Gocce di veleno, Valeria Benatti - Recensione -

mercoledì 13 giugno 2018
In realtà non so ancora come andrà a finire questa recensione, se il contenuto vi parlerà in maniera positiva del romanzo oppure sarò ancora qui a confondere le idee e questa volta non solo a me. Sono tuttora titubante - nonostante di giorni ne siano passati diversi - perché il romanzo mi ha lasciato spiazzata, un po' con l'amaro in bocca come se in realtà mi avesse rovinato le aspettative che erano lì nella mia mente.. bando alle ciance, andiamo al sodo e vediamo di uscir da questa matassa.


gocce di veleno

Valeria Benatti

Editore: Giunti
Prezzo: 14,90€
Pagine: 192

Trama: Questa è la storia di Claudia, della sua ossessione per Barbablu, del suo tentativo di guarire da un amore malato e pericoloso. La gelosia di lui è eccessiva, le sue minacce reali: "Se mi tradisci, ti ammazzo". Ma Claudia glielo ha sentito dire così tante volte che non ci fa più caso. Non ha paura, pensa che lui si prenda gioco di lei, non crede che possa ucciderla davvero, anche se a Barbablu ogni tanto piace farle scorrere la lama di un coltello sulla pancia, percorrendola tutta, dal pube ai seni. Fino a quando un giorno, all'improvviso, vede negli occhi di lui lampi di odio puro e finalmente si spaventa. A quel punto la storia cambia, diventa un'altra storia, antica, ...


Ho letto questo romanzo grazie ad Amazon Prime Reading, smaltendolo finalmente dalla lista dei libri da leggere (lista tutt'ora infinita). Avevo adocchiato questo romanzo alla sua uscita, nonostante non fosse nel mio reparto in libreria, continuavo a girarci intorno in pausa pranzo.. quella copertina mi lasciava senza fiato, dovevo leggerlo ma il tempo non c'era mai e ora, sembra assurdo non riuscire a capire come parlarvene, non riuscire a comprendere se il libro mi è effettivamente piaciuto o meno.

Nonostante Gocce di Veleno sia un romanzo pubblicato nel 2017 e divenuto finalista del premio Bancarella, ne rimane comunque un romanzo che parla di oggi, del nostro tempo, purtroppo parla ancora di adesso.
La nostra protagonista Claudia è una ragazza qualunque, una che potrebbe essere una nostra vicina di casa o addirittura noi, che affoga nel suo essere interiore in disordine: lei non sa comprendere l'amore, ne ha quasi paura fino a cedere e a lasciarsi andare completamente pur di non perderlo e quell'amore, lei lo dona in maniera ossessiva e sbagliata ad un uomo che per lei diventa Barbablu.

Barbablu è pericoloso, è menefreghista, è narcisista, è l'uomo che pretende e non ama, è l'uomo che ottiene tutto quello che vuole e Claudia ne diviene il suo giocattolino, perché a lei va bene così per una briciola di amore.

Claudia, a poco a poco si spegne; lei non se ne accorge, ma diventa l'ombra di quella ragazza che era, diventa l'ombra che aspetta e si affievolisce e non importa se le amiche e gli amici glielo fanno notare, lei ha occhi e anima per Barbablu.

Quando ci si accorge di toccare il fondo? Quando ci si accorge che è ora di risalire e smettere di farsi del male? Claudia se ne accorge tardi, sta affogando mentre risale con l'aiuto di altre donne volontarie del centro anti violenza.

La storia di Claudia fa riflettere su quanto l'amore sbagliato possa rendere ciechi e giustificare qualcosa che in realtà è definita violenza. L'autrice con le parole di Claudia descrive quello che succede in tantissime case e a tantissime ragazze e lascia spazio anche al passato della nostra protagonista, quasi per sottolineare come una conseguenza, un comportamento, ha sempre una causa come un trauma. 

Nonostante la storia sia comunque importante e piena di riflessioni su un argomento  molto delicato, la storia o meglio la stessa Claudia, a volte scivola su un distacco, come se il romanzo fosse scritto a quattro mani e ti trovi da una parte ad amare la protagonista e dall'altra a non sentire quasi nulla, cosa che in un romanzo è di fondamentale importanza l'empatia. La scrittura non scivola quindi in maniera fluida e lineare, ma in una sorta di vortice tra le montagne russe, il ritmo cala e si alza annoiando a volte in parti che dovrebbero essere significative. 

A livello psicologico e  ammetto anche di curiosità, avrei preferito sapere qualcosa in più di Barbablu non solo i suoi atti perversi e di violenza, ma arrivare a conoscerlo a livello interiore, cercando nella sua intimità la nascita del suo essere predatore. Della stessa Claudia mi è piaciuto meno il trovarsi ancora una volta, finita l'ardua salita e la comprensione e l'accettazione, il trovarsi ancora una volta con affianco un uomo nuovo, come se non fosse completa senza l'uomo accanto.

In linea generale Gocce di Veleno non è affatto male, ti lascia l'amaro in bocca e il bisogno di riflettere sulla storia, ma forse non è quel libro che ci si aspetta, quel libro che ti buca l'anima talmente ti fa soffrire eppure non ne riesci a fare a meno. 


2 commenti on "Gocce di veleno, Valeria Benatti - Recensione -"
  1. A volte capitano quei libri che ci lasciano "in sospeso", che non riusciamo a capire se ci siano effettivamente piaciuti o no. Ed è davvero difficile scriverne la recensione, ma tu hai veramente fatto un bel lavoro :)
    Il libro, invece, non mi ispira, quindi credo che, per quanto tratti di un tema purtroppo attuale, lascerò perdere.

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    1. Ti ringrazio e ahime' mi hai capito in pieno. Gocce di veleno e'un libro che lascia in sospeso.. che non si sa se piace o meno

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