Nora, Giacomo Ferraiuolo - Recensione -

martedì 12 dicembre 2017
Tutto ha inizio con la morte.

Ritorno da queste piccole ferie più carica che mai, per il momento non abbiamo ancora affrontato nessun viaggio, ma il riposo, lo stare insieme, leggere libri davanti all'albero decorato, mi ha dato una carica di gioia e positività che mi mancava. Anche i tarocchi sembrano sorridermi! Ritorno con una recensione di un libro che ho comprato ad occhi chiusi, uno di quelli che ti premono dentro per le aspettative... e forse le mie sono state troppo alte.


Nora

Giacomo Ferraiuolo 

e mezzo

Editore: Dark Zone 
Prezzo: 14,90€
Pagine: 221

Trama: Un omicidio irrisolto, una donna rinchiusa in un ospedale psichiatrico. Nora, prigioniera della sua stessa mente cerca di essere libera da un passato macchiato di sangue che non riesce a dimenticare. Troverà nell'infermiere Christian un amico fedele a cui confidare l'orrore celato nel profondo. Un orrore che striscia ancora tra le ombre della casa di Nora. Un orrore che cerca di uscire da quelle mura. Nessuno è più al sicuro. Lei li aveva avvisati. Sarà compito di Christian scoprire cosa c'è di vero nelle farneticazioni della donna e cosa è invece frutto della follia. Cos'è successo veramente a Nora in quella casa? È possibile conoscere fino in fondo chi ci sta attorno? Una storia di pazzia e dolore, di morte e paura, e che porterà a una verità ancora più cupa e terribile.

Ho comprato questo romanzo ad occhi chiusi, mi è bastato conoscere un po' l'autore, conoscere la casa editrice per il quale già collaboro - e di cui ho già acquistato altri romanzi -, mi è bastato farmi prendere dall'entusiasmo e dalla copertina così evocativa, per poi cascarci esattamente come una mela dall'albero o, se si vuol esser più violenti, come un pugno nello stomaco. Nora era il romanzo che avevo in gola, che dovevo assolutamente leggere, uno di quelli che appena la casa editrice ha messo in promozione nel 3 X 2 mi ci sono fiondata, come un predatore sulla preda. Ne ho atteso impaziente l'arrivo e in un paio di ore l'avevo già finito.
Spiazzata. Questo romanzo mi ha completamente spiazzata. Come se in testa risuonasse solo una frase beh, davvero è tutto qui? Lo so, adesso i fan accaniti libereranno i cani e faranno partire la guerra contro il mondo brutto e cattivo che sta per recensire in maniera negativa il romanzo, ma in realtà Nora non mi è piaciuto così tanto come immaginavo; mettetemi su una pira e fatemi bruciare, saranno state le aspettative, la voglia tanto alta di leggerlo, ma io non ho trovato quello che nelle altre recensioni si legge.

Non è facile parlarvi di Nora e sicuramente la mia recensione non farà altro che mandarvi solo in confusione, ma entrate con me nel romanzo dove tutto ha inizio con la morte.
L'autore parte già con l'azione ormai avvenuta, la figlia di Nora è morta e quest'ultima è accusata di omicidio; ma i suoi atteggiamenti, la sua follia la porta ad essere rinchiusa in un ospedale psichiatrico, dove legata a letto, rassegnata nel suo incubo ormai reale aspetta la morte, unica via di uscita. Nora viene descritta come una donna bellissima, una di quelle donne a cui nessun uomo se pur impegnato può resistere e il suo bisogno di piacere, di amare qualsiasi tipo di uomo e sentirsi donna fino in fondo, la porta a tradire più e più volte quel compagno tanto assente, portandosi a letto non solo i vari amanti, ma le malelingue dei vicini. Il paese è piccolo e la gente mormora e quando si rende conto che la stampa è interessata a raccontare la storia di Nora, si fa a gara a chi la conosce più affondo, a chi ha da raccontare pur di apparire sui giornali e in televisione e diventare automaticamente famosa. 
Nell'ospedale psichiatrico, Nora è una vittima facile di un sistema perverso, di uomini pronti a prenderla in pasto, tanto è pazza ed è legata, chi può credere se prova a dire che viene stuprata più e più volte? E' lì in quella stanza, tra quelle follie, che Nora rivela la sua verità, quel filo sottilissimo di razionalità e paura che l'hanno portata a tutto il resto. Sei tu che appartieni al male o è il male che ti appartiene? 

Prendendo solo questa infarinatura il libro in generale non è affatto brutto, non è da prendere e cestinare; riesce comunque a farsi leggere in un paio di ore e a lasciarti la sensazione di brivido, di voler continuare a saziare quella vena di curiosità, di capire quella follia che c'è dietro fino a farti voltar pagina ancora una volta; ma tra tutti i personaggi che ci sono nel romanzo, Nora che è la protagonista, che è quella presenza che dovrebbe essere la parte a cui ci si affeziona,  mi è piaciuta di meno, per non dire che non mi è piaciuta affatto. L'ho trovata superficiale, antipatica, non mi ha dato nessun empatia la sua tragedia... anzi sicuramente avrei vissuto anch'io la sensazione dei vicini da allontanarmi da una persona del genere, l'ho trovata arrogante e tanto sola, nonostante il suo dramma io non sono riuscita a viverla e questo per me è stata la delusione più grande, perché Nora che è il fulcro del romanzo, quel filo conduttore tra reale e irreale, tra follia e oscurità, doveva assolutamente lasciarmi qualcosa e non una sensazione del genere. Il contorno, il male, il sopranaturale mi è anche piaciucchiato, non è da quei livelli da farti dormire con la luce accesa - come dovrebbe far un horror - ma non ti lascia nemmeno quel vuoto che un romanzo negativo fa. L'ambientazione è abbastanza comune, la scrittura non si perde in minuziosi dettagli e paroloni, arriva dritta al punto su dove vuole portarti, è un romanzo che si legge ma non c'è da aspettarsi tutto questo clamore, almeno non per me.

In generale la realtà è anche fatta bene, il romanzo si muove in questo mondo presente e i vicini, gli articoli di giornale, lasciano quel tocco di vivere una storia che potrebbe essere del nostro paesino o addirittura che riguardi la nostra stessa vicina, ma non serve aspettarsi troppo. L'idea di inserire il sopranaturale in maniera viscida, in maniera sottile in quel paesino tanto piccolo, affascina anche, ma rimane lì, non dà quello sprint in più, quella sensazione di soffocare, di voler tornare nella storia.

Per questo romanzo avrei voluto molto di più, avrei voluto più paura, avrei voluto prendere la lucina della notte che usavo da bambina e dormirci accanto, avrei voluto sentire la sensazione di morte sulla pelle, avrei voluto sentirmi Nora e invece mi sono ritrovata a combatterla, a tifare dalla parte opposta. 
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