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Lego Ducati Panigale V4 R: Un Capolavoro Technic per gli Appassionati di Moto e Costruzioni

martedì 25 marzo 2025



La Lego Ducati Panigale V4 S è un set che si rivolge principalmente agli appassionati di motociclette e di LEGO, ma anche a chi cerca un'esperienza di costruzione più tecnica e soddisfacente. 


Viene rilasciato dalla linea LEGO Technic, pensata per chi ama costruzioni più complesse e meccanismi funzionanti. Una delle caratteristiche principali di questo set è la straordinaria fedeltà al design della vera Ducati Panigale V4 S. 


Ogni dettaglio è riprodotto con grande precisione: la forma slanciata e aggressiva della moto, il serbatoio stretto e aerodinamico, le ruote sottili e stilizzate, e il motore, che è un vero spettacolo. 


La Ducati Panigale V4 S è una moto sportiva di alta gamma, e Lego è riuscita a catturare il suo spirito, tanto da sembrare un modello in scala ridotta più che un semplice giocattolo. 


Uno degli aspetti più impressionanti è la sospensione funzionante che riproduce fedelmente il sistema delle sospensioni anteriori e posteriori. 


Anche la trasmissione (che include il cambio del motore) è simulata nei minimi dettagli, consentendo un movimento fluido delle ruote. 


 Il sistema di sterzo è operativo, il che significa che la moto può essere effettivamente guidata (seppur in modo limitato) come un veicolo vero. 


È un'aggiunta che aumenta notevolmente il realismo e rende l'intera esperienza di costruzione molto più interessante. 


Anche il modello ha una carenatura aerodinamica ben definita, che lo rende visivamente spettacolare. 


Dal punto di vista tecnico, il set LEGO Technic Ducati Panigale V4 S è costruito attorno a diversi meccanismi mobili che vanno ben oltre l’aspetto puramente estetico. 


Il motore in particolare, con il suo sistema di ingranaggi e frizioni, è un esempio perfetto di come Lego riesca a riprodurre con precisione i movimenti di un veicolo vero. 


La sospensione anteriore e quella posteriore sono funzionanti, con una mobilità che conferisce un aspetto dinamico al modello. Questo aspetto permette di manipolare la moto come una vera moto sportiva. 


Il sistema di sterzo è operativo, per cui la ruota anteriore può essere ruotata, un aspetto che aggiunge un tocco di realismo. Tuttavia, è da notare che, essendo LEGO, il movimento non è così fluido come in una moto vera, ma fa comunque il suo dovere. 


Il motore della Panigale V4 S, pur essendo un modello statico, viene comunque riprodotto con una certa attenzione al dettaglio, inclusa una trasmissione funzionale, che può essere considerata una vera e propria "chicca" per i fan dei meccanismi LEGO Technic. 


Per quanto riguarda l'esperienza di costruzione, la Ducati Panigale V4 S è un set che richiede tempo, attenzione e pazienza. Non è certo un set da completare in poche ore, ma offre una soddisfazione crescente man mano che i pezzi si uniscono, svelando il design sempre più dettagliato della moto. 


Le istruzioni sono chiare e ben strutturate, ma non si tratta di un processo semplice. 


La complessità dei meccanismi, specialmente per chi non è abituato ai set LEGO Technic, potrebbe far sudare un po’, ma è anche ciò che rende il modello particolarmente gratificante una volta completato. 


Una volta completato, il modello ha un forte impatto visivo. 


Il mix di colori tra il rosso Ducati, il nero e il grigio lo rende un pezzo attraente anche per l’esposizione. 


La forma aerodinamica e l’aspetto aggressivo della moto contribuiscono a farlo sembrare un oggetto da collezione piuttosto che un semplice giocattolo. 


Grazie alle dimensioni compatte (circa 30 cm di lunghezza), può essere esposto su una mensola senza occupare troppo spazio, ma allo stesso tempo fa una figura spettacolare. 


Questo modello è perfetto per chi è appassionato di Ducati, LEGO, o delle moto in generale, poiché rappresenta un equilibrio tra hobby e oggetto d’arredo. 


Pro: 


Alta qualità costruttiva, come ci si aspetta da LEGO. 


Ottima riproduzione dei dettagli della moto, in particolare per i fan della Ducati. 


Meccanismi funzionanti (sospensioni e sterzo), che rendono il modello più dinamico e interattivo.


Esteticamente piacevole, ideale per l’esposizione. 


Contro: 


Richiede tempo e pazienza, non è un set facile da montare. 


Se ami le moto e ti piacciono le sfide LEGO, questo set non può mancare nella tua collezione. Non perdere l'opportunità di possedere un pezzo di ingegneria LEGO unico! Acquista subito la Ducati Panigale V4 S e vivi l'emozione della costruzione con dettagli spettacolari e meccanismi funzionanti. Clicca su Animewonderful per aggiungerla alla tua collezione!

Pigiama party con i mostri, John Dickson, Traduzione di Daria Restani - Recensione -

giovedì 12 maggio 2022

PIGIAMA PARTY CON I 

MOSTRI 


JOHN DICKSON 

ILLUSTRAZIONI DI GURID

Trama: Avete mai sentito un mostro sotto al letto? Be', in questo libro ne troverete così tanti da poterci fare… una festa! “Quando fa buio e sono già a letto arrivano i mostri qui di soppiatto. Uno è molliccio di gelatina, altri un’oscura nebbiolina, alcuni hanno corna, verruche e artigli, grinfie affilate e occhi vermigli!” Un libro spassoso e bizzarro da cui poter imparare una preziosa lezione: di fronte alle nostre paure a volte la soluzione è... buttarsi nella mischia! Età di lettura: da 6 anni.



