Lasciami perdere, Barbara Morini : Una favola moderna

lunedì 1 giugno 2020


LASCIAMI PERDERE

Barbara Morini

Editore: Words Edizioni

Trama: Francesca è una fata molto speciale, Steno un principe per niente azzurro. Lei, dopo aver subìto violenza dieci anni prima, si è confinata in un mondo di incertezze e paure: non ha relazioni sociali e non si lascia toccare. Lui, rinomato ginecologo, scontroso e troppo diretto nelle sue esternazioni, ha appena scoperto il tradimento della moglie e deciso di abbandonare casa e routine a favore di una vita indipendente e solitaria. Con in mano una lista di obiettivi da raggiungere per ritrovare la propria identità, Francesca approda nello studio medico di Steno in cerca di lavoro e lui la assume come segretaria. Le loro vite, tuttavia, sono destinate a incrociarsi in modi differenti e più profondi, grazie anche all'aiuto di una Contessa eccentrica, inaspettata fata madrina. Attorno a loro una vicina che fa magie con ago e filo, due domestiche particolari e una strega in camice bianco. Tra polvere di stelle, desideri inespressi e candeline di compleanno, vivremo la magia di una storia dove tutto è esattamente come sembra.

L'autrice Barbara Morini per il suo romanzo lasciami perdere, sembra basarsi sulla storia di Cenerentola o Cenerella a dir si voglia. E' un libro molto particolare che utilizza la favola in chiave moderna facendola propria.

La favola di Cenerentola racconta la storia in questo modo:

