, ma di solito so riconoscere i miei errori e ascolto i consigli degli altri, se dovessi scegliere uno dei miei personaggi in cui riflettermi probabilmente direi John Hunt.
  • Nel tuo romanzo ci parli di una lotta dove l'umano sembra quasi un nemico da abbattere, tu come autore e poi come lettore su quale fronte preferiresti stare?
Non sarei così categorico, chi combatte in una guerra pensa sempre di essere dalla parte del giusto, di essere uno dei buoni, ed è un modo per giustificare il fatto che stai uccidendo un altro essere umano. In questo caso tra umani e Ralt non c'è una distinzione netta tra bene e male. È proprio questo “grigio” della Storia che ho cercato di fare trasparire.
  • L'equinozio di Xipe non è solo un semplice romanzo, ma racchiude una storia, una cultura addirittura mixata azteca, come mai la scelta di inserire questa tipologia di divinità?
In realtà sono partito da un semplice assunto. I nomi dei pianeti del sistema solare prendono i nomi di divinità romane, non vedo perché questo schema non debba continuare anche con i futuri pianeti scoperti, ma ampliandolo ad altri pantheon. Nel libro vengono nominati Menhit (divinità guerriera egizia) Adranos (divinità Sicula) Daramulum (Aborigeni australiani). Presa questa decisione, e volendo narrare una storia di guerra e sacrificio, non c'era scelta migliore di una divinità Azteca, e da li ne ho cercata una i cui rituali si adattassero alla storia, ed eccoci qua.
  • Nel romanzo parli molto di sacrifici sia spirituali che fisici, nella realtà è un qualcosa che ti accomuna ai tuoi personaggi?
La vita è fatta di sacrifici e ne facciamo tutti, piccoli o grandi che siano. Spesso sono per un bene superiore, ad esempio la felicità della persona che ci sta accanto, sul lavoro, o negli hobby. Io personalmente ne ho fatti parecchi ma il più grande è stato sicuramente lasciare la Sicilia per studiare, e poi sono rimasto a nord per amore e per lavoro, ma una parte del mio cuore rimane sempre nella mia isola.
  • Il messaggio che si legge tra le righe del romanzo sembra essere anche il non arrendersi mai. Quale altro messaggio proponi ai lettori?
Indubbiamente il fatto che ognuno di noi è allo stesso tempo buono e cattivo, è capace dei più grandi gesti altruistici, così come delle peggiori nefandezze. Ma anche che l'amore può spingere ognuno di noi a fare le cose peggiori.
  • Hai una scrittura particolare, a tratti non solo cruda, ma oscura; sembra mescolarsi a parti di Neil Gaiman e Douglas Adams, hai autori preferiti che ti ispirano in qualche modo?
Con tutta l'abissale differenza che intercorre tra me e loro, se dovessi citare degli autori di riferimento il primo che mi viene in mente è indubbiamente Martin, per la complessità e coerenza di un mondo non diviso nettamente in bianco e nero, e anche per la “mortalità” dei personaggi; e come secondo Bernard Cornwell i cui romanzi storici sono una delle migliori letture che abbia mai fatto. Se invece vogliamo rimanere in ambito fantascientifico, sono indubbiamente debitore di Asimov e della sua Fondazione, così come di Heinlein che, anche se per motivi diversi, mi hanno fatto avvicinare alla letteratura di fantascienza.
  • Una domanda a brucia pelo, cosa ti aspetti ora che il tuo romanzo è stato pubblicato? 
Una cosa molto semplice e banale: che possa conquistare i lettori tanto da aver voglia di continuare a esplorare l'Impero Umano con me.


L'AUTORE CONSIGLIA MUSICA & FILM.

Cinque canzoni da ascoltare con la lettura del romanzo:


Wander my friends (Bear Mcreary - Battlestar Galactica OST)
The times there are changing (Bob Dylan) 
Over The Hills and far away (british traditional tune) 
Requiem for a Soldier (Katherine Jenkins-Band of Brother OST) 
Black Hawk Down (Hans Zimmer - Black Hawk Down OST)

Cinque film consigliati con la lettura del romanzo:

Starship Troopers (Paul Verhoeven 1997) 
Orizzonti di Gloria (Stanley Kubrick 1957) 
Black Hawk Down (Ridley Scott- 2001) 
We Were Soldier (Randall Wallace 2002) 
La Croce di Ferro (Sam Peckimpah 1977)

