L’Enigma della Camera 622, Joël Dicker - Recensione -

sabato 27 giugno 2020
QUESTO ARTICOLO FA PARTE DI REVIEW PARTY SU L'ENIGMA DELLA CAMERA 622


L'ENIGMA DELLA 

CAMERA 622


Joël Dicker

Editore: La nave di Teseo

Trama: Un fine settimana di dicembre, il Palace de Verbier, lussuoso hotel sulle Alpi svizzere, ospita l'annuale festa di una importante banca d'affari di Ginevra, che si appresta a nominare il nuovo presidente. La notte della elezione, tuttavia, un omicidio nella stanza 622 scuote il Palace de Verbier, la banca e l'intero mondo finanziario svizzero. L'inchiesta della polizia non riesce a individuare il colpevole, molti avrebbero avuto interesse a commettere l'omicidio ma ognuno sembra avere un alibi; e al Palace de Verbier ci si affretta a cancellare la memoria del delitto per riprendere il prima possibile la comoda normalità. Quindici anni dopo, un ignaro scrittore sceglie lo stesso hotel per trascorrere qualche giorno di pace, ma non può fare a meno di farsi catturare dal fascino di quel caso irrisolto, e da una donna avvenente e curiosa, anche lei sola nello stesso hotel, che lo spinge a indagare su cosa sia veramente successo, e perché, nella stanza 622 del Palace de Verbier.

Nella storia sono stati diversi gli artisti che hanno ritratto o scritto di se stessi e non solo in autobiografie e con Joel Dicker, eccoci davanti alla maestria dello scrittore che nell'enigma della camera 622 costruisce ed inserisce se stesso.

Il romanzo diventa montagne russe della stessa vita. L'autore accompagna il lettore su e giù, tra certezze ed incertezze; ogni suo aspetto è caratterizzato da passione, mistero e forza. Nulla è lasciato al caso anche se, pagina dopo pagina, sembrerà che tutto possa sbriciolarsi poco a poco.

L'enigma della camera 622 ha un forte senso di completezza e unicità. Ogni cosa sembra essere aggredita dalla grinta dell'autore che porta i personaggi a renderli vivi e combattenti.

La linea che divide il romanzo tra realtà e fantasia è molto sottile e a volte il lettore avrà difficoltà a capire quale sia la realtà e la finzione stessa. 

Il romanzo sembra oscillare tra l'esigenza del mistero, del nascondersi, all'esigenza dei personaggi di mostrarsi, di portare alla luce difetti ed esperienze. 

Il tormento dell'amore, il senso di fallimento e incompletezza, l'omicidio, la difficoltà, il sacrificio, il bisogno di vivere e non di sopravvivere, il passato a volte troppo crudo e mostruoso e la speranza nel cambiamento del futuro sono la conferma di come Joel Dicker riesca ad inserire ancora una volta una storia travolgente e degna del nome che porta.

I personaggi sono tormentati, a volte difficili da comprendere nelle loro scelte, rassegnati all'idea di un amore complesso e alcuni rassegnati davanti all'invidia stessa, eppure l'autore riesce a farli emergere tutti, nessuno escluso.

L'enigma della camera 622 è un romanzo forte, che parla di uno scrittore, il suo e di un omicidio da capire, una vittima da cercare. la voce di Joel Dicker sembra fuori uscire dalle pagine utilizzando questa volta la sensibilità per creare uno stile scorrevole e veritiero.

La psicologia tormentata del romanzo, porterà Joel Dicker a lasciare il lettore senza fiato e ad influenzare psicologicamente l'animo del lettore che si ritroverà lui stesso ad indagare sulla vicenda. 

La voce di Joel Dicker è originale, un gioco mentale che porta indietro nel tempo.

Chi ha ucciso quell'uomo negli anni precedenti?

Pagina dopo pagina si sentirà il bisogno di scorgere al di sotto della superficie, al di sotto della storia stessa per capire cosa l'autore nasconde dietro. La voglia di raggiungere l'obiettivo porterà il lettore ad una rabbia costruttiva, fino a divorare le pagine in un batter d'occhio fino alla parola fine. 

Coinvolgente, inopportuno, evocativo, particolare. Un romanzo che non è un romanzo, ma un'esperienza. 



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