Lascia che il tempo corra. Recensione.

giovedì 10 settembre 2015
Oggi sono stata contattata da un amica, perchè gli estranei sono amici che non abbiamo ancora incontrato e sin da subito il suo sorriso e la sua energia, hanno riempito il mio cuore. Mi ha chiesto se potevo leggere il suo libricino e recensirlo.

Ed eccomi qui con questo libricino tra le mani. In realtà il suo era un ebook, ma l'ho trovato talmente carino che ho dovuto stamparlo.


Titolo: Lascia che il tempo corra
Autore: Rita Cerimele
Editore: Mondi Velati
Prezzo: 1,99 ebook
Pagine: 25

Sinossi:

L'Haiku è un componimento di origine orientale che in sole diciassette sillabe trasmette emozioni. L'autrice non si sofferma sulle disquisizioni tecniche del componimento ma trascina il lettore oltre la porta del razionale, e, depositati i metalli che legano alla materia, lo immerge nella poesia che diventerà un unico respiro lasciando che il tempo corra.

Prima di scrivervi la mia recensione e dirvi ciò che penso di quello che ho letto, voglio spiegarvi cos'è l'Haiku. L'Haiku (e qui basta cliccare su wikipedia) è un componimento poetico nato in Giappone composto da tre versi. E' una pittura a parole e qui l'autrice ci dipinge testi e parole meravigliosi.


Supponete di nascere, di uscire dal ventre di vostra madre all’età che avete in questo momento, nel senso di sviluppo e di coscienza così come vi è possibile averli adesso. Quale sarebbe il primo, l’assolutamente primo sentimento, cioè il primo fattore della reazione di fronte al reale?


Se io spalancassi per la prima volta gli occhi in questo istante uscendo dal seno di mia madre, io sarei dominato dalla meraviglia e dallo stupore delle cose come di una “presenza”. Sarei investito dal contraccolpo stupefatto di una presenza che viene espressa nel vocabolario corrente con la parola “cosa”. Le cose! Che “cosa”! Il che è una versione concreta e, se volete, banale, della parola “essere”. L’essere: non come entità astratta, ma come presenza, presenza che non faccio io, che trovo, una presenza che mi si impone.

(L. Giussani, Il senso religioso, cap. 10)





Raramente mi perdo a leggere poesie perchè il loro significato a volte mi sfiora dentro talmente tanto che mi lascia un senso di amarezza e vuoto quando la poesia è finita. Ma qui l'autrice ci racconta come un Haiku, una sola preghiera, un mantra, un componimento, possa farci entrare in contatto con il divino e con la Madre Terra.

L'autrice all'inizio del manuale ci porta per mano a piedi scalzi su un terreno erboso e ci conduce ad ascoltare le parole del viandante Haijn, le parole di un uomo che con questa preghiera ci fa sentire liberi.

Vi parlo di libertà perchè è quella che ho sentito, libertà e respiro, è per questo che ho deciso che era un peccato lasciare questo libricino in digitale.

Il libricino si compone di alcune immagini fatte al carboncino, molto semplici ma davvero espressive.



Per poter capire le immagini non basta solo guardarle, ma bisogna andare oltre a ciò che si vede; bisogna soffermarsi ad ammirare, ammirare il vento muovere quelle foglie, ammirare il sole che illumina da lontano e l'animale che si muove sembrando che danzi.

E' la stessa cosa che bisogna fare con le stagioni dell'autrice. Con questi Haiku l'autrice ci regala il ciclo della natura, il ciclo della Dea e ci permette di visualizzare internamente quella pace e quel risveglio che a volte si perde nel quotidiano.


nevica piano cerca

riparo il cervo
ad occhi chiusi
*
candido drappo coniglietto
rifugia
sotto la legna
*
battito d'ali 
il gatto dietro al vetro
paziente attende


Tantissimi componimenti mi hanno colpito e forse li scriverei tutti, ma questi mi sembrava di ascoltare della musica, il sentire la neve e i suoi fiocchi e il visualizzare quel gatto pigro davanti la finestra.


Pensavo che le immagini potessero in qualche modo dominare la scena più delle parole e invece entrambe le pitture, quindi sia il disegno che il componimento, sono in perfetto equilibrio, l'uno completa l'altro in maniera semplice e di effetto.

L'autrice conclude questo manuale spiegando cosa rappresenti gli Haiku e i numeri simbolici ad esso collegati. 

Il filo conduttore è stato il quinto elemento, l'Etere, dove tutto si colloca nasce e rinasce
per la vita.

Un manuale che dovrebbe essere, secondo il mio parere, approfondito perchè il viaggio è stato breve, solo poche ore quando mi sarebbe piaciuto camminare ancora un po'.

Un manuale da sfogliare per riflettere durante i periodi di Luna Piena quando il nostro essere comincia a mutare.

Un manuale fresco, leggero, un manuale per chi vuole viaggiare e radicarsi con il Divino.






1 commento on "Lascia che il tempo corra. Recensione. "
  1. Sembra un manuale interessante. I componimenti giapponesi mi affascinano.. è come dire tutto e niente. Grazie per questa segnalazione. ne prenderò presto una copia!

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