Colpo di penna e Biancospino: Intervista a Sara Wood - Io ti vedo -

lunedì 23 ottobre 2017

Prendi una valigia da ventitré chili e mettici tutta la tua vita dentro. Seleziona bene cosa è importante e cosa no. Porta solo ciò che è strettamente utile: il computer, i vestiti e tutti quei documenti che servono a provare che esisti; perché andrai in una nazione dove, della tua esistenza, non importa niente a nessuno. I ricordi e il tuo passato li devi lasciare indietro. Di tanto in tanto ti sarà permesso di tornare a visitarli, ma solo per qualche giorno nei weekend liberi. Al massimo porta qualche foto, per non dimenticare chi sei. Ricorda che la valigia la dovrai trascinare per molti anni da un posto all’altro, quindi deve essere leggera. Per un po’ di tempo non avrai una dimora fissa, la dovrai cercare di continuo e, se sei poco fortunato, dovrai cambiare nazione un paio di volte. Intorno a te aspettati il vuoto. Chi come te ha già fatto il salto non sarà li ad aiutarti. Con il passare del tempo le difficoltà della vita induriscono le persone: pretenderanno che tu te la cavi come hanno dovuto fare loro. E gli altri? Gli amici e i conoscenti che hai lasciato a casa ti considereranno un fortunato, ti invidieranno; perché chi non ha mai fatto il salto che stai per fare tu non se le immagina le difficoltà che dovrai superare, e penserà che all’estero è tutto più facile. Chi non ha mai sbattuto il viso contro porte chiuse non saprà mai cosa si prova. E tu di porte chiuse ne hai conosciute a volontà.
Iniziamo la settimana con l'intervista all'autrice della settimana: Sara Wood con Io ti vedo, edito dalla Leone Editore.
  • Ciao Sara, grazie per aver accettato l'intervista. Partiamo subito con una domanda a bruciapelo, come mai hai scelto l'utilizzo di uno pseudonimo? 
Ciao e grazie a te per lo spazio che mi stai dedicando! Semplice: per separare la mia vita privata, dalla mia vita di scrittrice. Sara Wood è solo un mezzo, una voce per comunicare. 
  • Come donna quali sono gli aggettivi che ti rappresentano? 
Determinata e tenace: quando mi prefiggo un obiettivo sono come un treno, vado avanti, costi quel che costi ma sempre nel rispetto degli altri. E anche solitaria. Ho sempre vissuto in città molto popolose e caotiche: Dubai, Milano e ora Londra, in cui abitano ben 12 milioni di persone - molte volte sembra di essere parte di un grande formicaio – e io spesso sento la necessità di stare in disparte, lontano da tutti, preferibilmente in un parco circondata da alberi e uccelli.
  • Nel tuo libro hai parlato comunque di argomenti forti e delicati al tempo stesso, dalla depressione, alla solitudine, alla discriminazione razziale. Come mai hai scelto di affrontarli?
Io ti vedo è nata prima come idea, poi come libro.  L'idea è nata mentre guidavo su un’autostrada a Doha (in Qatar). Ero reduce da un incidente e ricordo che in quel periodo mi sentivo molto sola, soprattutto perché la mia famiglia era lontana, in Italia…praticamente su un “altro pianeta”. Mentre guidavo, meditavo sul fatto che volevo, anzi dovevo (!), scrivere un romanzo che parlasse di persone costrette a emigrare, esattamente come me. Se avessi avuto un’alternativa sarei rimasta in Italia, posso dire con certezza che dopo aver vissuto in sei nazioni diverse, il mio Paese d’origine è l’unico in cui mi sento davvero a casa. Mentre nella mia testa prendeva forma l’idea di questo libro, mi sono accorta che c’erano molti altri temi da trattare, oltre quello dell’expat. Ho voluto portare alla luce alcune difficoltà che incontrano le donne nel mondo del lavoro, quelle piccole battaglie quotidiane per avere rispetto e fiducia. Mi piacerebbe che la lettura di questo romanzo riuscisse ad aiutare tutte quelle donne che devono affrontare queste battaglie ogni giorno, aiutandole a prendere coscienza del loro enorme potenziale e a combattere per una vera uguaglianza in tutti gli ambiti della loro vita.  
  • Nei tuoi personaggi c'è qualcuno che caratterialmente o fisicamente ti può rappresentare? 
Laura, la protagonista, ha alcuni tratti simili a me, ma in lei ho messo anche caratteristiche di altri expat che ho conosciuto durante i miei spostamenti, quindi non posso dire che mi rispecchi completamente. Il personaggio che vorrei essere è Nicholas; lui ha avuto un’infanzia difficile ma ha saputo superare quei momenti e da adulto vive in pace con se stesso ed è contento della sua vita. Ecco, un po’ lo invidio perché io non sono capace di prendere le cose che mi capitano alla leggera e, di conseguenza, non riesco a vivere in pace con me stessa.
  • Come mai la scelta di luoghi come Hong Kong e Copenaghen? 
L’ho ambientato nei posti dove sono stata e che conosco per poterli descrivere al meglio. Solitamente le mie storie raccontano sempre posti, eventi o situazioni che ho visto, studiato o sperimentato.
  • Qual è il messaggio che vuoi lasciare ai lettori con Io ti vedo?  
Una delle frasi del libro dice: Tutto questo male, tutta questa solitudine, si potrebbe sconfiggere se solo ognuno di noi la guardasse dritta negli occhi e dicesse: «Io ti vedo». Allora nel mondo saremmo meno soli. Viviamo in un’epoca in cui spesso diamo per scontato che a vincere non sarà il giusto ma il più forte, che in ogni ambiente ci sia corruzione, che per poter ottenere qualcosa sia necessario un favore in cambio. Molte volte mi sembra di vivere in un mare di squali e mi chiedo perché debba essere così. Il messaggio che spero di riuscire a trasmettere è questo: bisogna far caso a tutte le ingiustizie che accadono ogni giorni, piccole o grandi che siano e agire invece di voltarsi dall’altra parte; bisogna osservare con più attenzione le persone che incontriamo e cercare di capire come si sentono realmente senza fermarci all’apparenza. All’inizio forse pagheremo care le nostre azioni e ci faremo male, ma a lungo andare, se siamo in tanti, riusciremo a cambiare le cose.

Colpo di Penna e Biancospino: La congrega.

giovedì 20 luglio 2017




la congrega 

Ezio De Falco


Prezzo: 3,99 € ebook


Trama: Benvenuti a Dark Lake, tranquilla cittadina americana o covo di streghe? Scoprendo di possedere poteri magici, Ethan dovrà decidere se usarli per proteggere il bene o sfruttarli per raggiungere i suoi scopi... Ethan pensa di essere un adolescente come tanti. Finché non scopre di sbagliarsi: manifestando i suoi poteri manda in coma il ragazzo che ha aggredito sua sorella. In tutta fretta i genitori lo portano a vivere a Dark Lake, città natale della sua famiglia, e lì trova ad attenderlo cinque giovani che vogliono convincerlo a far parte di una misteriosa Congrega. La città però ha in serbo anche altro per Ethan, e districandosi tra segreti e misteri alla ricerca di un Grimorio, dovrà imparare a sue spese come utilizzare il suo potere per salvare chi ama.


Abbiamo chiesto all'autore:

  • Caro Ezio, grazie per aver accettato l'intervista nella rubrica Colpo di penna e biancospino; prima di entrare nel tuo romanzo, in particolare nel dietro le quinte, dicci quattro aggettivi di te che possano rappresentarti 


Grazie a te per l’opportunità. Dunque, quattro aggettivi per rappresentarmi, è più difficile di quanto sembri… d’istinto direi: tenace, sognatore, combattivo, riservato. 