Inizialmente non leggevo spesso libri per bambini ma con la gravidanza e una bimba che gironzola per casa, la situazione è nettamente cambiata. Prima di proporle una lettura, mi informo sull'uscita, sulla casa editrice e sulle illustrazioni all'interno per capire se il libro è adatto a lei. Con Pigiama party con i mostri (Feltrinelli Kids) è successo proprio questo ed entrambe ne siamo rimaste entusiaste fino a leggerlo più e più volte.

Pigiama party con i mostri si presenta come una storia per piccoli lettori; pagine colorate che aiutano i più piccini a superare le paure; tuttavia, l'adulto non farà fatica ad apprezzare le illustrazioni e lo stile narrativo fuori dalle righe. La storia diviene il pulsante magico per ritornare fanciulli e tornare a sfiorare il mondo dei sogni, sorridendo anche un po' e dimenticando, finalmente, gli ostacoli quotidiani.

John Dickson, la traduzione di Daria Restani e le illustrazioni di Guridi aiutano il piccolo e grande lettore a mescolare la realtà, a giocare con il buio e a divertirsi, sorridendo spesso riga dopo riga. 

Le illustrazioni colorate lasciano il lettore, grande e piccino, senza fiato. Piccole porte che fungono da varco tra il mondo dei sogni e la realtà, raffigurando mostriciattoli buffi che agli occhi dei lettori non sono più spietati e orribili ma buffi e simpatici. Il testo scorre veloce ma ogni riga saprà conquistare il piccolo e grande lettore che si troverà spiazzato dalla tenerezza e dalla cura delle parole scelte in maniera molto attenta. 

I mostri dell'autore di Pigiama party con i mostri sono divertenti, caratterizzati da migliaia di sfumature colorare e forse anche un po' ingenui ma pronti a far innamorare con le loro emozioni. John Dickson ci ricorda che anche se la vita è difficile, a volte feroce, pronta a divorare come un mostro, in realtà, con i libri si può sempre sognare, tornare bambini e perché no far festa con quei mostri che, sotto al letto, ci han fatto sempre un po' paura. 




La memoria dei sogni, Illary Casasanta - Recensione -

domenica 1 maggio 2022

LA MEMORIA DEI SOGNI 


Illary Casasanta

Trama: Elisa fece a sua figlia Rica una promessa prima di affrontare la Mantide: le avrebbe rivelato ogni cosa senza tacerle più nulla. Ma Rica non è l'unica a cui lei e Amanda decidono di raccontarsi. Tra minacce invisibili, scelte sofferte e battaglie cruente, sono molte le vite che si intrecciano insospettabili, affondando nel passato e plasmando il futuro della famiglia De Mattei. Tanti sono coloro per cui il contenuto delle "Memorie" potrebbe rappresentare un punto di svolta, a cominciare da Andrea per finire con Carlo, Monica, Erika e Matteo. Forse è arrivato il momento di scoprire come tutto ebbe inizio... «Tu pensi che un Sogno non serva a nulla solo perché non è riuscito a concretizzarsi?» Amanda mi fissò con dolcezza, chiedendosi in silenzio dove volessi andare a parare quella volta con le mie fantasie. «Io non credo, sai? Credo che i Sogni, anche quelli che rimangono tali e non si realizzano mai, siano speciali comunque. Sono il motore che fa funzionare tutto quanto».



Quando lessi per la prima volta il primo capitolo della saga: La città dei gatti, pensai a come lo stile dell'autrice così particolare potesse essere considerato un portale tra il nostro mondo e quello della fantasia: dove i sogni diventano concreti. 

La memoria dei sogni è il terzo capitolo della saga di Illary Casasanta e, anche questa volta, non ho avuto possibilità di scelta. Ho letto il romanzo in una notte sottolineando le mie citazioni preferite - ammetto di essere un mostro che sottolinea i libri e fa le orecchie alle pagine - 

Illary Casasanta rivoluziona quella che è la letteratura dove i sogni non si insinuano soltanto tra le pagine ma diventano elementi fondamentali per aiutare il lettore a comprendere le creature da lei create, i sentimenti di ogni personaggio descritto e il mondo completo immaginato dall'autrice.

Con uno stile di scrittura semplice ma d'impatto, Illary Casasanta continua la storia di due personaggi che avevamo conosciuto nel secondo capitolo: Elisa e Amanda, due donne che hanno la capacità di capovolgere il mondo letterario dell'autrice e creare qualcosa di visionario allo stesso tempo perché i personaggi di Illary diventano reali e sono loro a giostrare i fili della storia.

Pagina dopo pagina il lettore si sentirà disorientato davanti alla lettura che diviene una vera e propria esperienza. Pagina dopo pagina non ci si riconoscerà più davanti allo specchio perché in quel riflesso non scorgeremo più il nostro volto ma quello dei personaggi descritti dall'autrice. 

Illary Casasanta sembra seguire delle regole ben precise nella sua storia. La sua scrittura sembra frutto di un lungo lavoro tra corpo e mente; eppure, permette al lettore di entrare in maniera molto facile all'interno delle pagine e notare come tutto sia coerente. Non c'è nulla che non va, ogni cosa è al suo posto come se ci trovassimo di fronte a un puzzle. 

Il tempo intorno a noi continuerà a scorrere ma forte sarà la necessità di arrivare all'ultima pagina. Forte sarà la necessità di leggere anche i ringraziamenti del romanzo perché le certezze create dall'autrice non potrà darcele nessun altro. 