C'era una volta, tanto tempo fa, una vedova che aveva due figlie bruttine ed anche un po' antipatiche. Un giorno sposò un ricco gentiluomo, che aveva una figlia. Le sorellastre, invidiose perché era bella e dolce, la presero immediatamente in antipatia. Anche la matrigna la trattava male affidandole i lavori di casa più pesanti e lasciandola sempre vestita di stracci. Tutte si facevano servire come grandi signore e mentre la fanciulla era sempre gentile ed allegra, loro invece litigavano continuamente. Quando la sera poteva finalmente riposarsi, si sedeva in un angolo del camino, dove aveva scoperto una tana di topolini che diventarono i suoi migliori amici. Proprio perché trascorreva la serata vicino al fuoco, aveva sempre le guance ed il vestito sporchi di cenere. Così le sue antipatiche sorellastre per prenderla in giro incominciarono a chiamarla Cenerentola. Un bel giorno accadde un fatto davvero straordinario. Dal castello arrivò un paggio con un proclama e cominciò a leggere: "Il figlio del re, il principe erede al trono, annuncia che fra tre giorni si terrà un gran ballo cui sono invitate tutte le ragazze in età da marito!. "Il principe cerca moglie!" esclamò la matrigna. "Chi, se non una delle mie dolci figlie è più degna di diventare una principessa?" Al ballo dovrete essere bellissime, anzi splendide! Andiamo a preparare gli abiti più eleganti". Subito le due sorellastre iniziarono a correre qua e là, litigando come al solito e dando ordini a Cenerentola. Quanto sarebbe piaciuto anche a lei almeno per una volta indossare un bel vestito, salire su una carrozza ed andare con loro! Ma con quegli stracci addosso… Come poteva fare? Arrivò così la sera del gran ballo. La matrigna e le sorellastre altezzose come sempre, tutte agghindate nei loro vestiti nuovi come delle uova di Pasqua, salutarono Cenerentola e salirono in carrozza. Non appena ebbero svoltato l'angolo, lei corse vicino al camino e scoppiò in un pianto dirotto. Persino i suoi amici topolini non sapevano proprio come consolarla! Ma ecco che improvvisamente dal nulla comparve una fatina piccola e grassottella con un sorriso allegro, tutta vestita di rosa. Guardandosi intorno incuriosita disse a Cenerentola: "Su, non piangere adesso sistemo tutto io. Dimmi un po', vorresti andare anche tu al ballo?" "Mi piacerebbe tanto", rispose "ma è impossibile! Non ho nemmeno un abito da sera…" "Non esiste la parola impossibile per una fata" affermò sventolandole la sua bacchetta magica sotto il naso. "Voglio esaudire il tuo desiderio, ma mi serve una zucca". "Una zucca?" ripeté sorpresa Cenerentola. "Poi chiama i tuoi amici topolini e anche la talpa". Cenerentola corse nell'orto, scelse la zucca più grande e chiamò i suoi amici. La fata socchiuse gli occhi e…. magia! La zucca si trasformò in una splendida carrozza, i topolini in meravigliosi cavalli bianchi e la grossa talpa in un perfetto cocchiere. "Ecco fatto, mia cara, ma manca la cosa più importante!" Strinse gli occhi, impugnò la sua bacchetta e… il vestito di Cenerentola si trasformò in un abito splendido, tessuto con fili di seta azzurra e trapuntato di candide perle. Poi Cenerentola, sbigottita, si trovò ai piedi due meravigliose scarpette di cristallo. Era elegantissima: ora sì che sembrava una vera principessa! "Adesso puoi andare al ballo, ma ricorda una cosa molto importante", disse la fata con il suo sorriso allegro "la mia magia durerà solamente fino a mezzanotte. Al dodicesimo rintocco dell'orologio la carrozza ritornerà zucca, i cavalli saranno di nuovo topolini e i tuoi abiti stracci!" Cenerentola ringraziò la fatina, salì sulla carrozza e partì felice verso il palazzo. Finalmente fece il suo ingresso nella sala da ballo: quando apparve davanti agli invitati, scese un gran silenzio, persino l'orchestra smise di suonare, sbalordita da quella bellezza. Tutti si chiedevano chi fosse mai quella splendida fanciulla di cui nessuno conosceva il nome. Il principe, più di ogni altro, rimase incantato dalla sua grazia e semplicità. Fra tutte le dame che aveva visto a corte, quella fanciulla era come una rosa appena sbocciata! Immediatamente invitò Cenerentola a ballare e per tutta la serata non si separò da lei. Le antipatiche sorellastre e la matrigna si rodevano dalla rabbia per quella sconosciuta che aveva rovinato i loro piani, proprio nel bel mezzo della serata. Ad un tratto, l'orologio della torre suonò il primo rintocco di mezzanotte. Cenerentola, ricordandosi di ciò che la fata le aveva detto, fuggì dalle braccia del suo principe senza nemmeno salutarlo. Mentre correva giù dalla scalinata del palazzo reale, inciampò e perse una scarpina di cristallo. Non poteva fermarsi, ormai l'orologio stava già battendo il settimo rintocco e non c'era più tempo! Il principe la vide correre via con il suo bellissimo vestito azzurro senza riuscire a fermarla. Cenerentola salì veloce sulla carrozza e fuggì. Tutti gli invitati restarono sbalorditi. Poi ascoltò il dodicesimo rintocco: le parole della buona fata si avverarono immediatamente. Dopo qualche giorno bussò di nuovo alla porta il paggio, portava su un cuscino la scarpina di cristallo. "Per ordine del re, tutte le fanciulle del regno devono provare questa scarpetta" disse il paggio. "Chi riuscirà ad infilarla sposerà il nostro principe!" Non vi dico le sorellastre! Correvano tutte eccitate a destra e a sinistra nella casa, litigavano per decidere chi dovesse provare per prima e tentarono di infilare la scarpina spingendo con forza, senza ottenere alcun risultato. Ma il paggio notò Cenerentola che rimaneva in disparte. "Tutte le fanciulle devono provarla!" disse. "Ma come, ora non vorrete scherzare, lei è solo una piccola stracciona!" rispose la matrigna indignata. "Ordine del re!" ribatté il paggio severo, porgendo subito la scarpina anche a Cenerentola. Immaginatevi l'espressione delle tre donne quando videro che era perfetta e sembrava proprio fatta su misura per il suo piedino! In quel momento, sbalordite, riconobbero la dama sconosciuta del ballo. Il paggio reale accompagnò Cenerentola, la matrigna e le sorellastre a palazzo, dove giorni più tardi, si celebrarono delle nozze favolose: gli sposi furono festeggiati a lungo con musiche e danze per tutta la notte! Per ordine del re furono invitati anche la fatina, i topolini e la talpa che aveva fatto da cocchiere. Il principe, raggiante di gioia per aver finalmente ritrovato la dolce principessa che aveva temuto di perdere per sempre, scese con lei la scalinata verso la sala del banchetto. La matrigna e le sorellastre compresero d'un tratto le ingiustizie e le cattiverie che avevano fatto subire a Cenerentola in tutti quegli anni, si gettarono pentite ai suoi piedi e le chiesero sinceramente perdono. Cenerentola lo fece di tutto cuore: era troppo felice in quel momento per provare rancore. Così anche le sorelle si sposarono nello stesso giorno con due gentiluomini di corte e non litigarono più. Tutti andarono ad abitare nel palazzo del principe, anche i topolini che Cenerentola aveva voluto portare con sé, ebbero un'immensa cantina ed un camino tutto per loro dove giocare e nascondersi. La talpona poi, nei giardini del castello pieni di fiori e di piante profumatissime, si divertiva e scavava interminabili gallerie, sbucando all'improvviso. Anche la fatina grassottella, tutta vestita di rosa, ogni tanto appariva sorridente dal camino, con la bacchetta magica in mano, per salutare i suoi amici. E così vissero tutti felici e contenti per molti molti anni.

La favola moderna di Barbara Morini racconta la storia in questo modo:

La protagonista Francesca viene identificata come il Brutto Anatroccolo dove tutto intorno a lei sembra circondato da oscurità e un passato traumatico. Viene aiutata da diversi psicologi, ma solo l'ultimo riesce a convincerla e a darle una via d'uscita da quel buio seguendo diversi passaggi.
Steno, il personaggio maschile è un personaggio particolare dove il suo lavoro lo fa con passione, ma non avendo un ottimo rapporto con le donna sembra diventare un finto principe azzurro dai modi superficiali e maniacali nel suo lavoro. La contessa è la paziente del personaggio maschile, donna molto eccentrica che cerca di capire cosa si nasconde nella figura di Francesca. 
Rappresentata come una sorta di fata madrina che cerca di far avvicinare i due personaggi principali. 
La vicina di casa della protagonista, invece, può essere considerata come uno dei topolini che le sistema i vestiti e l'aiuta a diventare una piccola principessa ben vestita.

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