Gigli nel deserto. Recensione

sabato 23 aprile 2016
E se vi dicessi che di questo libro non so esattamente inquadrarne un genere? E se vi dicessi che è un libro che tratta tutti i generi? Buongiorno cari amici de il mondo di sopra e benvenuti in una recensione che ha del pazzesco. Di questo libro vi ho parlato varie volte, sia nelle rubriche del www, sia nelle rubriche della buca delle lettere, ma ora che sono arrivata alla fine di questo libro, posso finalmente parlarvene e tenervi incollati allo schermo per qualche minuto.











Non voglio nessun peso sulle spalle, nessuna missione da compiere. Voglio vivere tranquillo come tutti i miei coetanei, con le gioie e i dolori della mia età e niente di più! 

Leggere questo libro non è facile in quanto l'inizio può sembrare forse un po' troppo lento e introduttivo, ma pagina dopo pagina ci troviamo in una storia interessante che ci dà la possibilità di scoprire un fantasy particolare.

Lo so può sembrare di trovarci per l'ennesima volta in un mondo fatto di vampiri che sbrilluccicano al sole, in realtà non è così, il nostro protagonista ha con se' una tradizione che deve rispettare.

John è un ragazzo di diciassette anni figlio della vita dura, di quella vita che vede l'individuo spostarsi in continuazione. Il trasferirsi da una parte all'altra del mondo senza la possibilità di consolidare amori e amicizia o semplicemente una vita normale, porta John ad uno stato perenne di malinconia che leggiamo nei tratti che l'autore ci lascia. 

Ma quanto si può odiare un genitore se quello che fa nella vita è solo per il nostro bene?

John sente nel suo corpo il peso di una valigia, diventa lui stesso una valigia alla mercè della madre, alla mercè dei suoi continui trasferimenti, ma solo riga dopo riga scopriremo ciò che l'autore ci lascia nel segno, scopriremo che infondo quei continui trasferimenti venivano fatti solo per lo stesso bene di quel figlio.

La routine quotidiana di madre e figlio viene sconvolta quando l'ennesimo trasferimento porta il ragazzo in una terra diversa, dove già l'atmosfera ci lascia senza fiato. 

E' qui che cominciano le avventure del ragazzo, avventure che lo porteranno ad innamorarsi di colei che poi tanto umana non è: La bella Lilith.

Ora prendete esseri umani e vampiri, prendete templari, prendete cenni storici diversi e prendete un ambientazione e uno spazio temporale ricco e vi troverete nei gigli nel deserto.

Se all'inizio la storia poteva sembrare forse un po' troppo introduttiva, ecco che arrivati nell'avventura di John ci troveremo curiosi di scoprire cosa nasconde questo ragazzo tanto diverso dagli altri. 

Interessante è il racconto che l'autore ci porta a scoprire, il futuro ed il passato che si mescolano con una traccia molto netta, un puzzle che si completa pezzo dopo pezzo. L'autore narra la sua storia in terza persona ciò però non sembra rovinare la scrittura, non troveremo un autore onnipresente che conosce già i vari personaggi e ci permette di scoprirli, al contrario! Troviamo un autore che scopre con noi gli stessi personaggi tratti, come se fossero quest'ultimi a raccontarsi.

Il ritmo è altalenante in quanto tra alti e bassi si frappone tra una scrittura evocativa, ma dall'altra parte ne troviamo pezzi incompleti. Avrei preferito un evocazione in più sui vari personaggi, un sentirli dentro così da poterli immaginare reali e non solo su carta. 

L'autore tende alla volte a perdersi in descrizioni troppo prolisse e alle volte, invece, non ne lascia traccia, ciò nonostante ho trovato comunque il tutto molto scorrevole e interessante.

Nota negativa è la copertina che non racchiude appieno ciò che il libro contiene. Avrei preferito qualcosa di più nitido e spiccato, qualcosa di più misterioso ed evocativo.

Una storia da leggere nei momenti di passaggio, nei momenti in cui si ha bisogno di un po' di relax.











2 commenti on "Gigli nel deserto. Recensione "

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