Blogtour Tu sei parte di me Garzanti: Valentina D'urbano

sabato 17 novembre 2018

OGGI PARLIAMO DI:



VALENTINA D'URBANO


BIOGRAFIA: 

Nata a Roma nel 1985, Valentina D'urbano è sia scrittrice che illustratrice. 

ROMANZI:

- Il rumore dei tuoi passi, Longanesi, 2012 
- Acquanera, Longanesi, 2013 
- Le bruit de tes pas, Philippe Rey, 2013 
- Mit zwanzig hat man kein kleid fur eine beerdingun, DTV Deutscher Taschenbuch, 2014 
- Quella vita che ci manca, Longanesi, 2014 
- Alfredo, Longanesi, 2015 
- Non aspettare la notte, Longanesi, 2016 
- Isola di neve, Longanesi, 2018

Nel racconto di Valentina D'urbano Fame che troviamo in Tu sei parte di me, la nostra protagonista è una figlia che ha il destino già scritto dalla propria madre: lei deve diventare una modella, a tutti i costi come lo era stata lei da giovane. Lei deve smettere di mangiare, di vedere il cibo come amico buono, lei non deve superare la taglia trentotto, lei deve crescere ancora un po' e seguire le sue orme.
Lenora fa di tutto per accontentare la madre dedita al sacrificio dell'apparenza e della moda, ha qualche giorno di tempo ancora prima della partecipazione al casting di modelle, eppure la madre delusa ancora una volta sa già che non vincerà.
Lo capisci, vero, che voglio solo il tuo bene? Devi essere magra, devi essere perfetta. Tutti ti devono guardare. Tutti devono dire quella è la figlia di Veronique Cabrini, guardate quant’è bella, a tredici anni è già una professionista. Tu devi rendermi orgogliosa di te, devi diventare famosa. Adesso hai sbagliato e lo hai capito, quindi ora devi rimediare, non puoi permetterti di fallire.
Lenora si illude, si autoillude che tutto ciò che la madre sta facendo in realtà è temporaneo, è solo per il casting, ma non si rende conto di quanto le parole di una madre possano pesare e di quanto in realtà la sua vita così giovane sta prendendo una brutta piega.  
Lenora sembra quell'eterna bambina a cui hanno tolto l'affetto e che cerca quell'attenzione sbagliata accontentandosi di un amore malato, di un ossessione sbagliata. 

Fame è crudo, violento, è duro da digerire come racconto perché è una realtà che si tocca facilmente con mano, che si può vivere in famiglia o con il proprio vicino di casa. Fame è quel lieto fine che arranca, quel graffiare con le unghie il fondo di un pozzo perché quando arrivi alla fine l'unica soluzione è risalire. Lenora ha una madre che non ha mai smesso di essere l'eterna ragazzina, lei sembra rifiutare il suo essere madre quando si rende conto che Lenora non sarà la sua ombra, ma Lenora è forte, è quel riscatto, quella risalita che non è facile da fare.

Lo stile di scrittura di Valentina D'urbano è evocativo, è un pugno che arriva dritto nello stomaco, è incalzante e nonostante possa sembrare spesso troppo crudo nel modo di parlare, Valentina riesce invece a lasciare calore nel petto, innamorandosi di ogni sua parola.

Passò le unghie sul taglio lungo e irregolare che le partiva dalla tempia, aprendole la guancia fino al mento. Sembrava il letto di un fiume ormai asciutto. Si era cicatrizzato male, le aveva scavato la pelle e aveva perso sensibilità.Era profondissimo, ci passava la lingua dall’interno e lo sentiva lo stesso. In sette anni non si era ancora abituata a toccarlo.

Perché leggere Valentina D'urbano: 

- Perché nonostante faccia male, sa parlare al nostro cuore

- Perché emotivamente è un fiume in piena che riesce a travolgere

- Perché ogni sua storia riesce a non farsi dimenticare


Nella valle era la presenza del lago a scandire il tempo e le stagioni, le morti e le nascite. Il lago apparteneva a tutti e tutti gli appartenevano. Lo temevamo, ma lo amavamo anche. Per questo, i morti del lago erano i morti di tutti, a prescindere dalla loro provenienza.


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