La città di ottone, S. A. Chakraborty - Recensione -

martedì 16 giugno 2020


LA CITTA' DI OTTONE 

S. A. Chakraborty

Editore: Oscar Mondadori

Trama: EGITTO, XVIII SECOLO. Nahri non ha mai creduto davvero nella magia, anche se millanta poteri straordinari, legge il destino scritto nelle mani, sostiene di essere un’abile guaritrice e di saper condurre l’antico rito della zar. Ma è solo una piccola truffatrice di talento: i suoi sono tutti giochetti per spillare soldi ai nobili ottomani, un modo come un altro per sbarcare il lunario in attesa di tempi migliori. Quando però la sua strada si incrocia accidentalmente con quella di Dara, un misterioso jinn guerriero, la ragazza deve rivedere le sue convinzioni. Costretta a fuggire dal Cairo, insieme a Dara attraversa sabbie calde e spazzate dal vento che pullulano di creature di fuoco, fiumi in cui dormono i mitici marid, rovine di città un tempo maestose e montagne popolate di uccelli rapaci che non sono ciò che sembrano. Oltre tutto ciò si trova Daevabad, la leggendaria città di ottone. Nahri non lo sa ancora, ma il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Daevabad, una città in cui, all’interno di mura metalliche intrise di incantesimi, il sangue può essere pericoloso come la più potente magia. Dietro le Porte delle sei tribù di jinn, vecchi risentimenti ribollono in profondità e attendono solo di poter emergere. L’arrivo di Nahri in questo mondo rischia di scatenare una guerra che era stata tenuta a freno per molti secoli.

La città di Ottone porta il lettore a sentire la continua voglia di leggere e terminare il libro anche se fuori le luci sono ormai spente. Nonostante qualche parte può sembrare troppo prolissa e causare nel lettore la voglia di saltare qualche pagina, in realtà arrivati alla parola fine si rimane colpiti dalla bella storia che si è letti e dalla voglia di ritornare a Daevabad, nella città di ottone.

La città di ottone si circonda di magia, sangue, voglia di sapere e conoscere le antiche leggende e, nonostante ciò, diventa una lettura fresca e innovativa.
Il lettore si troverà tra le mani un romanzo capace di mettere d'accordo più generi: da una parte il fantasy e dall'altra il thriller, che cattura l'attenzione con le sue azioni e il suo portare sin da subito all'interno del romanzo e di divenirne indagatore.

La magia sembra essere il pretesto, l'elemento scatenante che porterà ogni personaggio a riflettere e a trovarsi davanti diverse scelte che, se prese sbagliate, porteranno alla guerra e al sangue. 

S. A. Chakraborty gioca con il lettore stimolandolo ad ogni pagina e trascinandolo verso la fine, deluso poi di averlo già concluso. I suoi personaggi complessi e ricchi di sfumature possono essere definiti tutti principali: tutti tasselli importanti di un'immagine più ampia e complessa. Ogni personaggio è originale e lascia il segno all'interno della storia stessa.

Lo stile scorrevole, a tratti adrenalinico, si sposa comunque con quei dettagli a  volte troppo minuziosi e descrittivi. I dialoghi e le leggende sono i punti di forza e i punti chiave del romanzo che portano il lettore ad emozionarsi ad ogni riga. 

La città di ottone può essere definito uno di quei romanzi avvolgenti che crea domande profonde nell'animo del lettore, invaso ormai da magie e storie antiche. Il sangue non è mai stato così carico di potere come in queste pagine.
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