Brama, Ilaria Palomba - Recensione -

martedì 17 marzo 2020

Brama

Ilaria Palomba

Prezzo: 16,00
Pagine: 239

Editore: Giulio Perrone Editore

Trama: Possedere l'altro, primeggiare, schivare le attenzioni di una madre morbosa, meritare il riconoscimento di un padre inarrivabile sono i desideri che animano Bianca, fragile trentenne, ricoverata più volte in psichiatria per i suoi vani tentativi di suicidio. L'incontro con il filosofo Carlo Brama, ambivalente oggetto di desiderio, rende maggiormente precario il suo stare al mondo e apre un viaggio a ritroso nell'infanzia e nell'adolescenza pugliese, frugando tra i segreti di una famiglia borghese piena di scheletri nell'armadio. L'amore non è una fiaba a lieto fine ma una radiografia della psiche, un legame tanto carnale quanto spirituale che, come in un rito, nel suo compiersi conduce al trascendimento della ragione. Tra Carlo e Bianca c'è un gioco crudele che diventa una condanna, una tessitura di destini, sacra e terribile, cui cercano entrambi di sfuggire.

Credo che Brama sia in maniera metaforica e ideale quella che può essere definita una coltellata al petto, una cicatrice sull'anima che non ti aspetti e che continuerà a sanguinare. 

Brama di Ilaria Palomba non è un libro per ogni genere di lettore talmente è crudo e a volte pesante, ma a fine lettura ci si rende conto che come lettori si è un po' cambiati, che forse Brama adesso fa parte dello stesso nostro io.

E' il primo libro che mi trovo a leggere di questa autrice e lo stile narrativo mi ha completamente disarmato, sono rimasta nuda davanti ad un libro che già dalle prime pagine si scavava con violenza un posto dentro di me, lacerando la carne e la mia stessa mente.

Ho odiato profondamente la protagonista, ho avuto più volte la necessità di chiudere il libro e aspettare per leggerlo ancora, l'ho finito in una notte maledicendo quella protagonista così assurda nei modi di fare, così mentalmente instabile, vittima di se stessa e a volte del destino che le ha fottuto la vita. 

La protagonista è una ragazza con problemi psichiatrici: entra ed esce da vari istituti di cura, ma la sua cura è il male stesso che si fa; tenta svariate volte il suicidio, fa uso di droghe, ha tutti tipi di eccessi alle spalle e ha una filosofia di vita assurda ed estrema.

Ilaria Palomba con una scrittura evocativa e serrata non ha bisogno di descrivere le varie caratterizzazioni dei personaggi: lei ti butta addosso completamente il personaggio, pelle contro pelle; sta a te poi lettore capire se quel personaggio riesci a reggerlo o meno.

La scrittura in prima persona porta il lettore completamente all'interno del disagio psichico provato dalla protagonista, in un tunnel che sembra arrivare sempre più affondo per poi finire all'inferno

Questo romanzo non ha assolutamente nulla che non va: è perfetto sotto tutti i punti di vista, la cover cattura, la prosa è forte, decisa, melanconica al tempo stesso; è una pioggia serrata che batte sempre sullo stesso punto
Se l'autrice sia stata consapevole o meno di voler creare un disagio al lettore nell'entrare in una mente "difettosa", questo non ci è dato saperlo, ma la storia lascia completamente inquieti arrivati alla parola fine e questo penso che sia stato il punto forte dell'autrice, il non voler essere dimenticata, il voler diventare una cicatrice stessa.

Brama dona al lettore l'esigenza di fuggire da una storia troppo cruda e troppo forte, ma al tempo stesso dona la voglia di camminare su braci ardenti pur di finirne la lettura.

La protagonista di Brama è sola se pur i personaggi che Ilaria Palomba racconta sono tanti e non sarà facile il senso di alienazione che si sentirà pagina dopo pagina. Brama non ha bisogno di essere consolata e nemmeno di essere capita. 

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