La memoria dei sogni è senza dubbio il capitolo della saga migliore che abbia mai letto. Questo terzo capitolo rappresenta la maturità dell'autrice che, consapevole delle sue idee originali, non lascia nulla al caso ma si sofferma su ogni dettaglio. 

Amore, amicizia, azione e magia completano il romanzo La memoria dei sogni lasciando il lettore senza fiato. 

Una menzione particolare va soprattutto alle illustrazioni create dall'autrice di cui ne sono completamente innamorata.

Come articolo correlato a questo romanzo è possibile scoprire Il Varcaporta di Laura Costantini edito Dark Abyss Edizioni; un romanzo illustrato e ricco allo stesso modo di dettagli, creature e amori che lasciano senza fiato. Attenzione alla Sostanza che si aggira tra le pagine. 

 

Game, Set, T-Rex, Michele Borgogni - Recensione -

sabato 30 aprile 2022

GAME, SET, T-REX


Michele Borgogni

Trama: Trey, il giovane figlio dei campionissimi del tennis Fernando Nappo e Anastasia Grigorieva, è un predestinato: con geni come i suoi non poteva che dedicarsi allo sport che ha resi famosi i genitori. In più è fortissimo, veloce, intelligente, coraggioso, sensibile... C'è solo un piccolissimo problema: è un dinosauro. È nato così, con il testone enorme, la pelle squamosa, troppe zanne inquietanti e le braccia estremamente corte rispetto a un corpo tanto imponente, probabilmente per colpa della maledizione di una strega russa un po' distratta e molto vendicativa. Ma non sarà certo il minuscolo ostacolo rappresentato da un corpo non esattamente in linea con gli standard di bellezza del mondo occidentale a fermare il nostro eroe. Game, Set, T-REX è un classico romanzo di formazione su un dinosauro che impara a giocare a tennis.



Bisogna spegnere il cervello e smetterla di pensare a ciò che ci circonda per riuscire a comprendere questo romanzo perché Michele Borgogni colpisce con la sua satira in pieno petto e non ci sono altre scelte possibili: bisogna continuare a leggere fino ad arrivare all'ultima pagina. 

Game, Set, T - Rex è uno di quei romanzi che ci trasporta nella realtà dell'autore fatta di mostri, anime e lettori folli. La coerenza della scrittura di Michele Borgogni funziona bene; è così palpabile che ci sembrerà concreta e ci si guarderà davvero intorno alla ricerca di Trey, il dinosauro tennista. 

Michele Borgogni sembra aver fatto della satira il suo marchio di fabbrica portando verso il grande pubblico dei lettori qualcosa di nuovo: la comicità attraverso le pagine di un libro e non soltanto davanti al grande schermo. Proprio per questo motivo il suo stile narrativo non stanca e, attraverso la narrazione ironica, pone l'attenzione su messaggi importanti che scavano nell'animo del lettore, riflettendo così su temi che non ci si aspetta di incontrare in una storia di dinosauri.

La storia di Trey e dei suoi genitori umani funziona. Funziona perché c'è la minuziosa ricerca dei dettagli realizzati dall'autore. Funziona perché strappa un sorriso a ogni pagina. Funziona perché Michele Borgogni conosce perfettamente la potenzialità del pensiero di un lettore che non ha più voglia di leggere qualcosa che lo tenga in gabbia. Funziona perché il testo così scorrevole e fluido permette di sentirsi libero. 

Game, Set, T - Rex è una commedia strana e reale di impeccabile precisione da imparare a memoria. 

Michele Borgogni è nato ad Arezzo una quarantina di anni fa, è un grafomane con la passione per i mostri a tal punto da scrivere per la Dark Abyss Edizioni Anche i mostri si innamorano, una raccolta assurda e fuori dalle righe. 


Bianco, rosso e verdicchio, Francesco Zagaglia - Recensione -

venerdì 15 aprile 2022

NOTTI DI VERSI INSONNI


Diario di veglia

Josyel

Trama: La poesia non è morta, al contrario, coi ritmi della società moderna, si può trovare sempre un momento per una pagina di bellezza letteraria, impegnata ma poco impegnativa. "Bianco, rosso e verdicchio" descrive tre sensazioni dell'uomo: il rosso della contraddizione, il bianco della spiritualità e l'ironia che ha il colore del vino. Tre colori che sanno di italianità, perché le storie anche del più piccolo paese delle Marche sono sempre quelle di tutti gli uomini.






Francesco Zagaglia ti riporta a casa. Hai presente quello sfondo all'orizzonte che ricordi e che ti fa sentire a casa? Quello sfondo familiare che conosci a memoria e ti porta a sentirti al sicuro? Ecco, la penna di Francesco Zagaglia dona esattamente quella sensazione. Ci riporta davanti a quel ricordo così come lo immaginavamo, ci trascina tra le sue pagine che profumano di buono. 

Immaginate di trovarvi di fronte a una strada rurale mentre gli uccellini cantano sullo sfondo. Nel silenzio della natura ci sarà soltanto l'opera di Francesco Zagaglia a tenervi compagnia e, pagina dopo pagina, vi troverete di fronte al futuro pieno di versi facilmente comprensibili.

Le parole di Francesco Zagaglia hanno quella speranza di voler cambiare il mondo e a fine lettura ci si sentirà talmente pieni di questo buono sentimento che si avrà la certezza che sì, le parole il mondo lo possono salvare davvero. 
Lo stile dell'autore è ricco di sentimenti e ironia sottile, mostra come la forma dell'opera può essere diversa a seconda di ciò che la narrazione vuole mostrare. L'autore modifica la sua esperienza personale con l'intenzione di dare la possibilità al lettore di immedesimarsi a ogni riga. 

