La tela del maligno. Recensione

martedì 24 maggio 2016
Buonsalve amici del mondo! Oggi ho tantissime novità da mostrarvi in pagina, sono curiosa di sapere i vostri giudizi! Tuttavia iniziamo la giornata parlandovi di un libro che mi ha gentilmente concesso l'autore Gianpiero Pisso, sto parlando de La Tela del Maligno. Ammetto che la copertina non mi è piaciuta, avrei voluto qualcosa di diverso, forse un qualcosa in più, non so mi da effetto poket di un libro, come se fosse la versione economica di un altro, tuttavia il contenuto non lascia comunque a desiderare.

Autore: Gianpiero Pisso
Titolo: La tela del maligno
Editore: Eretica edizioni
Pagine:250
Prezzo: 15,00 €















Quando un romanzo odora di ricerche, quando un romanzo è studiato e documentato in ogni sua riga, beh si sente. Leggere questo libro è come sbirciare nella vita dell'autore, vedere con i suoi stessi occhi e sentire la passione accendersi nel ricercare e scoprire documenti per dar vita ad un romanzo pieno, complesso.

Con la tela del maligno non siamo davanti ad un tema fantasy che ci porta a scorrere ore piacevoli, qui siamo davanti al romanzo storico che percorre il tempo e ci porta a scoprire quasi con avidità le caratteristiche del 1600 e quello che fu l'opera il Trionfo dell'ordine dei Benedettini, che tutt'ora possiamo trovare nella basilica di S.Pietro a Perugia.

Già dalle prime pagine l'autore ci lascia nelle mani di Antonio Vassillacchi, autore della tela, che tra cieli azzurri e ambientazione minuziosa, ci porta nel 1600 dove ad opera conclusa il pittore attende sconcertato che la gente si accorga del demonio, del viso di Satana che si nasconde nella sua stessa tela.

Voltatevi, guardate il dipinto alle vostre spalle, osservate come ciascuno dei papi e degli ecclesiastici rappresentati sia invece un tratto del demonio, quello stesso che li possiede e guida le loro azioni 

Ecco quindi che ci troviamo già dopo poche pagine con la folle curiosità di sapere, di scoprire come mai il pittore stesso crea quel demone dalla bocca spalancata che risiede nella porta, come quasi ad indicare un ingresso infernale. 

Gianpiero Pisso gioca con noi, ci trasporta per mano nella vita del pittore, raccontandoci con minuziosi dettagli sia l'ambientazione stessa, che i personaggi che si affacciano nella sua vita.

I suoi occhi diventano i nostri

Tra le righe delle pagine non troveremo l'autore che parla, ma sentiremo il pittore stesso che ci racconta la sua storia.

Leggere questo libro è stato come trovarsi davanti al pittore che, appoggiato ad una colonna, ci racconta i suoi ricordi, si apre con noi come se diventassimo poi i suoi ultimi testimoni. Ci porta quindi a sentire l'amaro in bocca, una sorta di consapevolezza dell'ultimo ricordo, come se ci trovassimo davvero di fronte a lui e alle sue consapevolezze, al suo orgoglio, al suo carattere. 

L'autore del libro si arricchisce con noi, ci porta quindi in questo spazio temporale, raccontandoci del prima del milleseicento, per poi tornarci di nuovo.

L'ambientazione è ricca di dettagli che ci fanno incantar gli occhi perché questo libro non ci invita solo a leggere pagina dopo pagina, ma ci fa vedere le meraviglie descritte.

Tanti sono i personaggi che appaiono nella vita del pittore e scoprire che grandi personaggi della storia, furono comunque umani (anche con caratteracci), fa sempre un certo effetto. 

La scrittura scorre velocemente, è una scrittura armonica e piena, è una scrittura ricca che come fiume corre libera verso un mare di parole. Il linguaggio dell'autore è poesia e con un ritmo sempre incalzante ci voglia a scoprire ogni tratto.

L'autore offre le sue ipotesi, le sue possibili scelte del pittore, senza imporsi mai. Il tratto dell'autore non è onnipresente, non è un tratto aristocratico che ci impone le sue scelte, è una sorta di guida che ci invoglia a scoprire e con un pizzico di maliziosità, gioca con noi in questo spazio temporale.

E' un libro che nonostante la documentazione dietro, sembra scritto di pancia, sembra scritto di getto come se l'autore scrivesse un dettato, più che una sua opera.

Capitolo dopo capitolo troviamo pezzi o stralci come dir si voglia, di grandi autori e tutto questo mi ha colpito perché anche qui l'autore sembra non lasciar nulla al caso.

Sei tu la parte migliore di me stesso, il limpido specchio dei miei occhi, il profondo del cuore, il nutrimento, la fortuna, l'oggetto di ogni mia speranza, il solo cielo della mia terra, il paradiso cui aspiro. 

E' un libro che ci emoziona, che ci fa percorrere strade mai viste. Bello. 

Un libro che cambierei la copertina per donargli quel che il contenuto merita.







1 commento on "La tela del maligno. Recensione "
  1. Commento molto passionale e lusinghiero che mi ha fatto molto piacere. Quando un libro riesce a sollevare tante emozioni e sentimenti significa che gli sforzi profusi nello scrivere e nel trasmettere ai lettori ciò che si vuole condividere sono andati a buon fine. (Gipo è l'Autore)

    RispondiElimina

Se hai letto l'articolo lascia pure un messaggio, un'impronta del tuo passaggio. Dedicami qualche minuto così da raccontarmi le tue opinioni; mi fa piacere confrontarmi e leggere i commenti di nuovi lettori. Gli estranei sono amici che non abbiamo ancora incontrato... Grazie per essere passato e Il Mondo Di Sopra esplorato.