  • Il titolo del tuo romanzo è La Congrega, edito da Delos Digital. Ti va di parlarcene? 

La Congrega è un romanzo urban fantasy, rivolto ad adolescenti ma che credo possa piacere anche a chi è più adulto. Ethan scopre di essere una strega per nascita in un modo sconvolgente e per imparare ad accettare se stesso e i suoi poteri, dovrà compiere continuamente delle scelte. Il trasferimento a Dark Lake, dove segreti e misteri sono radicati e l’incontro con altri ragazzi con poteri come lui, sono il secondo punto di svolta perché i compagni di Ethan, sia maschi che femmine, gli permettono di scoprire parti di sé che ignorava. Per questo, ma non solo, La Congrega è anche una storia corale, in cui ognuno ha un ruolo essenziale, consapevole o meno, e dove amicizia e legami familiari hanno risvolti inaspettati e danno la spinta spesso ai personaggi ad agire. Il pericolo che li spinge a radunarsi non è però solo personale: per salvare la città da una minaccia misteriosa e legata al passato, dovranno trovare un Grimorio e scegliere se usare la magia non solo per scopi egoistici.

  • Dalla sinossi si evince la particolarità del tuo romanzo, un urban fantasy che sviluppa l'argomento sulle streghe e sulla magia. Come mai hai deciso di pubblicare questo argomento?

Ammetto di essere un appassionato di storie con tematica soprannaturale e la figura della strega mi ha sempre affascinato fin da bambino. Però volevo anche distaccarmi da quanto è già stato scritto in precedenza e creare la mia personale mitologia sulle streghe. Così ho scelto un protagonista maschile che è una strega, ma non uno stregone, e la differenziazione del termine è spiegata nel romanzo. Inoltre mi piaceva l’idea di mischiare tradizione occidentale e orientale, assegnando ai miei personaggi poteri legati a elementi di entrambe le culture: metallo, legno, acqua, fuoco, terra e vento. Volevo che la magia però fosse parte di loro, non scelgono di avere questo dono, nascono in questo modo e il dover imparare a conviverci è una metafora per sottolineare che non c’è niente di male a essere diversi, speciali, ma anche che se si scopre di avere una qualità particolare, un potere, bisogna accettare di avere delle responsabilità.

  • I protagonisti del romanzo ricordano molto il film The Covenant del 2006 diretto da Renny Harlin, dove anche qui il potere soprannaturale e un cerchio di quattro eredi, è la parte principale del film, come mai hai deciso di porre anche tu la scelta di protagonisti maschili facenti parte di una congrega? 

Devo fare una precisazione: non ho visto il film citato. Piuttosto mi sono ispirato a Giovani Streghe del 1996 diretto da Andrew Fleming o a serie tv come Streghe o al più recente Teen Wolf, per restare in tema cinematografico-televisivo. La scelta di inserire protagonisti maschili facenti parte di una congrega, come dicevo prima, è legata al desiderio di distaccarmi dalla produzione già esistente dove la figura della strega è legata in maniera principale a esponenti femminili e mostrare come questo legame naturale con la magia può essere affrontato da un’atra prospettiva. Comunque, per chiarezza, nel mio romanzo La Congrega ci sono anche streghe femmine e hanno la stessa importanza e rilevanza dei maschi.

  • I personaggi che hai raccontato nella tua storia provengono da una visione della realtà, un viso catturato in un bar o sono personaggi totalmente inventati? 

Direi che nei personaggi che racconto c’è un misto, un amalgama di tutte o alcune di queste cose. Un personaggio può avere associato un tratto fisico di una persona che conosco, ma un’impronta caratteriale di qualcun altro. Oppure mi sono ispirato a un attore o attrice fisicamente, ma ho costruito caratterialmente il personaggio su qualcuno che ho incontrato nella vita reale. In altri casi ho creato aspetto fisico e carattere dalla fantasia.

  • Per diventare uno scrittore cosa ci vuole? 

A essere sincero non lo so neanche io con precisione. Di sicuro passione per la lettura, il forte desiderio di voler scrivere e inventare storie, e posso azzardare anche tanta pazienza, tanta dedizione e tanta perseveranza.

  • Come lettore chi è lo scrittore che ti fa fare le ore piccole? Che genere di romanzi leggi? 

In realtà non c’è uno scrittore o scrittrice solo a farmi fare le ore piccole. Dipende dai periodi. In passato ci sono stati Anne Rice, Barbara Baraldi, Rick Riordan, mentre in questo momento c’è Stephen King. Prediligo leggere romanzi di genere fantastico, meglio se ambientati in tempi vicini al presente e in luoghi reali o fittizi, ma di tipo urbano. Però se la trama mi incuriosisce, non faccio caso al genere.

  • Quale messaggio vuoi lasciare con il tuo libro? Quali emozioni sei pronto a suscitare? 

Non ho un vero e proprio messaggio da lasciare, parlo di temi che appartengono a tutti: scoprire se stessi, accettarsi, trovare amici veri che ti comprendano, capire qual è la tua strada nella vita. Penso che in base alla propria esperienza, ogni lettore possa trovare un messaggio che magari io non ho visto o ho inserito involontariamente e in cui riconoscersi. Per le emozioni la prima che voglio suscitare è il piacere di leggere una storia, spero che i lettori si divertano e si rilassino nel farlo e magari si affezionino ai personaggi.  