Le vibrazioni che arrivano pagina dopo pagina diventano la chiave per comprendere quanto il mondo di Francesco Zagaglia sia ricco di crescita, maturazione e, allo stesso tempo, sacrifici e oscurità. All'interno della corazza che l'autore dimostra di avere, il lettore potrà scoprire una guida semplice e umile fatta di sguardi e conquiste realizzate una alla volta. 

Bianco, rosso e verdicchio aiuta il lettore a crescere, ad ascoltare il proprio passato, a immaginare il proprio futuro non dimenticando le radici, legame che Francesco Zagaglia salda alla memoria delle sue poesie. 

Notti di versi insonni, Diario di veglia, Josyel - Recensione -

giovedì 14 aprile 2022

NOTTI DI VERSI INSONNI


Diario di veglia

Josyel

Trama: Scrivere, nelle lunghi notti di veglia post lockdown 2020, diventa una necessità, un'urgenza fisica per sopravvivere al tormento dell'insonnia. Riscoperta poeta, l'autrice ci conduce nelle tribolazioni delle pieghe notturne, con un diario di emozioni, sensazioni e descrizioni del mondo circostante, nelle ore più intime del riposo dell'anima. Tre gli argomenti che scaturiscono da queste riflessioni: la Spiritualità, la Natura, l'Insonnia stessa e il suo travaglio. Questo volume di poesie è dedicato a tutti coloro che non ricevono, la sera, il bacio della buonanotte da Morfeo.





Prima di iniziare la recensione di questa splendida opera, devo scusarmi con voi lettori e con gli autori per la latitanza e i ritardi nella pubblicazione degli articoli, ma il lavoro non mi permette di ritagliare tempo sia per la lettura di un testo, sia per la sua recensione. Dunque, mi tocca prendere appunti in fogli sparsi a fine lettura per poi abbozzare la recensione sul sito appena ho qualche istante di fiato. Eccomi qui allora a parlarvi di Notti di versi insonni, un testo che ho sottolineato in quasi tutte le sue parti, un'opera letteraria che ho sentito mia sin dalla prima pagina.

Notti di Versi Insonni è un percorso lungo che arriva a toccare le corde dell'anima dell'autrice, riproponendoci una nuova visione di rinascita e il bisogno di tornare a respirare.

Non sono mai stata un'appassionata di poesie; eppure, Notti di Versi Insonni già dalla copertina smuove dubbi e voglia di conoscere cosa si nasconde sotto quel velo così delicato. Versi diversi a ogni pagina che mostrano l'illusione di avere una corazza di cristallo, pronta a frantumarsi al primo tocco. 

La scrittura acerba dell'autrice valorizza e dona significati nascosti a ogni riga, sta al lettore poi servirsi del messaggio che riesce a raccogliere a fine lettura, rimanendo spiazzato davanti al calore che invade il petto.

Pagina dopo pagina Notti di Versi Insonni ci parla attraverso il dolore, la rabbia e l'amarezza; emozioni che l'autrice prova e restituisce provando a salvare chi la legge. 

La penna dell'autrice è fragile ma allo stesso tempo affascinante e inquieta perfetta per chi ha voglia di scoprire ancora cosa si nasconde nell'oscurità.  

My only Valentine, Elizabeth Rose - Recensione -

domenica 6 marzo 2022

MY ONLY VALENTINE


Elizabeth Rose

Trama: A volte, anche le migliori intenzioni possono ritorcersi contro. È quello che succede all’avvocato Patrick Hanks, determinato a proteggere Reese da ogni cosa che la circonda; però, quando il passato bussa letteralmente alla porta, Patrick teme che tutto possa scivolargli dalle dita. L’unica cosa che desidera Reese è stare accanto all’uomo che ama; nel frattempo deve prendersi cura di sua sorella Scarlett, prepararsi a diventare madre e cercare un nuovo lavoro. Reese è tenace e caparbia, ma quando si tratta di Patrick, la sua sicurezza vacilla: è davvero cambiato? E mentre San Valentino si avvicina, entrambi dovranno imparare a fidarsi l’uno dell’altro, soprattutto quando un uragano si abbatterà sulle loro vite, rischiando di portarli alla deriva, perché le cose, spesso, non sono quelle che sembrano.



Appena ho saputo dell'uscita di My only Valentine di Elizabeth Rose non ho esitato un attimo a voler leggere la storia, spin off del precedente Be my Christmas present

È stato bellissimo ritrovare Patrick e Reese, ormai felicemente innamorati e coinvolti l'uno dall'altra. Reese è incinta e, pur essendo felice che la sua vita sia stata stravolta, continua ad aver paura: paura di non essere abbastanza per Patrick, paura di non essere una sorella abbastanza presente per Scarlett, paura di non essere adeguata al ruolo di madre. 

Sarò un disastro, probabilmente non riuscirò a distinguerli l'uno dall'altro, oppure darò due volte il biberon allo stesso figlio, mentre l'altro morirà di fame, e i pannolini? Non ne cambio uno da quando è nata Scarlett e non ero neanche veloce…e nemmeno attenta!

L’autrice riesce perfettamente a rendere i dubbi e lo stato d'animo di una futura mamma alle prese con gli ormoni e l'ansia per il futuro: Reese è tante cose assieme ed esprime perfettamente il concetto della donna che alla fine riesce a far tutto e non vuol rinunciare alla propria indipendenza. 

Dal lato opposto troviamo un Patrick iperprotettivo nei confronti della donna che ama, ma il bello è proprio questo: un compagno che nonostante tutto non ti abbandona. 

