Carne trita. L'educazione di un cuoco. Recensione

venerdì 19 febbraio 2016
E' quasi ora di pranzo, quindi che ne dite di parlare di un libro particolare? Oramai da qualche anno la televisione produce programmi dedicati alla cucina. Se ci si ferma a domandare ad un bambino cosa vuol fare da grande, le risposte saranno sicuramente simili "voglio fare il /la cuoco/a" provate.. io l'ho fatto chiedendo ai bambini del mio condominio.
E' interessante come la televisione può cambiare la vita di un uomo. Il cuoco, o meglio lo chef c'è sempre stato, solo che anni indietro si sentiva di meno. Ai miei tempi la visione del cuoco, (visione sbagliata) era quella del "ah, vuoi fare l'alberghiero? Quindi non vuoi studiare". Mi è sempre piaciuto cucinare, essendo la sorella maggiore mi sono sempre occupata della cucina e della casa, ma ai miei tempi i miei genitori volevano per me un'altra strada. Quando la casa editrice Garzanti mi ha dato la possibilità di leggere questo romanzo ero entusiasta di trovarmi quasi faccia a faccia con quel mondo che oramai è entrato veloce nelle nostre case,

Titolo: Carne trita. L'educazione di un cuoco
Autore: Leonardo Lucarelli
Editore: Garzanti
Prezzo: 13,94 € cartaceo
Pagine: 277
















Leonardo Lucarelli ha trentotto anni, è alto poco più di un metro e settanta, pesa 73 kg e non si mangia le unghie. E' questo che l'autore racconta di sè nelle prime pagine.

Tra l'altro le unghie non le mangio nemmeno io. La sua famiglia è fatta da persone particolari, sua madre e suo padre sono figli dei fiori, sono fuori dal mondo e fuori dal mondo ci sono stati davvero quando hanno partorito Leonardo in India.

Tornati in Italia si trasferiscono in una scuola di paese sulle colline umbre, il padre comincia a fare il pittore (il pittore che dipinge i quadri) e quella diventa la loro casa. Leonardo ama a modo suo la sua famiglia: sua madre, suo padre e suo fratello.

La mamma di Leonardo non era una brava cuoca, era una che si arrangiava. Leonardo cominciò ad amare la cucina grazie agli odori e ai colori del padre. 

Ho sempre mangiato volentieri quello che cucinava mia madre, ma ammiravo la capacità di trasformare il pasto in piacere di mio padre. 

Quando la vita gli porta via il padre e quando la madre comincia a mancare spesso da casa, Leonardo comincia a cucinare. Quasi per emulare la mancanza del padre di famiglia, quasi per ricordare o quasi per riaverlo un po' con sè, Leonardo passa il tempo a modificare i piatti che la madre lascia per lui e il fratello prima di uscire da casa.

E' a sedici anni che Leonardo scopre il potere del cibo, il potere di rimorchiare grazie alla cucina, il potere di avere notorietà. 

Alla sua prima fidanzata Leonardo regala una pagnotta, o meglio la quarta (quella riuscita meglio) peccato che la mangiano insieme e poi le si innamora di un altro.

Ecco quindi che il libro prende piede e Leonardo come carne tritata cruda ci racconta la sua storia. Tanti sono i personaggi che incontriamo in queste pagine, tante sono le ombre che appaiono eppure Leonardo affronta tutto.

Leonardo ruba. Leonardo ruba i cibi più costosi al supermercato per provare a cucinare. Leonardo fa il cameriere, ma ha voglia di stare dall'altra parte.

Nei ristoranti ora va di moda la "cucina aperta", la cucina che fa vedere ogni cosa, che fa vedere come il piatto che ordiniamo viene cucinato. Eppure non è oro tutto ciò che luccica e Leonardo con violenza lo mostra nel suo libro.

La scrittura è scorrevole. E' come entrare nella sua testa e rimanere lì tra i suoi flashback e i suoi vomiti. Il suo cucinare per gli amici diventa un lavoro quando ha la possibilità di cominciare a fare il cuoco.

Tanti sono i ristoranti che Leonardo gira e tante sono le vicende che Leonardo assorbe nella sua vita.

Tranquillanti, droghe, violenze, bullismo, contratti mai rispettati, lavori in nero. In questo libro c'è tutto e l'autore li vomita tutti in faccia al lettore.

Leonardo percorre la sua vita da un ristorante ad un altro, corre veloce e assorbe tutto ciò che può come carta assorbente su del liquido. 

L'autore ci aiuta a riflettere su quanto sia tutto diverso su ciò che la televisione, su ciò che Joe Bastianich e Carlo Cracco ci mostrano in televisione.

Pagina dopo pagina affrontiamo il viaggio di Leonardo, la sua storia e la sua voglia di mandare a fanculo il mondo se necessario.

Mi è piaciuto scoprire come un uomo può amare un piatto, come ciò che mangiamo viene studiato, amato e venerato da colui che viene chiamato cuoco.

Mi è piaciuto entrare e capire perchè si diventa cuoco e quanto effettivamente si può sopportare.

Mi è piaciuto sentire gli odori mentre leggevo questo libro, perchè la scrittura dell'autore così evocativa e pulita ci permette di divorare il libro con ogni senso. 

Se cercate un libro che parla di cucina, che vi racconta qualche ricetta segreta o su come tagliare a rondelle le zucchine non sporcando nulla, beh questo libro non fa per voi.

Se cercate un libro che parla di cibo, beh neanche. Questo è un libro che puzza di fritto, che puzza di bagni sporchi e caffeina. Questo è un libro che puzza di cocaina tagliata male. Questo è un libro che fa rumore. questo è un libro che prima ti offre la cena e poi ti riempe di pugni, così a cazzo, tanto per passare il tempo.

Questo è un libro che ho amato, che sa di caffè amaro. Questo è un libro che si legge a perdifiato, incalzante come pochi. Questo è un libro che la cena te la fa bruciare e non cucinare.

Questo è un libro che ti insegna a fare il cuoco girando per locali e non solo leggendo qualche libro.

Crudo. Vero. Al sangue.







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