Il cuore quantistico, Cristina Vitagliano - Recensione -

martedì 29 maggio 2018
Sin da piccola sono sempre stata una fan, una lettrice accanita di Edgar Allan Poe e Baudelaire; ho sempre amato le storie scure, tifando spesso per quel buio di cui la gente ha tanta paura. Cristina Vitagliano è una di quelle autrici nere, una di quelle autrici che il lieto fine lo scrive tra le righe dopo averti fatto girare nel buio ancora un po', Cristina è il cappellaio matto di un Alice che si è persa nel bosco, Cristina è follia e ci lascia appesi ad un filo sottilissimo con una storia completamente nuova.


il cuore quantistico

Cristina Vitagliano

Editore: Undici Edizioni 
Prezzo: 10,00€
Pagine: 152

Trama: William Levante, poeta alle prese con un cervello fiaccato dalla ricerca della perfezione, e sua moglie Eden, pasticcera dotata di un cuore molto speciale, "unico nel genere dei cuori", vivono a Hedgehog, il piccolo borgo che fa da sfondo a questa fiaba nera e surreale. Tra orologi, meccanica quantistica, poesia e atmosfere dolcemente macabre, questo romanzo breve trasporta verso un mondo senza tempo dipingendo una storia d'amore troppo insolita per essere reale...

Il cuore quantistico non supera nemmeno le duecento pagine, volendo si potrebbe leggere in quasi due ore eppure già dalla prima pagina, dalle prime poche righe ci si rende conto che è meglio assaporarlo poco a poco, gustare ogni sua parte come se fosse un piatto gourmet da non lasciare andare, perché se la lettura è il cibo della mente il cuore quantistico diviene il nostro piatto completo preferito.

Cristiana Vitagliano racconta una storia tanto strana, che il lieto fine non sembra arrivare mai, racconta la storia di un amore diverso dal solito, un amore folle e scuro che sembra vibrare tra le corde di Nightmare Before Christmas e BeetleJuice, una storia che sembra diretta da Tim Burton stesso.

William all'inizio è un ragazzo normalissimo che un giorno diviene famoso nel suo paese per aver scritto una poesia che lascia a bocca aperta. Fiumi di parole che entrano nella testa della gente come un profumo, un odore che non si può dimenticare. Quella poesia stessa travolge William fino a che nella sua vita non entra anche Eden, una bellissima pasticcera capace di rapire il cuore di tutti. William e Eden sembrano felici, lei passa le giornate a far dolci e lui a tentare a scriver poesie... ma cosa succede quando il filo sottile della follia attraversa le loro vite? Cosa può succedere quando sembra che le parole sono fuggite via? William ha bisogno di ritrovare quel talento, ha bisogno di poter vendere le sue parole, eppure sembra che tutto sia finito..

Cristina Vitagliano con un ritmo che lascia senza fiato ci porta all'interno di un romanzo diverso dal solito, un romanzo che sembra evocare la follia di un Joker di Batman, che sembra spostarsi in un mondo fatto al contrario e che lì la realtà sia davvero normale. Lo stile narrativo è incalzante, la storia cattura subito l'attenzione del lettore e ogni azione descritta imprime sempre più curiosità. Il bisogno di sapere, il sentirsi travolti dal fiato sospeso, permette di sentirsi ancora più coinvolti nella storia.

Cristina sembra farsi beffe del lettore quando non ha bisogno di minuziosi dettagli per descrivere i protagonisti della storia, ma con poche righe sembra comunque rappresentarci in toto le loro figure. Il cuore quantistico oscilla tra materia, tra fantasia, tra righe gotiche e disperate, oscilla tra il bisogno di raccontarsi e raccontare. 

Nel cuore quantistico nulla è davvero come sembra, l'amore non è poi quell'amore da rose rosse e cieli azzurri e uccellini canterini, nel cuore quantistico si abbraccia il buio e si rinnega la calda e fredda luce. 
2 commenti on "Il cuore quantistico, Cristina Vitagliano - Recensione - "

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