Smetti di dire che sei sola, dannazione, perché non lo sei! Io sono qui, Reese, e non andrò da nessuna parte. 

La vita di coppia dei due innamorati rischia però di subire un brutto colpo non appena si presenta un ragazzo di nome Sam, che dice di essere figlio di Patrick. 

Può la dolce Reese farsi scoraggiare da questo? 

Non posso assolutamente spoilerare nulla, ma garantisco tante emozioni e dolcezza a non finire. 

Grazie ad Elizabeth Rose per averci permesso di sbirciare ancora un pochino nella vita dei suoi personaggi di carta: una storia che fa bene al cuore e che ci regala meravigliose sensazioni con una penna ricca di particolari e, allo stesso tempo, poetica e intensa.

Le emozioni che l'autrice racconta sono quelle di cui tutti abbiamo bisogno soprattutto in un periodo storico come questo. 

Non è vergogna. Tu bruci piccola, bruci per me. Nulla può essere paragonato a questo. Non esiste qualcosa di più attraente, di più sexy, qualcosa che mi faccia impazzire di più

I labirinti di Notre-Dame, Barbara Frale - Recensione -

mercoledì 23 febbraio 2022

I LABIRINTI DI NOTRE-

DAME


Barbara Frale

Trama: Una misteriosa reliquia unisce i destini di Parigi e Roma Anno del Signore 1300. Padre Baldrico de Courtenay, abate del ricco monastero di Saint-Germain a Parigi, viene trovato morto sul sagrato di Notre-Dame: l'assassino ha lasciato sul corpo orribili mutilazioni e una scritta il cui senso è indecifrabile. A Roma, intanto, ignoti aggressori pugnalano a morte padre Angelerio da Ferentino, per impedirgli di consegnare a Bonifacio VIII una reliquia dal valore inestimabile. Mentre il vescovo di Parigi, Simone Matifort, indaga per capire chi abbia ucciso l'abate di Saint- Germain, Crescenzio Caetani, baccelliere di medicina e nipote di Bonifacio VIII, ipotizza che la reliquia sottratta a padre Angelerio sia finita a Parigi, nelle mani del re di Francia. C'è dunque Filippo il Bello dietro la morte del frate francescano? E perché qualcuno ha massacrato l'abate di Saint-Germain, lasciando inoltre sul corpo un misterioso messaggio? Arnaldo da Villanova, medico del papa ed esperto di dottrine esoteriche, non ha dubbi: la reliquia rubata non è un oggetto sacro, ma opera del Maligno, e sarà in grado di scatenare una guerra rovinosa fra i troni più potenti della terra. Due cadaveri senza nome. Una reliquia preziosa. Quali misteri legano Roma a Parigi?

Per la storia, Barbara Frale è un nome e una garanzia. Con i romanzi precedenti l'autrice aveva già dimostrato di avere una scrittura minuziosa e accurata nei dettagli storici, frutto di ampia e attenta ricerca e I labirinti di Notre-Dame non è da meno.

La trama così ricca non rivela soltanto un classico thriller storico ma trasporta il lettore in un testo che occhieggia alla filosofia e ai misteri esoterici, accontentando sia gli amanti dei romanzi storici sia gli amanti dei thriller più psicologici.

Ho letto in poche ore questo romanzo rimanendo estasiata davanti alle precisazioni storiche e alla ricerca dei personaggi principali contro un destino nefasto. La misteriosa reliquia sembra divenire un pretesto per riflettere sulla propria coscienza e sulla quotidianità dell'epoca. 

Barbara Frale gioca con il lettore stimolando la sua curiosità pagina dopo pagina alternando uno stile scorrevole con l'alternanza dell'azione e dell'adrenalina. Non mancano poi i dialoghi, le attenzioni del linguaggio del corpo che diventano punti di forza e di emozioni che il lettore gusterà a piccole dosi.

Tutto ciò che l'autrice narra all'interno della storia sembra nascondere molto altro, non volendo raccontare al lettore tutto ciò che scopre ma invitandolo a seguire i suoi passi per scoprire cosa si nasconde. 

L'alternanza dei pov così ricchi in dettagli psicologici portano a soffermare il pensiero davanti ai loro stessi occhi e tutto ciò non rovina la lettura ma ne risalta il genere divenendo intenso ed entusiasmante.

Nonostante I labirinti di Notre-Dame sia inserito in catalogo come un romanzo storico, in realtà ha sfumature completamente diverse sullo sfondo di una continua ricerca che rimane scolpita nell'immaginario del lettore. 

Domina la storia, l'architettura e la stessa inquietudine e malinconia dei personaggi, in una prosa esigente e limpida allo stesso tempo. L'elenco dei molti personaggi, il contrasto con il potere papale e la monarchia in ambientazioni diverse si collegano in una visione contemporanea che lascia al lettore la sensazione di ricchezza d'animo come se Barbara Frale invitasse il lettore a ricercare quei riferimenti storici suggerendogli che nella vita non si smette mai di imparare.

Barbara Frale non è soltanto un'autrice di genere ma una donna che sorprende valorizzando ogni pagina sottolineando l'elemento thriller come un vero e proprio trampolino verso riflessioni storiche. Come ci saremmo comportati al posto dei personaggi davanti a quell'omicidio brutale? Qual è il reale valore della vita?

Barbara Frale fa della storia la sua tradizione letteraria sviluppando con la sua voce il bisogno di gridare al mondo di non dimenticare ciò che l'uomo ha passato e non perde mai di vista il bisogno di dare al lettore ciò che vuole: storie diverse e ricche allo stesso tempo. 