BREVE ESTRATTO: 

La cameriera ricomparve con le ultime pietanze. Amanda lo guardò iniziare a mangiare il maiale in agrodolce. – Scusa la curiosità, ma come mai vi siete trasferiti proprio qui? Non fraintendermi, è una bella città, ma non è così conosciuta. – Sinceramente non lo so – rispose Ethan. – Quando è arrivato il momento di partire, i miei genitori avevano già deciso. E mi hanno detto che alcuni nostri parenti vivono qui. Amanda raccolse con un gamberetto il curry sul bordo del piatto. – Quindi vi siete trasferiti per ragioni di famiglia. Ethan si irrigidì. – Sì, ecco... qualcosa del genere. – Prese il bicchiere e bevve a grandi sorsate la Coca-Cola. – E nella tua vecchia scuola, come andavano le cose? Ti trovavi bene lì? – chiese Amanda posando la forchetta. – Sì, cioè no. È un po’ complicato – rispose, terminando quello che aveva nel piatto. Amanda posò la mano sopra la sua. – Non devi preoccuparti. Con me puoi parlare liberamente. Non devi vergognarti. Ethan inarcò un sopracciglio. – Vergognarmi di cosa? – Di quello che sei. Delle tue doti. – Doti? – ripeté Ethan. – Sì, io le chiamo così. – Amanda continuò a sorridere gioviale. – Con me non devi fingere. Le ho anch’io. Sono come te. Una strega. Ethan scostò bruscamente la mano e si alzò dal tavolo. – Scusa, mi sono ricordato che ho un impegno a cui non posso mancare. – Prese il portafoglio dalla tasca posteriore dei jeans e mise due banconote e una manciata di monete sul tavolo. – Grazie per i libri. Il pranzo lo offro io. Ci vediamo a scuola. – Si mise lo zaino in spalla e uscì, senza darle il tempo di salutarlo. Amanda lo seguì con lo sguardo oltre la vetrina. Lui si voltò e per un breve secondo i loro sguardi si incrociarono. Ethan ebbe come l’impressione che Amanda si aspettava che a sentire quella parola lui si sarebbe fatto prendere dal panico.

Colpo di Penna e Biancospino con - L'uomo senza volto -

sabato 8 luglio 2017




l'UOMO SENZA VOLTO

Roberto Leonardi 


Editore: Leone Editore 
Prezzo: 12,90€
Pagine: 352

Trama: L’agente Darren Iannacci durante una rapina alla National Bank provoca la morte accidentale di un ostaggio e viene radiato dal corpo di polizia di Chicago. Si trasferisce in Canada con la sua famiglia per cambiare vita, ma un giorno, in un bosco adiacente al fiume Peace River, Darren si imbatte nel cadavere di una ragazza e in un fiore che sembra trovarsi in quel posto non a caso. Si tratterà solo del primo di una lunga serie di omicidi con un solo filo conduttore: Isaac Mood, l’uomo senza volto dal passato incenerito nel fuoco.;


Abbiamo chiesto alla casa editrice:

Come mai la Leone Editore ha deciso di investire su L'uomo senza volto, portandolo alla pubblicazione? 

Abbiamo deciso di pubblicare L’uomo senza volto perché siamo stati colpiti dall’originalità della storia, dallo stile di scrittura e dal grande entusiasmo di Roberto, infatti da quando è uscito il libro si è impegnato moltissimo nella promozione girando per le librerie di tutta Italia per incontrare centinaia di lettori.

Dietro le quinte con l'autore:

  • Caro Roberto, grazie per aver accettato l'intervista. Prima di entrare nel tuo romanzo, in particolare nel dietro le quinte, dicci quattro aggettivi di te che possano rappresentarti.
 Testardo, lunatico, fantasioso, cervellotico.
  • L'uomo senza volto è un thriller edito con la Leone editore; scrivere un thriller non è sempre facile, specie nel portare il lettore fino alla fine del romanzo, da cosa o da chi sei stato ispirato?
Il mio primo thriller è stato “Il codice da Vinci” di Dan Brown. Dopo averlo letto, mi è partita la scintilla. 
  • I personaggi che hai raccontato nella tua storia provengono da una visione della realtà, un viso catturato in un bar o sono personaggi totalmente inventati? 
Sono totalmente inventanti dal punto di vista fisico, mentre sul piano caratteriale, ogni personaggio possiede una sfaccettatura del mio modo di essere. 
  • Per diventare uno scrittore cosa ci vuole? 
Credo ci voglia inventiva, la giusta dose di conoscenza e, soprattutto, tanta pazienza
  • Hai in lavorazione altri romanzi? 

Sì. Il secondo libro sarà ambientato totalmente in Italia, nelle Marche (la mia regione). Ci saranno alcuni personaggi del primo e altri saranno totalmente nuovi… e italiani. 

  • Ti soffermerai sempre sul thriller o esplorerai altri generi? 

Per ora sì, è un genere che adoro. Ma se in futuro dovessi cambiare rotta, mi butterei sul fantasy. 

  • Come lettore chi è lo scrittore che ti fa fare le ore piccole? Che genere di romanzi leggi? 

Leggo una cinquantina di libri all’anno, la maggior parte thriller, ma apprezzo molto anche i fantasy e i romanzi storici. Per quel che concerne gli autori, il filone svedese (Kepler, Larsson e altri), Donato Carrisi, Wulf Dorn e il compianto Faletti. 

  • L'uomo senza volto è un titolo abbastanza particolare, che ricorda il romanzo di Isabelle Holland e il film del 1993 con Mel Gibson, hai volutamente creato qualcosa che riconducesse a tutto questo? 

Devo essere sincero, nella mia ignoranza, non sapevo dell’esistenza né dell’uno né dell’altro. In accordo con la casa editrice, è stato modificato il titolo che avevo dato io in principio. Poi, curiosando su internet, ho scoperto il romanzo della Holland e il film interpretato da Mel Gibson. 

  • Quale messaggio vuoi lasciare con il tuo libro? Quali emozioni sei pronto a suscitare? 
A mio parere, un thriller deve essere martellante, e quindi non avere punti morti. Il finale, poi, lo reputo lo snodo cruciale di tutto il romanzo: se non spiazza il lettore, allora c’è sicuramente qualcosa da rivedere. Mentre scrivo, cerco sempre di mettermi nei panni dei futuri lettori. Il mio intento è quello di farli immergere totalmente nella storia, di far sì che si immedesimino nel personaggio di turno, in modo che possano provare le sue stesse sensazioni ed emozioni. 


