Demetra, Dea della natura e della maternità. Dea della fertilità, della nascita e della morte. Demetra madre di ogni cosa che insegna a lasciare andare, nonostante tutto.
Si dice che Demetra, sorella maggiore di Zeus, concepì con lui la sua amata figlia Persefone, sì, proprio lei... la regina degli Inferi. Quando Persefone scomparve, Demetra scivolò nella disperazione, nella follia, nel buio della paura. Sua figlia.
Le avevano portato via tutto. Le avevano portato via il suo bene più prezioso. Disperata e alla ricerca della sua luce, Demetra cominciò a scrutare anche lo stesso buio pur di ritrovarla.
Cominciò ad annegare all'interno dei fondali dell'oscurità, trascurando se stessa in quella perenna ricerca della figlia.
Era scomparsa, senza nessuna spiegazione, senza nessuna possibilità di salvezza.
Quando il dolore diventa così insopportabile ci si distacca dalla realtà e a Demetra successe la stessa cosa. Lì, dove lei sorvolava, cresceva erba e grano ma, allo stesso tempo, il suo bagaglio di dolore trasformava tutto in cenere.
Completamente smarrita e persa, Demetra continuò nel suo viaggio brandendo la sua falce immersa nelle sue stesse lacrime. Per tutto il tempo, si fermò soltanto una volta, vicino a un pozzo di una città poco lontana da Atene. Lì, in quelle acque scure, Demetra scrutò il suo abisso.
Sua figlia, la sua ragione di vita, colei che la rendeva completa ora non c'era più e più il tempo passava, più la terra si frantumava a pezzettini.
Stanca e annullata da tutto, Demetra riprese il viaggio sentendo l'amarezza della disperazione invadere il suo cuore. La vita non aveva più nulla da offrirle, la terra non era più simbolo di certezza e gioia. L'abisso in cui cadde Demetra fu attraversato da diverse Divinità che scelsero di aiutarla. Ciò che le aveva riservato il destino, non poteva continuare a rovinare ciò che gli Dei avevano costruito.
Demetra fu trasportata su un carro trainato da serpi nel cielo, così da viaggiare più velocemente nella sua ricerca; tuttavia, si ritrovò completamente a ignorare la sua stessa natura e il patto con le serpi. Scossa da ciò che le era successo, Demetra cominciò a brandire la falce, maledicendo lo stesso cielo per ciò che avevano fatto a sua figlia. Smarrita e persa non aveva più nulla per cui vivere perché doveva continuare a essere una Divinità?
Distaccata completamente dalla realtà, non colse i segnali delle serpi che trainavano il carro e in un istante, perse involontariamente la sua falce, cadendo nelle acque profonde del mare.
Era quella la strada giusta? Era quello il dolore che Demetra doveva attraversare per offrire il suo tributo alla Terra?
Questo non lo sappiamo ma, ciò che l'antica storia racconta, è che la falce finita in mare si trasformò in una lingua di terra dalla stessa forma dell'oggetto. Su quel terreno fertile, sorse una città chiamata in greco Drepanon per la forma che assunse.
L'amore che divenne disperazione tra cielo e mare diede vita a Trapani, la stessa città di cui parla Alessia Piemonte nel suo romanzo: Drepanum, la falce insanguinata pubblicata con Dark Abyss Edizioni.
Così come Demetra, anche Alessia Piemonte trascura l'amore affondando nella disperazione e nel sangue, lì nell'animo oscuro dove la personalità di un uomo fa a pugni con il suo stesso Inferno. Vite su vite vengono spente dalla falce insanguinata che ignora completamente ciò che è giusto o sbagliato.
Così come Demetra che era smarrita e persa, anche Alessia Piemonte intraprende il suo stesso viaggio in quelle pagine alla ricerca della propria libertà perché quando scrivi l'unica cosa da fare per frantumare quelle catene è arrivare proprio lì, alla fine.
DREPANUM
LA FALCE
INSANGUINATA
Alessia Piemonte
Editore: Dark Abyss Edizioni
Trama: Trapani, la città dei due mari, la città delle panelle, delle busiate al pesto… la città della Mano Nera. A Mano Niura, così il commissario Alberto Baldarotta ha chiamato lo spietato killer che da anni imperversa in città, mietendo vittime. L’omicidio della giovane Letizia Gandolfo si intreccia con la scomparsa del cronista Cesare Bonanno, e le indagini portano dritto alla Mano Nera. Sarà solo l’inizio di un incubo che stringerà gli investigatori nella spirale mortale del crudele assassino. Ogni tessera del puzzle chiede, però, un tributo di sangue; le prede cadono in trappola, una dopo l’altra. Il Commissario e la sua squadra scaveranno nella malavita di Trapani, fra i dedali sordidi e nefandi di una città che respira il mare mentre è ferita senza tregua dalla bestiale malvagità dell’uomo. Baldarotta, investigatore tenace e testardo, padre affettuoso e amico sincero, non si arrenderà fino a quando non sarà certo che A Mano Niura non potrà più nuocere.
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