Leggere I labirinti di Notre-Dame è tornare indietro nel tempo e provare a capire quali siano le nostre radici; è sbirciare poi in un qualcosa di mistico diventando capolavoro psicologico e adrenalinico allo stesso tempo. 



Be my Christmas Present, Elizabeth Rose - Recensione -

venerdì 24 dicembre 2021

BE MY CHRISTMAS 

PRESENT 


Elizabeth Rose

Trama: “Prenditi cura di tua sorella”: le uniche parole che il padre le ha lasciato, prima di sparire. Reese Sheridan mette sottosopra la propria vita per occuparsi della piccola Scarlett, di soli sei anni, ma il compito è più difficile di quanto abbia immaginato, e gli errori le tendono l’agguato troppo spesso, fino a quello che temerà possa essere l’ultimo. Patrick Hanks è un avvocato di successo, e ambizioso. Quando si sparge la voce che uno dei più grandi magnati dello Stato è in cerca di un nuovo legale, Patrick è pronto a qualunque compromesso pur di essere scelto dall’eccentrico milionario, anche sapendo che una delle condizioni è smettere di frequentare una donna diversa ogni settimana. Ha un progetto ben preciso da seguire, ma un imprevisto fa crollare il suo piano. Perché quella ragazza è nel suo appartamento, in piena notte e con una bambina? Chiamare la polizia è la cosa giusta ma qualcosa lo trattiene… e la sua esitazione innescherà un precipitare degli eventi, dove realtà e finzione non avranno più confini così definiti come dovrebbero. Patrick e Reese abiteranno sotto lo stesso tetto, seguendo le regole ben precise di un accordo siglato da entrambi, fino quando, poco prima di Natale, tutti i tasselli verranno di nuovo mescolati.

Buongiorno a tutti amici lettori. Oggi vi parlo con enorme soddisfazione di " Be my Christmas present" di Elisabeth Rose. 

Reese è una ragazza poco più che ventenne che all'improvviso, dopo la morte della madre e la fuga di un padre latitante perché accusato di truffa ai suoi clienti, si ritrova a barcamenarsi tra mille difficoltà e con una sorellina da accudire. Ma il destino ha in serbo qualcosa di grande per lei, perché l'incontro con Patrick, ricco avvocato playboy, può davvero cambiare il corso della sua storia. 

La scrittura di Elisabeth Rose è avvincente e accattivante, i dialoghi e le situazioni descritte avvolgono il lettore in una curiosità tale da indurlo a divorare il libro, per poter capire cosa succede davvero alla fine. 

Reese è una donna apparentemente fragile, ma combattiva e pronta a tutto pur di garantire una vita serena e dignitosa alla sua sorellina. Patrick è un avvocato di successo, uno che passa da una storia all'altra, uno che non pensa di aver bisogno degli altri per poter essere soddisfatto: lui si basta da sé, il successo, i soldi e il sesso gli danno la stabilità necessaria. 

Ma cosa succede quando un essere umano scopre di essere felice anche aiutando gli altri e accollandosi problemi che non gli toccherebbe risolvere? 

"Guardami" le ordinò di nuovo." Farò l'amore con te in mille modi diversi. Con te, capisci? Sono solo tuo". 

Nessun uomo è un'isola, diceva qualcuno, e la bella morale di questo piccolo grande libro è che la vita è bella quando è condivisione e voglia di donarsi al prossimo. 

Superare l'individualismo e concentrarsi non solo su sé stessi, ma abbandonarsi al desiderio di condividere e di essere parte integrante di una famiglia, non più uno ma due. 

Questa storia merita di essere letta perché riscalda il cuore, è una bella storia di Natale, in diversi punti mi sono scappate le lacrime perché soffrivo con Reese, capivo i suoi dubbi, le sue sofferenze, la paura di non essere adeguata, il non sentirsi mai all'altezza nonostante i tanti sforzi, la paura dei sentimenti che si provano nei confronti di un uomo.

"Trovò il coraggio di risollevare lo sguardo sull'uomo che aveva capito di amare, che avrebbe dovuto lasciare perché appartenevano a due mondo troppo distanti; sull'uomo che faceva sesso per soddisfare un bisogno fisico, mentre lei gli avrebbe donato l'anima". 

Reese è il simbolo di tutte coloro che nella vita si sono sempre date da fare, che hanno studiato, lavorato e a volte hanno dovuto sacrificare i loro sogni. 

Ma la vita ripaga. 

Ed è bello lasciarsi andare e capire che si può, anzi si deve, essere felici.




Fairy Oak, Il destino di una fata, Elisabetta Gnone - Recensione -

lunedì 22 novembre 2021

IL DESTINO DI UNA FATA,


FAIRY OAK 


Elisabetta Gnone

Trama: Gli Occhi di Brace distruggono ogni cosa. Una nuova voce, quella dell’autrice, ci racconta la storia di Fairy Oak. Sa molte cose e moltissime ne svela, arricchendo il dipinto che ritrae il popolo della Valle di Verdepiano di dettagli assai curiosi e di nuove, inaspettate sfumature. Il nuovo romanzo di Elisabetta Gnone rivela tutti i segreti (o quasi) della comunità, buffamente assortita, che convive serenamente nel villaggio della Quercia Fatata. In questi anni all’autrice sono state rivolte tante domande e curiosità a proposito della saga, e ha pensato che un libro potesse colmare quei vuoti e risolvere quei dubbi che in tanti sentono ancora d’avere riguardo i suoi abitanti. Poiché l’autrice sa tutto di questa storia, ed è una voce fuori campo, può svelare segreti, entrare in dettagli e raccontare aneddoti e situazioni che i suoi personaggi non possono conoscere o riferire. Per esempio Elisabetta sa quando Grisam Burdock s’innamorò di Pervinca Periwinkle – il momento esatto – e quando il cuore del giovane inventore Jim Burium diede il primo balzo per la sorella di Pervinca, Vaniglia. Sa cosa pensò la fata Felì la prima volta che vide dall’alto il piccolo villaggio affacciato sul mare ed è soprattutto di lei che vi narra, del primo e dell’ultimo anno che Sefeliceleisaràdircelovorrà passò a Fairy Oak, e di quei pochi istanti in cui si compie il destino di una fata. Un destino comune a molti, come scoprirete...