Grazie per aver accettato l'intervista 

Dietro le quinte della cattedrale - Colpo di penna e Biancospino -

giovedì 8 giugno 2017


– Ciao Miriam benvenuta ne Il mondo di sopra. Ti ringrazio per aver accettato quest'intervista. Prima di entrare nel dietro le quinte del tuo romanzo, Il mistero della cattedrale, elencaci quattro aggettivi che ti rappresentano.

Quattro aggettivi che mi rappresentano? Curiosa, iperattiva, impulsiva, sportiva. Mio marito aggiungerebbe pignola, impaziente... ma me ne avete chiesti solo quattro :-)))

 – Da cosa è nata la tua voglia di diventare una scrittrice?

Prima o poi bisogna lasciar spazio ai sogni e quello di scrivere mi ha tenuto compagnia fin dalla scuola elementare, quando componevo i miei primi racconti senza però farli leggere a nessuno. Me ne vergognavo. Nella vita ho scelto di percorrere una strada completamente diversa, oserei direi agli antipodi visto che ho conseguito la laurea triennale in ingegneria meccanica. Ho dato retta alla ragione per avere più possibilità di trovare un impiego e in effetti così è stato. Tuttavia in questo campo ho sempre vissuto con la sensazione che mi mancasse qualcosa, mi sentivo incompleta. Perciò non appena si è presentata l'occasione di rallentare i ritmi lavorativi e avere più tempo libero ho creato il blog Amare,Viaggiare,Scrivere, nel quale do sfogo alla mia voglia di scrivere. È incredibile poter comunicare agli altri le proprie emozioni, belle o brutte che siano, le idee, la suggestione di un paesaggio o l'affetto per qualcuno. Nel mondo di oggi dove le notizie scorrono veloci e le immagini prevaricano su tutto il resto, sono ancora fermamente convinta nella forza della parola scritta, indelebile e preziosa. 

  – Il mistero della cattedrale è un libro molto particolare, è un mix di generi legato comunque da un unico filo che è il thriller, come mai questa scelta?

Non è stata una scelta voluta dall'inizio: si è evoluta insieme all'aumentare del numero di pagine. Amo leggere, e rileggere, un po' di tutto a seconda dell'umore e della curiosità che mi suscita il tal libro. Dal romanzo rosa a quello d'avventura, dal fantasy alla rivista di viaggi, e probabilmente è stata la mia versatilità a consentire questo intreccio di generi. 

 – Il personaggio di Elena è un personaggio molto complesso caratterialmente, si può dire che ha qualche tuo tratto che ti rappresenta? 

Mi somiglia per l'impulsività, per il resto è proprio l'opposto. Non mi sono mai trovata in un triangolo amoroso :-)))

 – Qual è stato il personaggio più difficile da raccontare?

Nessuno. Se ti guardi attorno quando cammini scopri i personaggi nelle persone che incontri per strada, senza bisogna di doverli inventare. Tutti esistono già, basta semplicemente coglierli. Io ho dovuto solo descriverli utilizzando le parole giuste. 

 – Hai una scrittura evocativa, in ogni istante eravamo lì nello stesso luogo dei personaggi, come nasce questa scrittura? È frutto di un accurata ricerca?

Mi avete scoperta, è proprio così! Oltre ad aver visto con i miei occhi quasi tutti i luoghi del romanzo, per quanto riguarda le cattedrali ho voluto consultare dei libri d'arte al fine di utilizzare i termini giusti e capire meglio di cosa stavo parlando. Solo dopo queste ricerche sono riuscita a descrivere le scene dove si muovono i personaggi e credo di averlo fatto al meglio delle mie possibilità. 

 – Hai mai visitato gli ambienti descritti?

Certo! Come ho già accennato prima ho avuto la fortuna di visitarli quasi tutti. Per i pochi altri, come ad esempio il paesino di Bakewell, ho costruito la descrizione basandomi sulle fotografie trovate nei libri e in internet. L'ambientazione del thriller è il frutto delle emozioni suscitate da quei luoghi prima immaginati, letti, studiati e poi, se pur per un breve periodo, attraversati e vissuti. Secondo me è impossibile conquistare l'empatia del lettore se prima non si è provata personalmente 

– Cosa ti aspetti che il lettore colga dal tuo romanzo?

Che ho una passione per le maestose cattedrali inglesi non si era capito? :-))) Scherzi a parte vorrei che il lettore apprezzasse la mia volontà di portarlo dentro la scena, per vedere muoversi i personaggi a un palmo dal proprio naso e diventare lui stesso una parte dell'azione. Un po' come avviene per lo spettatore di uno spettacolo in 4d, i cui tutti i sensi vengono coinvolti.

– Ritroveremo il personaggio di Elena in qualche altro scritto? 

Direi proprio di sì, ma stavolta non come protagonista...o perlomeno non come unica donna protagonista.

 – Hai già in progetto qualche altro romanzo? Se si, possiamo avere un assaggio in anteprima del contenuto?

Ora che ho coronato il sogno di pubblicare un libro non posso di certo finirla lì! Provate voi a smettere di mangiare il vostro dolce preferito :-))) Il tempo per fare tutto non è mai abbastanza ma quando la passione è forte si può riuscire nella propria piccola/grande impresa. Il prossimo romanzo sarà ancora un thriller in stile Miriam, ovvero un intreccio di più generi in cui l'avventura si mischierà all'amore, ma nel quale l'adrenalina e la suspense non smentiranno l'anima thriller. Questa volta il 'mistero' partirà dall'Islanda, una terra indimenticabile, selvaggia e irresistibilmente attraente, e le vicende dei nuovi personaggi andranno a intrecciarsi con quelle del professor Carlisle, di Elena e Bryant, divenendo loro stessi i protagonisti. L'oggetto della contesa sarà diverso, stavolta reliquie e cattedrali antiche non c'entreranno più, venendo sostituite da qualcosa di più moderno e innovativo (mi piace cimentarmi in una sfida completamente diversa). Il passato tuttavia non ci abbandona mai e magari qualcun altro farà capolino nel nuovo romanzo, chi lo sa...

