Il fioraio di Monteriggioni - Recensione -

giovedì 17 agosto 2017
C'è solo lei. Qualsiasi altro fremito imprevisto possa provare  il mio cuore, c'è solo lei. Te l'ho sempre dimostrato. Hai bisogno che te lo dimostri ancora? 
Il fioraio di Monteriggioni è un libro potente. Un vortice di emozioni contrastanti tra loro che, messi insieme, creano quello che è un romanzo da leggere in un giorno e rileggere poi ancora e ancora.


IL FIORAIO DI 

MONTERIGGIONI 

Cristina Katia Panepinto


Editore: Golem Edizioni 
Prezzo: 15,00€
Pagine: 183

Trama: Quando il PM Amedeo Cantini viene condotto davanti al cadavere di una giovane modella assassinata, capisce subito che quello sarà il caso più difficile della sua vita. Abbandonata dentro un cassonetto nei pressi del Parco delle Cascine di Firenze c'è infatti la figlia di Emma Aldori, suo grande e sofferto amore di gioventù. Travolto dai fantasmi del passato, il magistrato chiede all'ex-moglie, la terapeuta Violetta Salmoiraghi, di affiancarlo nelle indagini. Insieme cominceranno a investigare sugli ultimi mesi di vita della ragazza e si addentreranno in un gioco di specchi fatto di tradimenti, intrighi e bugie, fino alla scoperta di un raccapricciante segreta, dietro cui si nasconde l'ombra-omicida del Fioraio di Monteriggioni.

Leggere un libro con questo caldo non è di certo facile, eppure il fioraio di Monteriggioni riesce a tenerti incollata alle pagine dimenticando il caldo fuori e il tempo che passa. Dalla trama mi aspettavo il classico giallo, il classico thriller da leggere come passatempo, in realtà già dalle prime pagine si diventa parte integrante della storia. L'autrice, abile tessitrice, crea una tela sottile di trame e inganni, crea un vortice di emozioni anche contrastanti tra loro, portando alla luce dubbi ad ogni riga.

Già dalla prima pagina entriamo nel vivo della storia, iniziando a conoscere i protagonisti,alle prese con diverse porte di un passato che fa male. Da una parte troviamo Amedeo, il pm che seguirà le indagini e dall'altra parte troviamo Violetta che aveva ripromesso a se stessa di non darle più modo di ferirla.

Puoi provare a chiudere quella porta con migliaia di sigilli,ma quando il passato bussa in realtà non puoi non aprire. E' la frase che ci sembrerà di sentire quando pagina dopo pagina cominceremo a capire Amedeo. Il nostro protagonista non solo è coinvolto nelle indagini per motivi professionali, ma quel corpo che hanno ritrovato in realtà è la figlia del suo passato, di quel passato ancora non totalmente chiuso. Chiedere aiuto alla ex moglie non è facile, specialmente quando la separazione è ancora fresca, ma per Amedeo Violetta è la migliore e lui ha bisogno della migliore. 

L'autrice non scrive soltanto pagine di un romanzo adrenalinico, ma ci porta a conoscere protagonisti non solo fatti di carta e inchiostro, ma reali, fatti di pelle e sangue. Ogni personaggio che appare nel libro viene minuziosamente descritto a livello interiore, ogni suo dettaglio e caratteristica è una pennellata in una tela di sentimenti, rendendo il tutto ancora più vivo. I nostri protagonisti non sono solo coinvolti in un indagine, ma sono coinvolti in paure, errori, problematiche umane, tra disagi nel lavorare insieme e l'imbarazzo di un amore ancora forse non del tutto spento.  Amedeo è un uomo ferito da un passato che fa ancora male e che negli anni non è stato facile da trattenere ed ora, come una bestia affamata, urla il suo nome e viene a galla, tramutando i ricordi in incubo. Le indagini non sono di certo facili visti il coinvolgimento sia della vittima, che di Violetta, una donna che si tiene a galla graffiando la terra, che tenta comunque di andare avanti nonostante tutto.

Con il fioraio di Monteriggioni l'adrenalina sale a mille, non solo per le scene attentamente curate, ma per il bisogno stesso di trovare il colpevole per donare una soluzione a quell'ansia che scorre pagina dopo pagina. Il romanzo di per sè racchiude poche pagine, in realtà il mondo descritto all'interno è un tomo enorme e profondo, cupo come il mare di notte eppure capace di rapirti l'anima. 

L'autrice sembra raccogliere tutte le emozioni che un essere umano può provare e chiuderle in quello che diventa il vaso di Pandora, aspettando il lettore per intrappolarlo nella sua rete e non lasciarlo più uscire facilmente. Tentare di capire chi è l'assassino sarà difficile, in quanto le certezze della pagina precedente, si frantumeranno in quella successiva in un via vai di imbrogli e dubbi, ma arrivare alla fine lascia senza fiato e a bocca aperta, riuscendo finalmente a vedere il meraviglioso disegno di quella tela creata.

Il fioraio di Monteriggioni è un romanzo fresco, cattivo, cupo, profondo, diverso. Un thriller che scava nella pelle in maniera prepotente.




2 commenti on "Il fioraio di Monteriggioni - Recensione - "
  1. Grazie per aver interpretato così profondamente il mio libro senza svelare una parola della trama!

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    1. Svelare la trama sarebbe come prendere un pezzo di puzzle e toglierlo dallo schema bellissimo che riporta. Una recensione, almeno nel mio mondo, è parlare delle emozioni che quel libro può suscitare e per quale motivo, non di certo solo descrivere cosa racconta :)

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