Siamo a casa. 
Non ci sono altre parole per descrivere questo libro se non siamo a casa. Negli anni, Fairy Oak è stato qualcosa di importante per me... fin troppo; è stata quella calda coperta che mi ha scaldato nei momenti freddi. Mi basta soltanto pronunciarne il nome per sorridere e sentirmi bene e, in tanti anni, solo Elisabetta Gnone ha la possibilità di farmi sentire così.

Ancora una volta, l'autrice ci riporta a casa raccontandoci ogni minuzioso dettaglio di ciò che abbiamo amato. Non c'è nulla che non funzioni in questo libro, solo che forse - almeno per me - finisce troppo presto. Il destino di una fata ci permette di guardare attraverso una finestra, proprio in quella valle che abbiamo amato, dandoci la possibilità di nuovo di stare bene con noi stessi e con i personaggi che sono diventati parte di noi, come se fossero un nostro prolungamento. 

Fairy Oak non è una lettura semplice di quelli che prendi e dimentichi: Fairy Oak è un'esperienza e si vive come tale. Elisabetta Gnone è la dimostrazione che uno scrittore è anche un musicista, un compositore che tratta le parole come in una sinfonia. Anche qui, ne Il destino di una fata, il suo stile di scrittura è poetico e melodioso e i personaggi diventano reali, presenti nella nostra famiglia.

Fairy Oak non è soltanto un libro ma una vera e propria reliquia da tenere salda a sé, da custodire e poi tramandare ai propri cari. Elisabetta Gnone ci ricorda quanto anche se adulti, bisogna sempre conservare l'ingenuità e la meraviglia del nostro bambino interiore. Non dimentichiamo di osservare il mondo con i suoi occhi, non dimentichiamo che su una foglia di un verde brillante, proprio lì, può esserci una fata ad attenderci venuta da un posto non poi così lontano. 

Anche questa volta la Salani Editore non tralascia nulla; come sempre le illustrazioni sono cariche di colori, intense ed evocative. Sono pennellate di arcobaleni che si abbracciano e ci fanno sospirare dallo stupore. Piccoli gioielli. 

I Figli del Marchio, Federica Caglioni - Recensione -

lunedì 15 novembre 2021

I FIGLI DEL MARCHIO

- LA RIVELAZIONE - 


Federica Caglioni 

Trama: Gli Occhi di Brace distruggono ogni cosa. Lei è una Occhi di Brace. E il suo destino è distruggere il mondo. Il consiglio della nazione le ha assegnato un maestro e ora Kesey deve abbandonare l’accademia di Cedria. Ma il viaggio che l’attende è ricco di pericoli e incognite, a iniziare dalla possibilità di non trovare mai l’uomo che dovrebbe trasformare lei, una manipolatrice del Fuoco, in un maestro manipolatore. Perché Kail Valerian è un fantasma, introvabile e sfuggente. Nessuno degli allievi che gli sono stati assegnati ha mai portato a termine il proprio apprendistato. Tutti hanno fallito, tornando alla vita prima dell’accademia. Kesey non può permettere che accada anche a lei, troppe vite dipendono dall’esito della sua missione, e da sola intraprende il cammino che la porterà ad attraversare la nazione alla ricerca di Valerian. In un regno dove la percezione di Acqua, Terra, Fuoco e Aria è ciò che definisce la vita umana, gli Occhi di Brace di Kesey sono un dono raro e imprevedibile, che, insieme alle sue origini, la metteranno di fronte alla crudeltà della nazione e delle sue rigide tradizioni. Il suo passato e quello di Valerian si intrecceranno. Il loro futuro scuoterà le fondamenta del loro mondo e lo condurrà verso la propria fine.;


Ci sono libri che ricordano piccoli pezzettini della vita e, quando succede, l'unica cosa che puoi fare è rileggere il libro una volta, due, tre anche quattro fino a quando ti entra dentro e non sai più se il romanzo si basa su di te o sulla creatura di carta creata dall'autrice.

Ho avuto la fortuna di leggere questo romanzo in anteprima. Di solito, il fantasy italiano, scritto da autori emergenti, non viene apprezzato; eppure, qui c'è tutto quello che una lettura deve fare: riempire l'anima del lettore che lo legge e lo assorbe.

La scrittura di Federica Caglioni permette al lettore di immergersi completamente all'interno della storia, in un testo ricco di minuziosi dettagli dove lo stile mostra al lettore ciò che fino ad allora ha immaginato soltanto e non c'è più il libro ma un'altra dimensione dove avvolgersi completamente, dove sentirsi a casa e non voler più andar via.

I vari personaggi possono, inizialmente, sembrare soffocanti per le loro numerose caratterizzazioni ma, pagina dopo pagina, come un meraviglioso puzzle tutto si incastra alla perfezione, rischiando di vivere poi difficilmente la vita quotidiana, quella vera, fuori dalle pagine.