Ti ringrazio ancora per aver accettato quest'intervista e per averci dato tanto con Il mistero della cattedrale. Un libro che lascia il segno.

Colpo di penna e Biancospino con.. Chiara Parenti.

lunedì 6 marzo 2017

Buongiorno cari lettori abitanti del mondo! Il 18 Febbraio grazie alla casa editrice Garzanti, ho incontrato Chiara Parenti, autrice di La voce nascosta delle pietre. In realtà invece di presentarvi un intervista scritta, avrei voluto realizzare una video-intervista, ma avendo notato la confusione in generale, ho preferito concentrarmi sulle domande fatte all'autrice. Vi ho già parlato di questo libro nella recensione uscita a fine Gennaio che trovate in questo click. 
Difficilmente mi innamoro di un libro a tal punto di voler continuarne a parlare e difficilmente in una recensione mi trovo in difficoltà a dover smetter di parlarne per non dilungarmi troppo.
Durante l'incontro fatto alla Feltrinelli di Bergamo, mi sono trovata davanti ad una ragazza semplicissima, alla mano, imbarazzata a tratti su ciò che aveva intorno, ma la luce che emanava era così forte che ha illuminato qualsiasi cosa avesse intorno.

Sono una ragazza positiva, cerco di vedere il lato bello delle cose e di divertirmi in ogni azione. Credo all'amore vero ed eterno, che resiste a tempo e spazio, anche se non è facile da trovare. Non è facile mantenere un amore così, la vita e le abitudini ti portano ad allontanarti da tutto, ma se l'amore è veramente forte è capace di resistere a tutto. Credo nei sogni e nel raggiungerli, i sogni sono il nostro pane quotidiano e  il senso della vita stessa. Senza sogni non si vive. Chiara Parenti

Dopo aver letto il tuo libro ne sono rimasta completamente rapita e insieme ai lettori del blog siamo curiosi di scoprire qualcosa in più su colei che si cela dietro questo romanzo. Nella tua Biografia si legge che hai una famiglia, sei laureata in filosofia e lavori nella comunicazione. In realtà dietro a tutto questo se ti chiedessi quattro aggettivi per descriverti, quali useresti? 

Dunque, se dovessi descrivermi in quattro aggettivi direi prima di tutto sensibile e sognatrice. Però ogni tanto torno anche con i piedi per terra e se mi impunto su qualcosa, so essere anche molto determinata. In ogni caso, in generale, sono positiva e cerco di trovare sempre il lato bello in ogni cosa. 

“La voce nascosta delle pietre” è un romanzo particolare in molti sensi. È stato difficile scrivere un romanzo così, rispetto ai tuoi scritti precedenti? 

Guarda, pur essendo diverso dai lavori precedenti, è stato abbastanza naturale buttarlo giù, come se in quel momento avessi bisogno di scrivere quella storia, che quindi è uscita spontaneamente. 

Luna è un personaggio complesso, profondo, nella lettura sembrava che uscisse al di fuori delle pagine, ti rivedi in lei in qualche atteggiamento o nasce così in una delle tante (sicuramente) notti in bianco? 

Luna è nata sicuramente nelle tante notti in bianco della mia gravidanza, ma altrettanto sicuramente mi somiglia moltissimo. In verità, in tutte le mie protagoniste c’è sempre qualcosa di me, ma Luna – con la sua testardaggine, la sensibilità e la determinazione nell’inseguire i suoi sogni – ha davvero molto di me. Ogni mio personaggio nasce in maniera spontanea, prendendo qualche parte di me, ma Luna mi tocca particolarmente e ci sono molto legata. 

In realtà la cristalloterapia di cui tratti nel tuo romanzo non è casuale, puoi raccontarci come sono arrivate le pietre nella tua vita?

Sono state le pietre a chiamarmi. Credo che in realtà il caso non esista. Tutto è già scritto. Anni fa mio marito mi regalò un anellino di zaffiro a cui ero molto legata. Nella primavera del 2015 mi hanno rubato questo anello e cercando su internet il modo per acquistarlo di nuovo, mi sono imbattuta nel significato delle pietre e la cristalloterapia. Questa cosa mi colpì molto e mi ritrovai a leggere quasi tutti i significati delle pietre, ritrovandomi affascinata dal significato della pietra di luna, collegata a chi cerca una gravidanza come in quel momento la cercavo io. Poco dopo partendo per un viaggio in Malesia, ho trovato un negozietto di pietre con una signora molto carina e gentile dove ho ritrovato di nuovo la pietra di luna sotto forma di anello. La signora mi suggerì di ricaricarlo alla luce della luna piena e, tornati dal viaggio, ho avuto la voglia di ricreare quelle sensazioni provate e dar vita a Luna. 

A parte le pietre ti ha influenzato qualcos'altro per la stesura del romanzo? 

Dalla vita, come sempre accade. Dentro questa storia ci sono un po’ di persone che conosco, o conoscevo, ma che in qualche modo – nel bene o nel male – mi hanno lasciato qualcosa.

Diventare mamma ed essere una scrittrice allo stesso tempo, può essere difficile?

In senso pratico è difficile conciliare tutto. A volte sembra stancante trovare equilibrio tra lavoro, bimbo e scrittura, spesso mi ritrovo a riempire le mie notti scrivendo ciò che mi passa per la mente, ma diventare mamma ti cambia, ti regala una forza che non pensavi di avere, ti dona il coraggio e la forza di fare tutto quindi anche se all'inizio può sembrare difficile in realtà poi riesci in maniera molto naturale. 

C'è una pietra oltre allo zaffiro e alla pietra di luna a cui ti senti più collegata? 

L’avventurina, la pietra dell’ispirazione, che aiuta a trasformare i sogni in realtà. Come dicevo, sono una sognatrice ma anche una persona abbastanza pratica, che cerca di concentrare le forze e utilizzarle con entusiasmo per realizzare i propri obiettivi. 

C'è una parte più significativa del libro che vuoi che il lettore ricordi? 

