Un autunno a Parigi. Recensione

sabato 24 settembre 2016
Buongiorno lettori e bentornati in questo spazio del Mondo di Sopra. Siete pronti per vivervi il weekend? Pronti a fare festa? Sarà l'aria dell'autunno, ma io ho una gran voglia di...prendere una coperta, mettermi al calduccio e leggere un buon libro, ma no! Assolutamente no, perché questa sera ho il turno di chiusura in libreria, quindi fino alle ventidue non farò altro che parlare di libri, sistemar libri e battere cassa, dite che sto diventando noiosa? Ultimamente le novità delle case editrici sono tantissime, se in estate ci sentivamo abbandonate, con l'arrivo dell'Inverno sembrano essere partite a pieno ritmo, sfornando cataloghi su cataloghi di romanzi a non finire, il paradiso quindi per noi lettori! Ma bando alle ciance, oggi voglio parlarvi di una novità che trovate tra gli scaffali "novità saggi" in libreria, sto parlando di Un autunno a Parigi, di Veronique Olmi, un romanzo che inganna. 

Titolo: Un autunno a Parigi
Autore: Veronique Olmi
Editore: Piemme
Pagine: 199
Prezzo: 16,50€


Non lasciatevi ingannare dalla copertina, dai toni così vecchi, non lasciatevi cullare dalla delicatezza che sembra circondare le pagine, questo romanzo graffia l'anima. E' un libro complicato, uno di quelli che ti fa ritornare alla copertina per capire se si sta leggendo davvero lo stesso libro che il titolo cita, è un romanzo che ti parla d'amore, ma non di quelli strappalacrime, è un romanzo complesso che fa capire che l'amore è un'altra cosa, a volte la strada non è poi così liscia e dritta come sembra.

Chi ci racconta la storia è Suzanne, la nostra protagonista. La scrittura dell'autrice ci permette già dalle prime righe, di trovarci di fronte alla protagonista che come un'amica davanti ad una tazza di the fumante, si abbandona ai ricordi parlandoci di quell'amore e del suo inizio.

Suzanne è l'accordatrice di pianoforti, è quella accordatrice che corre verso la sua musica, lei il suo lavoro lo rincorre. E' una donna che non cammina normalmente, lei sembra danzare ogni volta sulle note che ascolta e già dalle prime pagine si abbandona a raccontare il loro primo incontro, l'incontro con Serge, quell'uomo che gli ha preso l'anima mescolandola alla sua.

C'è una canzone che ogni tanto passa alla radio e soffermandoci ad ascoltarla ci racconta di come l'amore diventi un po' egoista, perché l'uno spesso ha bisogno dell'altro un po' di più e la storia di Suzanne e Serge si allinea perfettamente a questa canzone. 

Suzanne è una donna soddisfatta della sua vita, ama suo marito, ama il suo lavoro e ama programmare. Ama l'ordine, ama quando ogni cosa è perfettamente in ordine e che le permette di sentire piene le sue giornate, come se il riempire quei momenti creassero la sua esistenza. Suzanne ama la sua piccola routine, ama ritrovarsi a casa nella sua solita quotidianità, ma e' la musica che le permette di incontrare Serge, perché lei alla fine era li solo per accordare un pianoforte, e che la travolge.

E' strano come basti un niente perché una vita vada, anche lei, fuori accordatura, perché la nostra esistenza, talmente unica, così preziosa, perda armonia e valore. 

Il problema dell'amore è che quando il destino o Universo dir si voglia, ha la bella idea di giocare, poco gli importa che fili intrecci. e all'Universo di Suzanne e Serge poco gli è importato se entrambi avevano una vita, se entrambi erano sposati, perché ha deciso comunque di intrecciare le loro storie. 

L'amore che nasce tra i due non è quello da colpo di fulmine, lei non si è innamorata di lui appena aperto la porta, anzi... l'autrice ci racconta come quella porta si sia aperta quasi su una minaccia, quasi su una presenza forse anche un po' troppa. L'amore tra i due sembra che si scavi piano piano come goccia d'acqua, con costanza e regolarità quella goccia scava aprendosi di fronte ad una voragine. Entrambi sanno che quell'amore è sbagliato, entrambi sanno che quell'amore farà male e che sicuramente non avrà un futuro, ma in realtà quello stesso amore urla di passione e dolore.

L'autrice pagina dopo pagina ci fa entrare nelle vite dei nostri protagonisti, come se il conoscerli potesse dar loro una possibilità in più, come se i nostri protagonisti non diventassero in realtà quel Paolo e Francesca di Dante che si sono tanto amati.

La scrittura è scorrevole, è potente e devastante al tempo stesso. Ci troveremo a divorare con ansia pagina dopo pagina per capire cosa succede dopo, come se quel dopo potesse donarci quella libertà. Assaporeremo ogni attimo e arrivati al dolore, vorremmo invece vivere altro, perché come dicevo all'inizio per i nostri protagonisti non sarà poi così facile poter dar vita al loro amore, come se passare un colpo di spugna fosse facile davvero.

E solo allora, solo in quel momento quando Serge le strapperà il cuore dal petto con i suoi segreti, solo allora ci renderemo conto che forse Suzanne in realtà è dentro di noi, forse quella protagonista siamo noi, forse la sua anima è la nostra che si è cullata di fronte ad un'esistenza in cui sopravvivere e non vivere.

Un romanzo che si rompe come ghiaccio, che fa il cuore in piccoli pezzettini, un romanzo complesso e tagliente, un romanzo delicato e pesante, un romanzo duro come macigno e libero come petalo di rosa. Bello, mozza il fiato. Attenzione perché si legge in poche ore. 













4 commenti on "Un autunno a Parigi. Recensione "
  1. Ciao! Ammetto che la cover di questo libro non mi entusiasma però la tua recensione si ^_^
    Mi sembra davvero una bella lettura quindi mi segno il titolo e lo aggiungo alla mia ormai infinita WL :-)

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  2. Guardando la copertina mi è venuta in mente Audrey Hepburn, ha un qualcosa di sofisticato! E comunque è vero, a volte l'universo si diverte a intrecciare dei fili...che non dovrebbero essere intrecciati in alcuni casi. Ma vale sempre la pena di vivere l'amore..

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  3. Ciao =), ammetto che non conoscevo questo libro, ma grazie a te, ho trovato un nuovo libro che si aggiunge alla mia WL,già infinita, ma non vedo l' ora di leggerlo!
    Buona lettura e a presto
    Ella

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