Fuga di morte, Sheng Keyi - Recensione -

martedì 26 novembre 2019

La luna era un punto luminoso nel cielo che dipingeva l’ombra di strade e case, come in una poesia oscura, ma allo stesso tempo razionale e calma.

Titolo: Fuga di morte
Autore: Sheng Keyi
Editore: Fazi Editore
Pagine: 430
Prezzo: 18,50€
Trama: 
Sulla piazza principale di Beiping, capitale dello Stato di Dayang, un giorno compare un enorme escremento a forma di pagoda: un atto dissacrante, che fa esplodere le gravi tensioni sociali latenti da tempo, innescando un movimento di protesta guidato da poeti e intellettuali. Yuan Mengliu, giovane e rispettato poeta, vive però una crisi profonda. Da un lato si dimostra incapace di sopportare la violenza della rivolta e della sua repressione da parte del governo, dall’altro non riesce ad abbracciare gli ideali rivoluzionari della sua compagna Qi Zi, la quale si afferma invece come leader della protesta. Quando la ragazza scomparirà in circostanze misteriose, Yuan Mengliu, ormai abbandonata la poesia e diventato un chirurgo, si metterà alla sua ricerca. Dopo anni di viaggi, si ritroverà in un luogo sperduto chiamato Valle dei Cigni: un mondo utopico apparentemente perfetto che si rivelerà invece sottoposto a imposizioni ferree dall’alto, dove ogni aspetto della vita è regolamentato ai fini del benessere dello Stato, con tragiche conseguenze. Rifiutato in Cina per il suo contenuto controverso e pubblicato per la prima volta in inglese, Fuga di morte rappresenta il coraggioso tentativo da parte della sua autrice di confrontarsi con l’eredità della protesta di Tienanmen e della sua aspra repressione. Sheng Keyi costruisce due immagini contrapposte di deriva totalitaria e, misurandosi con il tabù che aleggia sugli eventi del 1989, si afferma come una delle voci più interessanti della narrativa cinese contemporanea.

Recensione: 

Se state cercando un romanzo che vi riempia la giornata nei momenti di noia o sconforto beh...questo romanzo non fa per voi. Se state cercando un romanzo che vi accompagni in una storia che vi lasci una sensazione di benessere, beh... non va bene nemmeno per questo. 

Fuga di morte di Sheng Keyi è uno di quei romanzi che si digerisce a fatica e nonostante questo si ha la voglia di ricominciare a leggerlo. 
Non è un romanzo che si legge e basta, la scrittura di Sheng Keyi con la traduzione di Eugenia Tizzano, si ascolta in ogni parola, si respira, si cerca di comprendere; si assapora piano piano come se ci si trovasse di fronte ad un piatto importante dove lo chef ti annuncia di mangiarlo prima con gli occhi per poi gustarlo a fondo. 
Ci sono persone che vivono benissimo anche senza poesia, senza sentirsi soffocare». «Be’... perché le bugie di chi va contro il proprio cuore non possono diventare buone poesie. A volte le persone hanno bisogno di tempo per riflettere..
L'autrice ci accompagna già dalle prime pagine facendoci conoscere il nostro protagonista, un  medico-poeta particolare, a tratti antipatico ed egoista, ma complesso nell'insieme che nasconde la poesia come una macchia sotto ad una giacca. 
Pagina dopo pagina ci ritroviamo di fronte all'incidente della Pagoda che porterà il popolo a ribellarsi contro un governo ormai sporco e puzzolente come l'enorme montagna di feci lasciata in strada; la ribellione, ormai giunta al culmine, esplode quando il popolo insoddisfatto esige verità dal governo sul protagonista dell'incidente che prontamente viene tenuto nascosto. Chi era l'autore di quel gesto? Di chi erano quelle feci?

E' in questo tumulto di azioni e dissensi che il nostro protagonista si innamora, ma Sheng Keyi con una scrittura ipnotica ci porta di fronte ad un protagonista insoddisfatto che da una parte vive il presente, dall'altro nostalgico del passato cerca di nascosto quella donna dell'incidente, quella donna che in maniera sorprendente l'aveva fatto innamorare. 
Questo continuo viaggiare del protagonista sembra raggiungere la sua meta in una città futuristica, a tratti utopica, dove regole strane e severe ne fanno da base. Tra robot e personaggi ancora più strani, il nostro medico-poeta si ritroverà a lottare sia con se stesso in una sorta di complesso interiore, sia con il mondo fuori per il ritorno a casa in via di regole troppo strette per il suo modo di essere.

Il romanzo di Sheng Keyi va oltre ad una storia di fantasia raccontando la rivoluzione in maniera provocatoria. La scrittura se pur fluida sembra racchiudere in realtà tantissime menti, se a tratti il romanzo ci sembra divertente e ironico sotto diversi punti, dall'altra molte saranno le pagine poetiche e riflessive che ci porteranno addirittura a riflettere sul senso stesso della vita. 
L'autrice descrive in maniera minuziosa ogni dettaglio, ogni caratteristica anche della stessa piazza e se questo può sembrare inizialmente noioso, in realtà pagina dopo pagina ne diviene un pregio, quasi come se stessimo di fronte ad un fotogramma. 

Nonostante la mole, Fuga di morte si legge in un paio di giorni in quanto l'evocazione della scrittura e la curiosità ne fanno da padrone. Tra provocazione, particolarità, messaggi sulla lotta, sulla paura dell'essere cancellati, Sheng Keyi presenta un romanzo crudo, pesante, a tratti antipatico ma nonostante ciò che vale la pena di esser letto, anzi...vissuto. 



1 commento on "Fuga di morte, Sheng Keyi - Recensione - "
  1. Mi hai convinta. Ero già incuriosita dal leggerlo, ma ora ancora di più. E francamente non vedo l'ora di leggerlo anche io ☺️☺️☺️

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