Più che altro alcune frasi, quelle pronunciate da nonno Pietro per raccontare a Luna – ma anche al lettore – tutto quello che aveva imparato della vita, e cioè che le persone sono pietre e hanno mille sfaccettature, che l’amore fa brillare e che il dolore fa crescere perché è solo dal fuoco che nascono i diamanti. Spero che le sue parole possano offrire uno spunto di riflessione in chi legge e magari uno stimolo a inseguire i propri sogni. 

Il messaggio della voce nascosta delle pietre qual è?  

È riassunto nelle parole di Luna. Così penso alle pietre. Sono nate dalle viscere della terra, dallo scontro di energie potentissime. Hanno resistito a pressioni enormi, a temperature incredibili, a eruzioni vulcaniche, e dalla loro forza hanno tratto la vita. Dalle profondità più oscure sono risalite alla luce del sole e lì hanno resistito ancora. Alla violenza dell’acqua e allo sferzare del vento, all’impeto dei fiumi e alle vibrazioni della luna. Hanno resistito perché le pietre sono pazienti, incredibilmente tenaci. Anche il vero amore è così. Ha bisogno di forza, sacrificio, di una resistenza infinita. È un diamante che non ha paura del tempo che passa, delle tempeste, della furia degli elementi. L’amore resiste. Aspetta. E continua a vibrare per sempre.

Ritroveremo i personaggi di Luna e Leo? 

In realtà all'inizio ho deciso di lasciar andare questi personaggi. Ho scelto di fargli vivere la loro vita in maniera libera, farli sognare ancora grazie all'aiuto delle pietre e farli viaggiare per il mondo. Non credo di creare ancora qualcosa collegata a loro. A volte i personaggi hanno bisogno di esser liberi. 

E' stato un onore conoscere una persona così positiva e luminosa come il suo libro. Grazie ancora a Garzanti per questa opportunità ed emozione. Auguro a Chiara che la pietra di luna l'accompagni sempre nel suo cammino. 


Pensavate che l'articolo fosse finito eh? In realtà ho ancora una piccola sorpresa per voi! A sorpresa ho intervistato una lettrice di La voce nascosta delle pietre, sto parlando di Gaia del Blog M&M e dintorni, avevo voglia di scoprire l'altra parte, capire come un lettore sente questo libro. 

  •  Ciao Gaia, domanda a brucia pelo: quattro aggettivi per descriverti: 
Ciao a tutti, quattro aggettivi: Solare, pignola, sincera, folle
  • Perché la voce nascosta delle pietre ti ha colpito come lettura?
 Sin da piccola ho una passione per le pietre, mi hanno sempre affascinato, anche se purtroppo non ho mai approfondito la loro conoscenza. Appena ho letto la trama del romanzo mi sono innamorata, mi ha attratto come il canto della sirena. Una volta intrapresa la lettura non sono più riuscita a staccarmi dalle sue pagine, ho così avuto l'opportunità di conoscere molti dettagli sulle proprietà delle pietre e appassionarmi alla travagliata storia d'amore tra Luna e Leo. L'autrice ha creato un mondo reale, ma allo stesso tempo quasi "fatato", abitato da personaggi puliti che attraverso le loro azioni ci dimostrano quante sfumature di amore possano esistere.
  • Qual è il personaggio del romanzo a cui ti sei legata di più?
 Rispondere a questa domanda è difficile. Sicuramente mi sono immedesimata molto in Luna, mi sono sentita vicina a questo personaggio soprattutto per il suo legame con il nonno. Pietro è il mio tallone d'Achille, il rapporto con la nipote è simile a quello che ho avuto io con il mio amato nonno ed era inevitabile entrare in sintonia con la protagonista.
  • Qual è il messaggio che la voce nascosta delle pietre ti ha lasciato?
Le batoste che possiamo prendere durante il nostro cammino sono tante, nonostante ciò non dobbiamo però nascondere chi siamo veramente. Dobbiamo sempre seguire i nostri desideri/sogni e non mollare mai. Le seconde occasioni esistono, basta solo saper ascoltare il proprio cuore.

Affronta la vita come una pietra affronta la natura, fatti plasmare dagli elementi, ma non farti piegare mai. 

Incontro con Cristina Chiperi. Un successo davvero meritato?

sabato 11 febbraio 2017

Quando la Garzanti ci ha invitato all'incontro blogger con Cristina Chiperi, la giovanissima scrittrice che ha comunque un ben noto successo, ammetto di aver storto un po' il naso. Ero dell'idea, fino a quando non ho varcato la soglia della casa editrice, di trovarmi di fronte ad una ragazzina forse troppo smaniosa del suo successo, di trovarmi di fronte a qualcuno con la puzza sotto il naso. Avevo letto il libro già in anteprima, sapevo di quale argomento stavamo parlando, ma in realtà di quella ragazzina ammetto di non aver capito niente fino a quando l'incontro non ha preso piede. Mi sono trovata di fronte ad un personaggio acqua e sapone, ad una ragazza comunque sicura di sé e di ciò che ha creato, ma con piedi per terra ben saldi. Ma andiamo con ordine.


Starlight

Cristina Chiperi


Editore: Garzanti
Prezzo: 14,90€
Pagine: 197
Serie: Starlight 1.

Trama: I corridoi dell’università sembrano infiniti, soprattutto per una matricola come Daisy. Tutto è nuovo ed entusiasmante per lei. Non riesce a immaginare un periodo più sereno della sua vita, fino a quando in quegli stessi corridoi incontra due occhi che avrebbe preferito non rivedere. Appartengono a Ethan, il suo migliore amico quando aveva dodici anni. Dietro quel ciuffo ribelle, Daisy riconosce il ragazzino timido e misterioso che l’aveva conquistata con le sue storie sul cielo e le costellazioni, soprattutto quelle stelle binarie che viste dall’occhio umano sembrano una sola, ma in realtà sono due e sono inseparabili. Ruotano sempre insieme nonostante tutto, qualunque cosa succeda. Così erano lei e Ethan. Poi tutto è cambiato. Perché lui ha tradito la sua fiducia e Daisy non crede che possa più esistere un legame così forte. Non crede più nella magia delle stelle. Lei crede nel fascino delle parole e dei ragionamenti. Non potrebbero essere più diversi di così, lei persa tra gli insegnamenti dei suoi amati filosofi e lui nelle formule astronomiche. Parlano due lingue differenti ormai. Eppure rincontrarlo dopo tanto tempo le fa provare emozioni forti e contrastanti. Daisy deve scegliere tra perdonare e ricordare. Il primo istinto è quello di fuggire. Perché la luce delle stelle a volte può abbagliare. Ma stelle binarie si nasce, e non si può fare nulla per cambiare il destino. C’è sempre una forza che ti riporta indietro.

