La signora del gioco: la caccia alle streghe interpretata dalle sue vittime

mercoledì 29 gennaio 2020
Rimango quasi in tema con l'appuntamento con la strega per parlarvi di un libro a cui tengo particolarmente: La signora del gioco: la caccia alle streghe interpretata dalle sue vittime.


la signora del gioco

Luisa Muraro

Prezzo: 17,50€ (ma in realtà è scontato ovunque al 50%)
Pagine: 337
Editore: La tartaruga (Milano) 

Trama: Tra il XIV e il XVII secolo molte donne furono processate per stregoneria dall'Inquisizione, le loro deposizioni riportavano un'immagine ricorrente: quella della "Signora del Gioco". L'intento del saggio è di commentare e interpretare le fonti processuali del periodo in cui vigevano provvedimenti repressivi estremi contro la stregoneria, ma c'è anche la volontà di indagare e di restituire la sua componente misteriosa e inconscia. Ciò che si riconosce oggi come proiezione inconscia di un'epoca in cui molto ha fatto la tradizione popolare, era allora per i giudici fatto reale su cui le donne erano chiamate a deporre.




La signora del gioco è un'opera pubblicata da Feltrinelli editore nel 1976 dove l'autrice descrive il suo stesso saggio come un'opera che tenta di dar voce a quelle donne messe a tacere, tenta di far raccontare la storia alle stesse vittime in un tentativo di quasi rinascita dove lei stessa sente la necessità di un confronto come donna di ieri e oggi, come strega di ieri e oggi

Luisa Muraro, con la signora del gioco, apre le porte ad un'epoca dove la donna era un qualcosa, un oggetto direttamente collegato con la figura della sottomissione e, qualsiasi atto di ribellione o non coinciso con gli atti di una routine quotidiana, veniva identificato come stregoneria.

L'autrice ne parla quasi rimanendo in silenzio, cercando di far parlare quelle stesse donne con i loro atti processuali spiegando come se fossero le stesse donne a cercare un omaggio a lungo dimenticato.

All'epoca una donna veniva considerata strega anche solo per uno sguardo, tuttavia doveva essere lei stessa a giudicarsi tale per essere condannata. Ci troviamo nel 1300 dove la signora del gioco è una figura che accomuna tutte le donne durante la confessione nella tortura: una divinità femminile, una divinità oscura sostituita poi dalla figura del diavolo.

Nella prefazione Luisa Muraro sottolinea come la sua figura non sia quella di una storica, ma come essa ne risponda alla voce del cuore, al bisogno di parlare delle donne vittime di stregoneria.

Il saggio,diviso per argomenti, ha uno stile narrativo molto semplice: predisposto per la portata di qualsiasi genere di lettore, ciò nonostante riesce comunque ad avere una profondità che lascia senza fiato.

Pagina dopo pagina, tra atti processuali e note di spiegazione, ci si trova quasi in imbarazzo con la sensazione di colpevolezza che ci si sente addosso; le vittime che Luisa Muraro racconta, sono donne dove si legge testimonianza di forza e determinazione se pur la tortura dell'epoca era qualcosa di inaccettabile.
Il loro dolore, il sacrificio, l'annullamento della dignità sembrano urlare con forza al nostro animo.

Ogni atto viene descritto e tradotto in frasi semplici e dirette che portano una sensazione di angoscia, una dipendenza nel voler leggere l'atto successivo nella speranza di trovare un lieto fine che in realtà non c'è.

Luisa Muraro racconta, con uno stile narrativo molto limpido, la storia delle vittime, il gruppo sociale, ciò che era brevemente la loro vita prima del processo e lo fa con una spiegazione quasi romanzata piacevole da leggere e profonda nel messaggio.

La signora del gioco ci affonda nell'universo tormentato di un'epoca buia e tremenda con parole uniche, con un carico emozionale estremo dove riesce a trasmettere emozioni forti con la semplicità di poche e chiare parole.
Dice d'essere diventata strega 50 anni or sono, la stessa data cui risale l'episodio del misterioso fuoco notturno, le donne che la invitano ad aggregarsi non le parlano del diavolo ma della Signora, nominata in quella occasione dalla suocera; e infine il diavolo, quando compare, ha forma di un cane nero
Arrivati alla fine si ha un senso di aridità addosso con la consapevolezza di avere una fortuna immensa perché all'epoca ognuna di noi sarebbe stata additata e condannata come strega.

Un saggio così profondo è difficile da trovare, Luisa Muraro ci accompagna davanti ad un gioiello prezioso che tutti dovrebbero leggere per omaggiare quelle che furono le antenate di ognuna di noi. 
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