La nona casa, Leigh Bardugo - Recensione -

sabato 16 maggio 2020

LA NONA CASA

Leigh Bardugo

Prezzo: 19,90€
Pagine: 420
Editore: Mondadori

Trama: Galaxy "Alex" Stern è la matricola più atipica di tutta Yale. Cresciuta nei sobborghi di Los Angeles con una madre hippie, abbandona molto presto la scuola e, giovanissima, entra in un mondo fatto di fidanzati loschi e spacciatori, lavoretti senza futuro e di molto, molto peggio. A soli vent'anni, è l'unica superstite di un orribile e irrisolto omicidio multiplo. Ma è a questo punto che accade l'impensabile. Ancora costretta in un letto d'ospedale, le viene offerta una seconda possibilità: una borsa di studio a copertura totale per frequentare una delle università più prestigiose del mondo. Dov'è l'inganno? E perché proprio lei? Ancora alla ricerca di risposte, Alex arriva a New Haven con un compito ben preciso affidatole dai suoi misteriosi benefattori: monitorare le attività occulte delle società segrete che gravitano intorno a Yale. Le famose otto "tombe" senza finestre sono i luoghi dove si ritrovano ricchi e potenti, dai politici di alto rango ai grandi di Wall Street. E le loro attività occulte sono più sinistre e fuori dal comune di quanto qualunque mente, anche la più paranoica, possa immaginare. Fanno danni utilizzando la magia proibita. Resuscitano i morti. E, a volte, prendono di mira i vivi.

Leigh Bardugo, autrice di Sei di corvi, si ripresenta in Italia con La nona casa e questa volta lo fa con un romanzo che si divora a bocconcini, lasciando alcuni pezzi amari sparsi qua e là e cercando, invece, i più saporiti, quelli da portare con sé.

La nona casa non è un romanzo facile, non perché lo stile narrativo sia complicato o troppo prolisso, ma per via di alcuni capitoli che lasciano il tempo che trovano. Pezzi che vorresti cancellare dalla storia per arrivare a capire se c'è qualcosa di più interessante e, quando la si trova, si rimane a bocca aperti.

Leigh Bardugo porta il lettore ad avere un esempio concreto di quanto il filo dell'amore per la letteratura, possa attraversare facilmente l'amore e l'odio. 
Da una parte si ha quasi l'esigenza di scaraventare il libro altrove e non perdere più tempo con una protagonista che, nonostante possa esser stata vittima di quello che è un suo dono, sembra comunque crogiolarsi all'interno del suo passato, scegliendo la strada più facile, la più sbagliata; dall'altra, invece, ci si innamora della parte paranormale, ci si innamora di come la nona casa diventi un thriller a tutti gli effetti e porti il lettore a cercare tra le stesse pagine gli indizi per risolvere il caso e, la necessità di non lasciar andare via i Grigi, fantasmi di ciò che un tempo erano.

La nona casa diviene un libro che smuove nel lettore diversi interrogativi, cercando di capire se l'autrice abbia creato l'opera nello stesso periodo o che ne abbia realizzato i tratti in tempi diversi, creando quindi una sorta di prima parte e seconda, con stili narrativi differenti.
Il primo stile narrativo che permane nel passato della protagonista, porta i lettore a confrontarsi con uno stile a volte troppo descrittivo e ripetitivo, mentre nella seconda parte lo stile narrativo cambia completamente portando il lettore a trovarsi di fronte ad una trama ricca di suspense e quel senso di paranormalità che ha sempre il suo fascino.

Con la nona casa si sentirà l'esigenza di riuscire a non perdere la pazienza davanti ad una storia a tratti macchinosa.
La narrazione può non essere affine a tutti, può essere criticata da molti ma arrivati alla fine della completa lettura, lascia al lettore la sensazione tutto sommato di aver letto qualcosa di piacevole, nonostante le pecche qua e là. 

2 commenti on "La nona casa, Leigh Bardugo - Recensione - "

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