Centurio, Massimiliano Colombo - Review Party -

venerdì 13 ottobre 2017

Ci sono romanzi che aprono le porte del passato, che frantumano la barriera che divide il nostro tempo da loro, riportandoci lì, con la polvere della strada negli occhi, tra le urla dei soldati e tra il bisogno di vivere il giorno come se fosse l'ultimo. Benvenuti nel Review Party di Centurio, cari lettori, attenti a non farvi accapponare la pelle. 


CENTURIO 

Massimiliano Colombo


Editore: Newton Compton Editori 
Prezzo: 10,00€
Pagine: 380
Genere: romanzo storico

Trama: 80 a.C. Caio Emilio Rufo è una recluta che milita nelle coorti di Lucio Cornelio Silla, durante la guerra civile che sta dilaniando la Repubblica. È un giovane idealista e inesperto, non ancora diventato uomo. Dalle vette innevate dei Pirenei alle battaglie navali al largo delle coste dell’Africa, Caio Rufo si addestra a combattere le legioni del più astuto e acerrimo nemico di Roma, uno dei più grandi comandanti di tutti i tempi: Quinto Sertorio, parente e fedele generale di Caio Mario. 
Se non saremo noi a ricordare a Roma chi è Roma, allora tutto sarà perduto, avremo combattuto una vita invano   
 Da sempre, ho un debole per i romanzi storici, per quei romanzi capaci di raccontare il passato con la stessa forza in cui viviamo il presente. Centurio non è un romanzo che leggi e riponi in un cassetto, Centurio si vive, come se quella recluta fossimo noi, come se tra quelle urla ci fosse la nostra voce. Il passato che Massimiliano Colombo ci presenta, è fatto di forza, di carriera politica, di violenza e di guerra, un passato dove anche l'amore conta, ma scivola giù tra le dita di una mano.
Il romanzo si apre nel 80 a.c dove il freddo ti entra nelle ossa e non basta un mantello a coprire un corpo. Emilio è un ragazzo di diciassette anni e a quei tempi, alla sua età si è già uomo, si sa utilizzare l'arma e difendersi. Emilio è goffo nei movimenti, ci prova ad essere l'ombra di un padre legionario, è per questo che da qualche mese è arruolato in quella che diventerà una grande guerra. Se prima solo pochi venivano eletti nell'esercito, con la nuova riforma dell'esercito di Gaio, la situazione cambia, l'esercito è aperto a tutti, chiunque poteva dar valore al proprio animo, al proprio orgoglio per un futuro diverso: ricompense e donne.

Pagina dopo pagina Emilio si ritrova a combattere contro il suo stesso animo e le sue paure. Siamo di fronte ad un ragazzino che deve diventare ancora  uomo e i suoi compagni lo sanno, è per questo che lo provocano, diventando quasi una mascotte di distrazione, un giochino da manovrare.
L'autore entra in un contesto pesante, quasi umiliante, da una parte saremo quasi tentati a proteggere quel ragazzo, ad incitarlo ad andare via, ad allontanarsi e lasciar l'azione ai veri uomini, dall'altra parte capiamo invece il bisogno di spronarlo, di urlargli dietro di tutto, di lanciargli anche una pietra per vederlo forte e coraggioso come tutti gli uomini dovrebbero essere. 

L'ambiente che l'autore descrive, i dettagli così minuziosi ed evocativi, ci portano ad immaginare ogni scena, a guardare il mondo con gli stessi occhi del protagonista con cui stiamo leggendo. La narrazione cruda e schietta, la ricerca accurata di ogni dettaglio, ci porta a leggere il romanzo dalla prima all'ultima pagina, fermandoci solo per riprendere fiato. Nonostante Centurio sembri a primo impatto un romanzo solo di guerra e strategie, in realtà l'interno è veramente vasto. Centurio non è solo forza bruta e massacro di uomini, ma è completamente un percorso di vita, trovando addirittura pagine dove l'amore e la passione sono dominanti.

Con i romanzi storici sulla vita di Roma e sui suoi guerrieri ne siamo saturi, lo stesso vale anche per i film cinematografici, eppure l'autore ci fa vivere una nuova esperienza, non cadendo mai nel banale con un qualcosa di già visto. Con ogni termine accurato e ricercato, Massimiliano Colombo ci conduce tra sangue e polvere, in un'avventura pericolosa che rischia la vita di ogni uomo che si cela tra le pagine. I personaggi del romanzo sono davvero tanti, un misto tra realtà e immaginazione, ciò nonostante ci sembrerà in ogni discorso, di esserne al loro fianco. Il linguaggio così forbito è un qualcosa di meraviglioso, che ci dona la sensazione di antichità e di vissuto.

Essendo quasi un percorso formativo, la storia di un ragazzo che diventa uomo, a fine romanzo ci sembrerà di guardare indietro e di sentire il retrogusto amaro ancora in bocca. Il passato di Emilio, le vicende vissute, la mancanza, la perdita, l'orgoglio, la testa china, i pugni chiusi e gli antichi Dei, diventano le emozioni di un vaso Pandora che non vorremmo mai aprire, ma tenere per sempre al nostro interno. 

Di grandi autori di romanzi storici ne abbiamo diversi, eppure Massimiliano Colombo sembra superarli tutti, creando il dubbio che le sue storie siano in realtà dettate da muse o divinità stesse. L'onore e l'eroismo del nostro protagonista entrano nella nostra pelle e a nulla servirà leggere altri libri, la storia di Centurio avrà così la meglio, con la voglia di rileggerlo ancora e ancora.
Massimiliano Colombo sembra prendere a pugni il nostro petto, spronando con la sua storia anche noi stessi, alla fine del libro sembra raccontarci di quanto ogni individuo non si debba arrendere, nonostante la polvere lo mangi vivo. Ci si rialza sempre e comunque. 

Fino alla fine del romanzo, il nostro autore ci sorprende grazie non solo alle note create, ma alla cronologia dei personaggi, suddividendo tra quelli realmente esistiti con quelli fittizi. Un romanzo bello, una storia da quasi finale aperto, che sembra suggerirci che in realtà il nome di Emilio non finisce qui, che in realtà c'è altro da dire, da raccontare.

Questa è guerra soldato! Cosa ti aspettavi? Elmi da parata, bottino e schiave? Questa merda è la guerra, sangue, sudore e puzza di cadaveri, questa merda è la tua vita, tu l'hai scelta, quindi adesso fa ciò che ti viene chiesto. 
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