Le Novelle Horror della Nonna, Francesca Tibo - Recensione -

giovedì 7 ottobre 2021


Le novelle horror della 

Nonna 


Francesca Tibo 


Trama: Nella superba foresta di Vallombrosa, una campagna selvaggia e misteriosa, che si estende in Toscana per centinaia e centinaia di chilometri quadrati ancora oggi quasi disabitati, c’è il monte Farneta. Lì, in una grande casa colonica, ogni domenica, nonna Regina ripopola i boschi e le strade casentinesi raccontando a figli, nuore e nipoti le vicende mozzafiato di personaggi fantastici. Principi e re, spade e armature, lupi mannari, fantasmi, vampiri, angeli e santi, streghe, zombie, diavolacci e buffi gatti stregati si muovono nella valle a colpi di maledizioni, sortilegi e tremende battaglie. Ogni tanto, lì arriva anche Belzebù. Per narrare di un mondo - esoterico, favolistico e religioso - di cui oramai si è perso il ricordo. Le Novelle Horror della Nonna assecondano l’immaginario dei grandi e dei piccini capaci di ammettere serenamente l’esistenza di un mondo misterioso, talvolta oscuro. Basta solo chiudere gli occhi e lasciarsi guidare.



Spesso abbiamo bisogno di brancolare nel buio per ritrovare quella luce così tenue ma capace di risollevare facilmente il nostro animo. Ultimamente, stiamo assistendo silenziosamente al bisogno necessario di un lettore, di iniziare a leggere qualcosa di nuovo. Non basta più quel lieto fine, non bastano più quelle storie dove i personaggi rispecchiano esattamente l'essere umano... si ha l'esigenza di qualcosa di diverso e questo la casa editrice Sàga Edizioni l'ha capito.

Francesca Tibo con Le novelle horror della Nonna sembra trovare il suo spazio in un equilibrio perfetto tra oscurità, personaggi pericolosi e boschi oscuri. Sin dalla prima pagina trasporta il lettore all’interno di un viaggio psichedelico dove il messaggio lanciato è quello dell’accettazione della paura e di tutto ciò che - almeno all'apparenza - risulta mostruoso. 

L’autrice e la casa editrice stessa hanno trovato il momento preciso, al di là dell’avvento di Samhain, per capire quanto in questo momento delicato, il lettore ha necessità di esorcizzare il buio dalla loro vita. A guidare il lettore, pagina dopo pagina, ci sono figure all’apparenza umana e grottesche allo stesso tempo, una sorta di mostri pagliacci sadici e fuori di testa. Ma come ogni libro ci insegna da tempo, bisogna non di certo fermarsi al primo sguardo.

Ogni racconto lancia un messaggio diverso, un simbolo nascosto che in realtà osserviamo spesso nel nostro quotidiano e sta al lettore ritrovare il proprio. 

Con una scrittura accecante, sarcastica e tagliente allo stesso tempo, Francesca Tibo esplora il nero più nero in assoluto, senza etichettare le mostruosità di ogni personaggio, senza lasciare al lettore il tempo di immobilizzarsi davanti a una scena. Riga dopo riga, il suo lento e poetico raccontare diventa un qualcosa di ipnotico che buca le pagine.

Francesca Tibo non ha paura di osare, non ha paura di mostrare al lettore il buio. Arrivati alla parola fine, sarà ovviamente faticoso lasciare andare ogni racconto. Sarà difficile cercare in altre priorità la felicità e la soddisfazione che si ha avuto leggendo queste pagine. Sorprende la capacità di una neo-casa editrice di voler spogliare il lettore da quella finta comodità della lettura considerata facile e di lasciare un testo così selvaggio e oscuro diventare il nuovo punto di riferimento e non solo in un periodo dedicato alla spiritualità degli Antichi Spiriti, ma in un folklore tutto italiano che ci porta a scoprire diavoli, morti resuscitati e altre stramberie assurde ma tremendamente ammalianti.

Se Samhain permette di alzare il velo tra due mondi, Le novelle horror della Nonna, permettono di giocare con le profondità dell’essere umano e di scoprire quanto il lettore è davvero coraggioso.

L’estremo quando è davvero considerato tale? 

Non c’è il tempo per respirare, in questa raccolta di racconti anche il silenzio ha qualcosa da dire. 

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