Abbiamo tempestato l'autrice di domande, le abbiamo tolto il respiro cercando un cavillo, una piega che potesse far crollare quell'universo creato, non ci siamo riusciti. Cristina è davvero una perla in quello che sono i giovani di adesso. Ci si aspettava una di quelle ragazzette da discoteca, da cocktail da grandi, da saccente e troppo arrivata, in realtà è stata sin da subito sorridente e disponibile al suo primo incontro tra blogger. La cosa bella che mi ha fatto piacere notare nelle sue risposte alle domande, è che lei in Starlight ci crede davvero.

Questo romanzo non è un romanzo di quelli scritti tanto per, una copia di qualcosa di più grande. Starlight non è uno di quelli che si scrive per vendere, Starlight è un libro scritto da un autrice che ha voluto lasciare qualcosa di autentico ai suoi giovani lettori, qualcosa con cui sta crescendo anche lei. Starlight è un piccolo romanzo che nonostante alcuni tentennamenti, ti lascia il sorriso sulle labbra e la voglia di continuare a leggerlo.

E' stato strano sentire da una ragazza di appena diciotto anni come in realtà la scrittura sia per lei solo un hobby e non un qualcosa su cui puntare nel futuro. E' stato diverso, sentire come il suo obiettivo rimane comunque l'università e il trovarsi un lavoro vero. Ammetto che forse la risposta sarebbe stata scontata, ma da un successo del genere, ci si aspettava un si, io scriverò libri per sempre. 

In Starlight troviamo sentimenti forti e puri come quelli dell'amicizia, a volte lo stile può sembrare quello di Federico Moccia, quando in tre metri sopra il cielo raccontava che l'amicizia ha il sapore di liquirizia, ma troviamo argomenti come filosofia e astronomia così incastrati in dettagli non casuali, ma organizzati in ogni riga.

E' stato particolare trovare citazioni di filosofia all'inizio dei capitoli ed è stato interessante quando l'autrice ne ha delineato le diverse ricerche fatte e il suo amore per una materia così da grandi.

Starlight diventa parte di lei in ogni dettaglio. Cristina Chiperi aggiunge alle pagine tutto ciò che ama e che sente suo.

L'autrice ammette di aver trovato difficoltà nel materializzare i suoi personaggi, nel plasmarli sin dall'inizio del loro essere. Durante l'intervista ci confida comunque come il suo procedere capitolo dopo capitolo, anche nelle sue stesse scalette di appunti, abbia portato alla realizzazione nella loro interezza di particolari - nonostante i vari dubbi -

La pecca che in realtà non mi è piaciuta in Starlight, è stata la mancanza di un ambientazione ferma, di una città che diventasse il luogo principale dei personaggi, il trovarmi in quello stesso luogo e ammirarne con la mente i contorni. Cristina ammette che questa mancanza non è casuale o dettata da mancanza di un dettaglio, ma ne è una sua scelta per lanciare un punto aperto al lettore, così che si possa trovare a viverne la storia nella propria città. Mia opinione personale non è una cosa che in realtà mi sia piaciuta molto.

Cristina si discosta dal personaggio principale di Daisy in quanto non la rappresenta in ogni dettaglio, prende spunto da ciò che le è intorno per creare invece i personaggi di contorno. Mescola i caratteri delle proprie amiche per creare i personaggi femminili della storia.

Starlight è leggero, è uno di quei romanzi che si legge in poche ore, è un romanzo adatto comunque ad un target di giovani lettori, di ragazzini che come lei sognano ancora in grande, sognano quel buono che noi grandi abbiamo dimenticato.

Leggere questo libro ad una età che ne supera il target significa trovarsi di fronte a personaggi comuni, a ragazzini che nonostante il passato difficile di entrambi, tornano comunque a galla. Non è un romanzo di formazione per grandi, non c'è qualcosa di particolare in quello che è il loro carattere. Ogni personaggio può benissimo rappresentare uno di quei vecchi compagni di classe che si aveva una volta, tuttavia è questa purezza che rende Starlight un libro da leggere.

La particolarità nel mescolare materie comunque non adatte ad un pubblico molto giovanile e renderle alla portata di tutti, fa di Cristina Chiperi, ancora una volta, una scrittrice dal successo meritato.

Ebbene si, il mondo di sopra lo ammette. Cristina colpisce per il suo lato genuino, per la sua umiltà, per il suo amore vero per ciò che crea, per la sicurezza che comunque ha e dimostra con coloro che sono i suoi fan, per la sua disponibilità e per la sua purezza che in passato forse avevamo anche noi.

Di solito tendo ad allontanare i libri di giovani lettori, a non consigliarne la lettura a coloro della mia età, eppure con Starlight devo ricredermi in quanto nonostante sia una piccola lettura, è una di quelle da leggere comunque e da apprezzarne per lo spirito così naturale. Non gli do il massimo dei voti perché ha angoli ancora da smussare, ma non ho disprezzato in toto il contenuto, quindi non mi sento di bocciarlo.

Ringrazio la casa editrice ovviamente per l'incontro fatto, ne trovate ancora il video sulla pagina facebook Garzanti  e ringrazio Cristina Chiperi per avermi fatto ricordare quanto sia bello ancora credere in quella luce, in quel candore che può avere il mondo.

Le cose sono unite da legami invisibili. Non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella. Galileo Galilei