I Figli del Marchio, la rivelazione ci ricorda quanto tutto può cambiare da un momento all'altro, quanto il bene così effimero può scomparire piano piano, lasciando spazio a qualcos'altro. In questa storia il continuo scontro e ogni azione, non hanno nessun tipo di rallentamento ma lasciano il lettore senza fiato, continuando a leggere per arrivare soltanto alla fine.

Purtroppo, è raro trovare stili di scrittura così creativa e allo stesso tempo rimanendo coerente con ciò che la letteratura si aspetta in questo tipo di genere. Il messaggio, così nascosto, in realtà viene fuori alla luce tra le pagine ribadendo il concetto di mostrare ciò che succede e non soltanto descriverlo. 

Federica Caglioni è limpida e comprende il sacrificio di chi scrive su carta. Il lettore si immagina lì, con lei, sentendo il bisogno di averla come migliore amica e non lasciarla andare per non perdere il mondo che ha costruito.

L'ambientazione così reale, i personaggi non più di carta e inchiostro ma di carne e ossa si toccano con mano; ci si guarda allo specchio vedendo il loro riflesso, si provano le loro stesse emozioni ed è questo ciò che un libro - ribadisco - deve fare: catturare l'attenzione, lasciare che il lettore dimentichi il giorno e la notte. 

I Figli del Marchio parla al cuore diventando la nostra coperta di Linus nei momenti no, nei momenti in cui ci si ha voglia soltanto di cadere e sprofondare. 

Come lettrice, ho amato completamente il suo nonostante tutto. Nonostante qualsiasi cosa succeda, si ha bisogno di raggiungere la meta. Nonostante la vendetta, l'amarezza della sconfitta, l'abbandono e la sensazione di fragilità, non ci si abbatte ma si corre, sempre più avanti affondando il volto in quelle pagine, cercando di entrare completamente nella storia.

Un libro pieno che devasta. Una medicina naturale che scalda. 

Devil's Flowers: Honor (Outlawed Malibù Vol. 2), Kyra Synd - Recensione -

sabato 6 novembre 2021

DEVIL'S FLOWERS: 

HONOR


Kyra Synd


Trama: Il diavolo degli Iron Skulls: temuto, odiato, ammirato e persino amato. Blaze deve lasciare Malibù per qualche tempo assieme a Shard, con una tabella di marcia che li dovrebbe portare in giro per gli States. Prima tappa: Kansas City. È qui che deve chiudere la sua vendetta dopo quindici anni, ma anche rivelare i progetti futuri che includono il compagno di viaggio. Tutto organizzato, studiato nei dettagli, finché una pantera non incrocia la sua strada. Blackie è sensuale, forte, decisa e con un segreto che lo coinvolge, pronta a tenergli testa nonostante le cicatrici che la segnano. Un’attrazione che non lascia scampo, un incendio fuori controllo che li potrebbe ridurre in cenere, tra sensi di colpa e bisogno di una seconda possibilità. Perché il fuoco deve bruciare per non morire. ATTENZIONE: contiene scene e linguaggio espliciti, con atti di violenza e criminali. Per i temi trattati si consiglia la lettura a un pubblico adulto e consapevole. Outlawed Malibù: serie erotic romantic suspense composta da volumi autoconclusivi, che possono essere letti singolarmente. Tuttavia, si consiglia la lettura in ordine di uscita. #1 The Pleasure Sea #2 Devil's Flowers - Honor 



Arrivati alla parola fine, la penna dell'autrice ha la capacità di disorientare il lettore e lasciarlo lì in balia di sentimenti contrastanti. Non sono amante del romance, nemmeno delle sue sfumature; tuttavia, Kyra Synd riesce a colpire chiunque la legga come un pugno nello stomaco: dritto e improvviso, talmente forte che non solo leggerei anche la sua lista della spesa ma la pubblicherei anche con la Dark Abyss Edizioni. 

Kyra ci scaraventa davanti alla realtà: le emozioni che si vivono sono forti e fanno male. L'amore fa male, la vita fa male ma così come il protagonista ci sono momenti in cui devi rialzarti, nonostante tutto. 

Ogni personaggio ha caratterizzazioni ben definite, in cui Kyra Synd sembra seguire regole ben precise nel suo stile di scrittura. Siamo partiti con una scrittura semplice e diretta e, con questo secondo volume, arriviamo a sentire la sua evoluzione o meglio rivoluzione. Kyra si reinventa e lo fa con l'aiuto delle sue creature. Ad ogni pagina è possibile scoprire che i personaggi, anche per la stessa autrice, non sono fatti di carta e inchiostro ma di carne, ossa e motociclette.

La storia continua a correre così come su una motocicletta e si ha difficoltà a lasciarla andare, a prendere un attimo di respiro perché Kyra così come una stella luminosa non permette di distogliere l'attenzione dal suo romanzo, nemmeno dalla stessa cover che cattura l'attenzione per i suoi particolari - e per, ovviamente, quel maschio in copertina -.

Devil's Flowers: Honor ha il gusto amaro del caffè senza zucchero: non è possibile capirlo subito, non è semplice accettare il suo gusto ma, alla fine, influenza al meglio la nostra giornata. Senza caffè e i suoi sostituti non si carbura e la stessa cosa succede con Devil's Flower: Honor senza lui il dark romance non ha nessun senso. 

Kyra Synd non lascia spazio ad altro: ci ingoia come un mostro nel suo mondo. Vuoi o non vuoi sei obbligato a rimanere all'interno del romanzo non avendo altro per cui esistere. L'autrice è senza dubbio una delle migliori penne dark romance che abbia mai letto. Con Devil's Flower: Honor si cresce ripensando poi a come sopportare ogni emozione.